Sono anni che odio la domanda. Alla fine dei trecentosessantacinque giorni gregoriani arrivo sempre un po’ depressa, incazzaticcia, ingrassata e stanca. Poi a Capodanno trovo quasi sempre il modo di divertirmi: l’euforia collettiva è contagiosa, e più la festa è scema (musica tamarra, amici ubriachi, balletti scoordinati, evviva evviva buon anno) più mi piace e dormo poi di gusto a cose fatte.

Quest’anno promette bene: la festa scema, per non sbagliarsi, è una versione deluxe dell’ormai amatissimo Please Don’t Go Party, una roba per cui – giuro – ho sentito gente di Milano pianificare una trasferta toccata-e-fuga nell’Urbe. I dettagli li trovate sul MySpace che ho linkato: questo post serve solo a farvi sapere che, se vi punge vaghezza di fare il ballo del gomito insieme a noi, non dovete fare altro che scrivere all’indirizzo anninovanta[@]gmail.com, oppure visitare il MySpace di cui sopra, e mettervi in lista. Questo serve ad ottenere uno sconto sull’ingresso (10 euro invece che 15): come fa notare Emiliano, “con 30 euro, entrate, ballate, sudate, mangiucchiate e vi bevete pure 4 cocktail di quelli buoni. E, secondo me, forse rimorchiate pure”.

Come prospettiva non mi sembra male.