Cassonetto differenziato per il frutto del peccato

pubblicato da Giulia mercoledì, Novembre 23, 2005 16:50
Aggiunto alla categoria Spot, Triste mondo malato

Guia Soncini e io stiamo sulle stesse posizioni. E’ uno dei due motivi per cui non parlo in maniera estesa dell’attacco delle sottane rutilanti (con Ciccio Storace come braccio armato, per quanto armato male) alla legge 194. Leggetevi il suo articolo, che mi sembra sintetizzi bene il motivo per cui l’attuale dibattito sulle interruzioni di gravidanza non è altro che una misera pagliacciata a scopo elettorale e propagandistico.

L’altro motivo invece risiede in questo post, scritto un po’ di tempo fa. Contiene anche i link al testo della legge 194, la cui lettura chiarisce perfettamente come l’intervento dei famigerati volontari anti-aborto sia alla meglio inutile, alla peggio dannoso.

Aggiornamento:
Wittgenstein mette gentilmente a disposizione il pdf dell’articolo.

Commenti e ping chiusi.

11 commenti to “Cassonetto differenziato per il frutto del peccato”

  1. viscontessa says:

    Novembre 23rd, 2005 at 6:08

    Oggi c’era anche un bell’articolo al riguardo su Repubblica a firma Miriam Mafai.
    Ne ho parlato anche io nel mio blog.
    (al solito a modo mio 🙂

  2. vincè says:

    Novembre 24th, 2005 at 10:56

    Premetto che sono un uomo senza figli e pertanto non posso neanche lontanamente immaginare cosa si provi in determinate circostanze.
    L’articolo è bello e mi ha fatto ritornare alla mente un film di un paio di anni fa su Vera Drake, non so se l’hai visto.
    Vorrei farti notare un’altra cosa. Si contesta tanto alle donne il fatto di “volersi sostituire a dio (ammesso che esista)” nello scegliere se dare la vita o no.
    Ma nessuno si ricorda che è lo stesso dio (ammesso che esista) ad aver dato all’essere umano il libero arbitrio di poter decidere, secondo la propria coscienza, cosa fare e cosa non fare.
    A questo punto si potrebbe dire: come osano questi signori sostituirsi a dio nel limitare il libero arbitrio delle donne?

    vincè

  3. NickNite says:

    Novembre 24th, 2005 at 12:02

    Ma porca miseria dico io…è alle donne che è stato donato il mistero della vita…e sono loro, assieme al loro compagno, a dovere e potere decidere in coscienza possibilmente sul da farsi..(poi cercherò di ampliare…)

    Ciao

  4. papessa says:

    Novembre 24th, 2005 at 1:20

    L’articolo l’avevo letto ieri, e volevo aggiungere una cosa: lei magari sarà troppo snob, ma io al consultorio ci sono andata spesso. Non è una “fabbrica di certificati per l’aborto” ma una struttura dove l’idea di fondo è il prendersi cura della salute delle donne, sia nel portare avanti una gravidanza, sia nell’interromperla. In un certo senso, il movimento per la vita c’è già, nei consultori familiari. Trovo veramente offensive le uscite di Ruini, ma sai la novità.
    La novità è l’autorevolezza con la quale queste sparate vengono accolte, e la tristezza è che i motivi sono meramente di calcolo elettorale.

  5. Mitilene says:

    Novembre 24th, 2005 at 8:24

    Leggerei volentieri l’articolo segnalato, ma mi dicono dalla regia che non è più disponibile…

  6. AmicaCarmilla says:

    Novembre 25th, 2005 at 1:18

    Il libero arbitrio e’ un concetto un po’ ingannevole. Secondo la dottrina cattolica l’uomo e’ dotato della capacita’ di “decidere, secondo la propria coscienza, cosa fare [..]”, come esponi tu, Vince’. Ma, in termini triviali, la sua scelta e’ limitata a due opposizioni manichee: il bene o il male. E l’uomo (cattolico) e’ conscio che se sceglie il male andra’ all’inferno, as simple as that. Il *libero arbitrio* e’ infatti diverso dalla *liberta’* che, per i cattolici, si raggiunge esclusivamente con l’unione con dio (vedi Dante nel Paradiso). La religione e’ insomma, in termini ancora piu’ triviali, paracula come la legge: si appliglia alle postille.

    Ho visto Vera Drake l’anno scorso al London Film Festival, e ho apprezzato il dimesso realismo, distintivo di Mike Leigh, nonche’ il suo tentativo di imparzialita’ di fronte alla cocente tematica. Nonostante la tecnica del “ferro da calza” fosse di fatto pericolosa, credo che la convincente interpretazione di Imelda Staunton abbia indistintamente intenerito i cuori di tutti gli spettatori che hanno finito per parteggiare per lei. E’ stato cosi’ anche per te, Vince’?

    Personalmente, benche’ non contraria alle interruzioni di gravidanza, so che non abortirei se, all’eta’ di 29 orsono, rimanessi gravida *per caso*. Sarebbe un affronto alla natura. Dovrei avere pero’ tutto il sostegno fisico, metafisico, morale, psicologico e psichiatrico per affrontare l’iniziale shock e dare un nome a tutte le sensazioni contrastanti che si muoverebbero dentro di me.

  7. barynia says:

    Novembre 25th, 2005 at 2:38

  8. vincè says:

    Novembre 25th, 2005 at 3:08

    sì la religione è paracula come e peggio della legge. è il fatto in se’ è molto triste, perché un sentimento spontaneo viene ingabbiato in una serie di regole e convenzioni che magari col messaggio di Cristo non c’entrano proprio. ma questa è un’altra storia.

    Di Vera Drake mi ha colpito il suo candore e il fatto che, nel fare quello che faceva, lei fosse convinta di stare semplicemente aiutando delle ragazze nei guai, quindi, da un certo punto di vista, di stare operando “cristianamente”.

    vincè

  9. Giulia says:

    Novembre 25th, 2005 at 4:25

    Il fatto e’ questo: nemmeno io abortirei, ne’ consiglierei a una mia amica di farlo. Ma nemmeno me la sono sentita di colpevolizzare in alcun modo amiche che hanno fatto questa scelta. E credo anche che le donne non vadano trattate come sciocchi animaletti a cui bastano un paio di pat pat sulla spalla per cambiare idea riguardo al desiderio di mettere al mondo un figlio, soprattutto in circostanze difficili.

  10. Nico Guzzi says:

    Novembre 25th, 2005 at 6:30

    è della politicizzazione di questi temi che bisogna avere paura, io credo nella libertà di coscienza, è una scelta difficile l’aborto però credo sia giusto dare la possibilità di compierlo nel modo meno invasivo possibile

  11. kitty says:

    Novembre 27th, 2005 at 4:47

    credo che la presenza dei volontari ci possa stare, però l’opportunità di sentire le loro ragioni(in quel momento)deve rimanere opportunità,scelta