“La fobia del cul”

pubblicato da Giulia sabato, Dicembre 9, 2006 12:15
Aggiunto alla categoria Bric à brac

Cosa mi sto perdendo.

I triestini sono in rivolta. Lo racconta Paolo Rumiz in questo articolo spettacolare: pare che Dipiazza, non pago di avere affossato la città e di essere riuscito a farsi rieleggere cavalcando la bubbola last-minute dell’ICI di Berlusconiana memoria, ha deciso che sotto Natale i barboni puzzano troppo per le fini narici mitteleuropee di abitanti e turisti, e quindi non possono più stare sulle panchine di Piazza Venezia. E da bravo sindaco, incline alle soluzioni pratiche, ha cavato le panchine.

Lo aveva già fatto Gentilini, quello della “razza Piave”, e vabbè. Però i triestini l’hanno presa peggio dei trevigiani. Parecchio peggio. Molto peggio, fa notare Rumiz, di quanto abbiano preso la perdita del Lloyd Adriatico e la morte del porto nuovo o, aggiungo io, la fine dei sogni di Expo 2008, lo stallo del Porto Vecchio, il soffocamento sistematico di ogni attività culturale non rivolta ad attempati signori di destra o signore in menopausa e il provincialismo dei rari eventi di piazza.
Il triestino vuole – giustamente – vivere comodo, fermarsi a respirare, guardarsi intorno. Trieste è una città dai ritmi morbidi, bella come una capitale e sonnacchiosa come un paese di campagna. Un posto dove rifiatare (e infatti, ora che di rifiatare per me non se ne parla, sogno spesso di tornarci per qualche giorno, scendendo con la macchina da strada del Friuli in un giorno di sole), un posto da ultima fermata. I barboni, c’è da far notare, ci sono sempre stati: pochi, quasi tutti raccolti intorno alla Stazione Centrale. Trieste è un posto dove di notte si cammina ovunque (tranne, forse, nell’enclave di Rozzol-Melara; ecco, quella non la consiglierei. Che si fa, sior sindaco, la butémo zò?), dove i senzatetto e i matti dell’ex Ospedale Psichiatrico sono facce familiari. A quanto pare, i triestini non sono disturbati dalla loro presenza quanto dall’ottusità del loro sindaco e relativi assessori, che del resto non è un dato nuovo, ma meglio tardi che mai.

E mentre i compagnucci del Tetris inaugurano il loro circolo (riaprendo ufficialmente la stagione del rock’n’roll a Trieste, evviva evviva), Vinicio Capossela, Mauro Corona e Marco Paolini capeggiano la rivolta delle gambe stanche a fronte mare.
Come vorrei esserci anche io.

Commenti e ping chiusi.

11 commenti to ““La fobia del cul””

  1. massi says:

    Dicembre 9th, 2006 at 12:36

    Domandine da rompicoxlioni.
    Cos’è peggio, un sindaco che ‘cava’ le panchine perché altrimenti ci dormono degli ‘indecorosi’ barboni o gli abitanti di una città (anche molti anziani, si legge nell’articolo. Wow.) che ‘scendono in piazza’ perché gli hanno tolto un piacevole e naturale passatempo?

    Qualcuno, mi chiedo, andrà in piazza perché suona ‘appena’ un po’ ridicolo togliere delle panchine per eliminare la vista dei barboni?
    Sinceramente, ho qualche dubbio.

    A Trieste è altra musica, l’opposizione c’è tutta, e i triestini rivogliono le “loro” panchine, non in nome dei barboni ma della cosa pubblica. Per un fatto di principio“.
    Già: un fatto ‘di principio’.

  2. Giulia says:

    Dicembre 9th, 2006 at 1:08

    Non si può chiedere a una città di benpensanti di centrodestra (che hanno votato Illy la prima volta perché era un ricco imprenditore di successo, e la seconda perché stavano da Dio sotto la sua amministrazione) di preoccuparsi dei barboni. Trieste è una città di vecchi: gente sopravvissuta ai lager, alla guerra, all’infoibamento in alcuni casi. Gente preoccupata solo del proprio benessere quotidiano, con un orizzonte limitato a Muggia.
    Parlo della maggioranza, ovviamente, non delle eccezioni.

    Che poi Dipiazza sia un buffone alla ricerca di facili consensi (e questa volta ha molto sbagliato: nel metodo, non nell’intenzione, si capisce) è una cosa risaputa da tutti quelli che non l’hanno votato, e in buona parte anche da quelli che l’hanno votato.

    A me piace l’idea che per una volta si siano alzati, i triestini, e abbiano deciso di protestare per qualcosa. Anche per una stronzata come le panchine, e anche per i motivi sbagliati. Qualsiasi cosa, pur di vederli svegli di nuovo.

  3. Carlos says:

    Dicembre 9th, 2006 at 1:22

    Non lo so, non ci vivo, e quindi non ho idea su come sia amministrata Trieste. Purtroppo vivo a Milano che ha problemi credo ben più grossi (aria irrespirabile, caos della circolazione a tutte le ore), con un’amministrazione pavida, incapace di scelte coraggiose.

  4. panna says:

    Dicembre 10th, 2006 at 2:57

    Ma con tutte le merd**e che ci sta rifilando da anni Dipiazza ci si sveglia solo per le panchine?!
    Come dire : se abbattono il panettiere di fianco a casa non mi muovo (anche se mi da da mangiare ogni giorno), basta che non calpestino i fiorellini nel mio giardinetto… bah…
    C’è ben altro per cui indignarsi cari triestini…

  5. medo says:

    Dicembre 10th, 2006 at 3:03

    Pane e panchine per il popolo!

  6. dandyna says:

    Dicembre 11th, 2006 at 4:14

    perdonami giulia il leggero off topic, ma ho visto solo ora alcuni dei tuoi commenti sotto al post su macchianera. volevo solo dirti che per quanto io spari cazzate dalla mattina alla sera e mi ci diverta, quel post lì è stato veramente una mia uscita dagli schemi, e mi dispiace tremendamente che suoni falso, che puzzi di falso da morire… perché invece la mia sofferenza è vera, e il fatto che puzzi di falso non la attenua. io scrivo anche sfoghi così, anche sul mio blog, anche su quadernetti del cazzo a quadretti dle 99 centesimi, che non finiranno mai per fortuna sul blog, macchianera ha scelto quel post lì, non disprezzarmi a priori per questo. non ti fidi nemmeno di Visscontessa che mi ha conosciuta? Quanto vorrei che tutto questo fosse falso! Non hai un’idea di quanto darei perché tu avessi ragione. grazie dell’ascolto Giulia.

  7. cical0ne says:

    Dicembre 11th, 2006 at 5:42

    conserva il mio numero per la biondina col pi pi pi pistrelllllo sulla spalla ;o)

    ps) la e’ l’ultima cosa chiamarmi,
    ciao

  8. Kaos says:

    Dicembre 11th, 2006 at 8:00

    Ero presente al piu blog e volevo complimentarmi con te per il tuo intervento alla conferenza. Un saluto. Alessandro

  9. Giulia says:

    Dicembre 11th, 2006 at 9:05

    Grazie Alessandro… in realtà credo di avere detto delle gran ovvietà. Evabbè 🙂

  10. medo says:

    Dicembre 11th, 2006 at 11:50

    [ot: Giulia leggiti “i Benandanti” di Ginzburg. E’ denso di tante e tante cose sul nord-est italiano. Ma soprattutto sull’Italia, anche contemporanea. va beh, parla della stregoneria nel ‘500 ma… Insomma, va letto. Stop. Scusate ma leggere ‘sto post m’ha fatto venire in mente questo libro che mi ha segnato, profondamente.]

  11. Giulia says:

    Dicembre 13th, 2006 at 9:46

    Sentite scuse a Yellow Page Man, che aveva commentato ma è finito per errore del sistema nello spam.
    Quello che dici è tutto vero. E la sorte di Strada del Friuli mi riempie di tristezza.