Bu!

pubblicato da Giulia domenica, Settembre 18, 2005 17:49
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei

Io non ho paura di niente.
No, non è vero.Da piccolissima avevo paura di due cose. Non solo di due, per la verità, ma diciamo che erano due le paure irrazionali che riempivano di stupore i miei genitori. Uno era il galletto del Riso Gallo Blond. Il suo grido di “Chicchi-ricchiiiiiii!” mi gettava nel panico, e mi mettevo a piangere disperatamente. Stessa reazione – ugualmente inspiegabile – suscitata dalla pubblicità del Last, il detersivo per piatti al limone. Nello spot – o réclame, come si chiamava prima che diventasse seriamente invasiva – una mano di donna strisciava l’indice su un piatto pulito. Il suono provocato dalla frizione, per qualche ragione, mi terrorizzava.

Vabbè, ero un’infante. Ero poco più grande quando mi sono svegliata in piena notte nel lettone dei miei, che avevano e hanno l’abitudine di dormire con il televisore acceso, e ho scoperto che, a trasmissioni terminate, lo schermo si riempiva di neve ronzante. Da allora, e per il resto della mia vita, sono stata agghiacciata dalla sigla di chiusura del palinsesto Rai. Anche adesso che l’antenna animata in elevazione verso il cielo è roba da antiquariato della televisione, la sua vista mi causa tachicardia e ansia.
“Proprio io mi dovevo beccare la fidanzata che ha paura del monoscopio.”
“Non ho paura del monoscopio. Ho paura della sigla…”
“Sì, sì, ho capito.”

Però a parte quello, insomma, non ho paura di niente.
A parte il vuoto.
Tipo che vivo da sei mesi al quinto piano, e ancora adesso, per stendere la biancheria, mi sporgo facendo attenzione a non toccare il parapetto del terrazzo.
Tipo che, per me, visitare un monumento come il Cupolone o la Torre di Pisa (ma anche solo un banalissimo campanile) rappresenta una prova di coraggio che spinge i miei accompagnatori a scatenare ovazioni in piedi se faccio tanto di guardare, timidamente, il panorama.
“Sì, ma in aereo passi tutto il tempo a guardare giù dal finestrino come una bimba in giostra.”
“Lo so. Ogni paura ha le sue contraddizioni.”

Insomma, dai, un sacco di gente ha paura del vuoto. Non sono mica l’unica.
Però ecco, ho anche paura delle onde. Non dell’acqua fonda, perché so nuotare (o quantomeno stare a galla): ho paura proprio delle onde.
Faccio un esempio.
La scorsa estate, a Sabaudia. Sono in acqua con il socio, che mi sta tenendo in braccio. Da sopra la sua spalla, vedo la superficie del mare sollevarsi e incresparsi.
“Un’onda, un’onda, lasciami andare!”
“Ma dove?”
Io (squittendo e divincolandomi per nuotare lontano dal minaccioso cavallone): “Dietro di te, dietro di te!”
Il socio, calmo: “Sta tranquilla, qui si tocca, non ti succede niente.”
Io (ormai regredita al sesto anno d’età): “Ho paura, ho paura, l’onda!”
A quel punto, il socio, preoccupato e anche un po’ strangolato da me che mi sto producendo nella mia migliore imitazione di un koala sull’eucalipto, si gira.
E si mette a ridere.
“No, perché capisci, strillavi come una matta. Sembrava che dovesse arrivare lo tsunami, ed era l’onda del bidet.”

Sì, ecco, ho paura delle onde e anche delle bestie grosse.
I cani di taglia superiore al barboncino mi mettono un certo nervosismo, ma dopotutto quando avevo cinque anni sono stata buttata a terra e rosicchiata da un pastore maremmano che pesava due volte me. Per cui mi si perdoni se, quando ne vedo uno, comincio un po’ a sudare.
Però ho paura anche dei cavalli.
“Come sarebbe a dire che hai paura dei cavalli?”
“Ho paura dei cavalli. Sono grossi.”
“Ma i cavalli sono buoni!”
“I cavalli se si imbizzarriscono ti buttano per terra e ti calpestano. Ho paura dei cavalli. Non ci vado vicino.”
“Ma è assurdo!”
“A me piacciono gli asinelli.”
“Gli… asinelli?”
“Sì, sì, gli asinelli.”

“E ho paura anche delle mucche.”
“Come sarebbe a dire che hai paura delle mucche?”
“Sì, ma non in foto, dal vivo.”
“E vorrei vedere.”
“Sono grosse, ti incornano.”
“Le mucche non incornano la gente!”
“E se mi camminano sopra?”
“Ci rinuncio.”

Insomma, non ho paura di niente tranne che della sigla di chiusura delle trasmissioni Rai, del vuoto, delle onde, dei cani, dei cavalli e delle mucche.
“Su questa roba ci devi fare un post.”
“Forse sì. Oh, guarda, c’è una bestia in bagno.”
“Dove? Dove? Aaaaargh! Uccidila!
“OK, adesso è morta.”
“Grazie. Phew.”

Commenti e ping chiusi.

57 commenti to “Bu!”

  1. » Signore e signori says:

    Agosto 16th, 2007 at 2:42

    […] Poi un giorno qualcuno prende questo e ti domanda: posso usarlo? Tu dici di sì, che domande. Le tue righe diventano voce, corpo, movimenti e, sì, tempi comici. E il qualcuno che ha avuto l’idea filma tutto. […]

  2. Ivan says:

    Novembre 3rd, 2009 at 2:34

    Io da piccolo avevo paura della lavatrice quando andava forte e veniva azionata la centrifuga . Temevo potesse scoppiare . Poi alcune piccole paure le ho vinte .

  3. Ivan says:

    Novembre 3rd, 2009 at 2:35

    Un’altra mia pura sono gli specchi ma credo che me la porterò dentro fino alla morte . ci provo con tutte le forze a vincerla .

  4. patroclooo says:

    Maggio 19th, 2011 at 6:13

    Ciao Giulia! Io da piccolo non ho mai avuto paura della sigla di fine delle trasmissioni della Rai, con ogni probabilità perché sia io che mia sorella andavamo a letto abbastanza presto e quando mi capitò di vederla x la prima volta ormai ero già grandino(forse sui 12 anni ) . Perciò non mi fece alcun effetto, anche se ho letto sul web che la musica di tale sigla -di Roberto Lupi- contiene una sorta di messaggio subliminale nonché il cosidetto “accordo del diavolo”. Pertanto non mi stupisco se migliaia di persone come te sono state terrorizzate dalla fine delle trasmissioni rai . Io invece avevo abbastanza paura di quella di inizio delle trasmissioni : certo, siamo in minoranza rispetto a voi, ma costituiamo un discreto “team” pure noi . E poi, mi incuteva parecchio timore, se non paura , Maria Grazia Picchetti (una ex annunciatrice rai). So che anche altre ex signorine buonasera han spaventato molti ex bambini come me. Se qualcuno vuole condividere con me tutto questo, ne sarò lieto :-] ciao !!!!!

  5. tiziana says:

    Giugno 5th, 2011 at 12:21

    Ciao Giulia, non sai quanto ti sono grata! Pensavo di essere l’unica al mondo ad avere avuto il terrore di quella cavolo di sigla, di quel crescendo finale che esplodendo in tutta la sua energia si liberava nella mia angoscia!!
    Allora confesserò anche che la seconda paura che avevo a quell’età era un quadro appeso in salotto, una specie di Medusa, orribile, un dipinto cupo dal quale si stagliava a malapena lo sguardo. Ne avevo tanto il terrore che un giorno mia madre dovette coprirlo con un asciugamano perchè non riuscivo a mangiare!!!

  6. patroclooo says:

    Giugno 8th, 2011 at 1:26

    Cara Tiziana, la mia paura per la sigla di inizio delle trasmissioni Rai è durata all incirca dai 4 agli 8 anni di età, ma in seguito mi ha infastidito almeno per un altro paio di anni. Addirittura i miei mi raccontano che, per un breve periodo, avevo paura (non esageratamente) dell insegna posta all esterno dei negozi che vendevano sali e tabacchi. Con ogni probabilità è perché in tale cartello (tuttora esistente) campeggiava una t bianca in campo nero, ed io forse temevo che potesse spuntare anche la v bianca , formando quel logo tv che tanta paura faceva a molti bimbi, forse a causa della forma somigliante ad un volto umano stilizzato dall espressione diabolica . Quando arrivò poi nel 1986 l attuale sigla con la bandiera elettronica tricolore e Fratelli d Italia al sintetizzatore avevo già 16 anni e pensai ” sgrunt…:-( ma non potevano idearla una decina di anni prima, visto che è così bella e patriottica (come me)? aspetto nuovi commenti , ciao!!!:-];-):-);-):-]

  7. patroclooo says:

    Luglio 8th, 2011 at 5:55

    Ciao a tutti, sono sempre io, Alex detto Patroclooo x la mia predilezione x il comico Giorgio Bracardi . Ciao Giulia, ciao Gianluca , come va ? Qui da me a Genova fa un caldo non eccessivo, ma c è un umidità peggiore di quella di Kuala Lumpur o Singapore….:-) Addirittura “tachicardia e ansia” ancora oggi , Giulia, x la vecchia fine delle trasmissioni ?Ma no, dai, coraggio…Ridici su come ho imparato a fare io x le mie due paure (inizio trasmissioni fino al 79, e Maria Grazia Picchetti fino all 80).Da quando queste fobie sono passate – in pratica da un giorno all altro- ci ho fatto battute e gags sopra . Er traliccio de trecento metri, la chiamavo la sigla d inizio ridendo al pensiero della parodia di Montesano . E “l assurda paura della gnocca” riferendomi , negli anni a venire, allo spavento provato x gli annunci di M G Picchetti:-) Sono in compagnia, visto che qui qualcuno aveva paura di Marina Morgan….:-] Signori, è tutto molto bello, direbbe il mitico Bruno Pizzul