Fuga dalla scuola media

pubblicato da Giulia venerdì, Marzo 10, 2006 18:13
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei

Un giorno sei lì seduta che ti fai i fatti tuoi e ti rendi conto di essere di nuovo al liceo.
In un anno imprecisato, uno qualsiasi dei cinque orribili anni di merda che hai passato nel liceo della Pordenone-bene, con i figli-bene degli industriali-bene che ti hanno lasciato quel sano orrore nei confronti dei privilegiati che ancora adesso fai così fatica a nascondere, e che diciamocelo, non ti rendono esattamente la regina della popolarità.
Il mondo in cui vivi appartiene interamente a loro, dopotutto. Come il tuo liceo.
C’è la stessa gente, gli stessi tipi sociali, lo stesso genere di dinamiche. E ancora una volta la diversa sei tu.
La strana.

Da quando tu facevi il liceo ad oggi hai visto la rivincita dei nerd, i Pulp di Mis-shapes, Ghost World, Emily the Strange, Heathers, Buffy Willow e Xander, l’agente Mulder e Hermione Granger.
Ti sei abituata a considerarli vincenti. Sei abituata a considerare la stranezza un vantaggio, se non sociale, almeno personale.
Hai imparato, almeno in superficie, a lasciarti scivolare tutto addosso. A non voltarti, a non dare segni di riconoscimento. A guardarti dentro, e non da fuori, per cercare dei punti di riferimento. Perché nel tempo ha sempre pagato, questa autarchia di giudizio. Ti piaci di più, quando le opinioni che esprimi sono solo e soltanto le tue.

Ma non è mica così facile smettere di avere sedici anni, e desiderare di essere come tutti gli altri. Tutte le altre. Anche se sai che poi sono tutte diverse fra di loro e ognuna ha una sua vita, ognuna è un universo. Eppure a te sembrano diverse da te e uguali fra loro. E ogni tanto vorresti poter ridere anche tu con loro, invece di stare seduta a fare finta di non aver sentito che ridono di te.

Comincio seriamente a pensare che non sia sano avere un PC a portata di mano quando ti vengono le angosce tardoadolescenziali. No. No. No.

Commenti e ping chiusi.

20 commenti to “Fuga dalla scuola media”

  1. Achille says:

    Marzo 10th, 2006 at 7:07

    è che all’epoca non c’era una rivista dal titolo Losing Today 🙂

  2. Giulia says:

    Marzo 10th, 2006 at 7:10

    Cazzo, è vero 😀
    Ma non mi avrebbero voluta a scriverci, allora.

  3. mafe says:

    Marzo 10th, 2006 at 7:22

    Sorella 🙂

  4. gae says:

    Marzo 10th, 2006 at 9:13

    provo _totale_ identificazione in questo post, Giulia.

    zao.

  5. kitty says:

    Marzo 10th, 2006 at 9:35

    mah io penso che non sia una questione tardoadolescenziale 🙂
    esistono certi ambienti, ma più in generale certi gruppi di persone un pò a sè che tagliano fuori chi non ci è dentro e commentano tantissimo(ci sono persone che sono così, sono state criticone ed è probabile che lo restino).
    E trovo normale volere comunicare con le persone piuttosto che essere oggetto dei loro discorsi perchè ci vivi fianco a fianco e a volte i commenti e le barriere che si creano sono del tutto irrazionali aituoi oci 🙂 comunque si il pc è pericoloso per ste robe:)

  6. seralf says:

    Marzo 10th, 2006 at 11:17

    e che dicevano? mettiamole in mezzo dai (rendiamo loro pan pe focaccia! 😉

  7. Gatto Nero says:

    Marzo 11th, 2006 at 12:23

    Essì, non è una questione tardoadolescenziale, Giulia.
    E’ ancora peggio: è che nella vita o si è sfigati o si è vincenti/popolari, è proprio una condizione dell’animo e non si può cambiare (vi prego, non mi direte che credete a quelle robe alla Pretty Princess, vero? Ci possiamo anche sognare sopra, per fortuna, ma la realtà è un’altra). Al massimo puoi fingere di aver migliorato la tua posizione, giusto per sentirti un po’ meglio, ma nella sostanza…
    Di nuovo, nella vita o si è sfigati o non lo si è. Io lo è.

  8. Giulia says:

    Marzo 11th, 2006 at 3:24

    Io non credo di è.
    Lo sono stata, ma non lo sono più.
    Ho un buon lavoro, sono riuscita a fare un sacco di cose: non rientro nella categoria sfigati. Quello che è difficile da cambiare (ma si può fare) è la sensazione di non essere mai adeguati alle situazioni, di essere sempre un gradino sotto gli altri per qualche motivo, e di doversi riscattare in eterno.
    Forse hai ragione tu, sfigati si RESTA 😀

  9. Rachele says:

    Marzo 11th, 2006 at 4:37

    “E ogni tanto vorresti poter ridere anche tu con loro, invece di stare seduta a fare finta di non aver sentito che ridono di te.”

    A leggerti ho paura che sarà così per sempre anche per me…

  10. Catlover says:

    Marzo 11th, 2006 at 4:50

    Hai ragione, Giulia.
    Anche io lo sono stata, una “esclusa” nei terribili, angosciosi, dannati anni del liceo. Perché non seguivo la moda, perché non andavo in discoteca, perché mi piaceva leggere e perché a ricreazione spesso me ne restavo seduta al mio banco a scrivere i miei pensieri. Mentre i miei compagni pariolini e radical so-so-chic, mi chiamavano “l’intellettuale” e scrivevano sui loro diari commenti cattivi su di me.
    E anche io, ora, non lo sono più un’esclusa. Ho un lavoro – precario, ma “di tendenza” (sic…) – sono riuscita a fare un sacco di cose e, quegli stessi pariolini e radical so-so-chic che prima mi evitavano, adesso mi trattano come una di loro.
    Ma io non lo sono (né vorrei esserlo!), e tutte le volte che mi trovo a frequentare quel tipo di persone devo fare uno sforzo immenso per ricordarmi che non ho più 16 anni, ma 33.
    Quindi, è vero, sfigati si resta. Ma è proprio questa la nostra forza, no?

  11. Gatto Nero says:

    Marzo 11th, 2006 at 5:53

    Giulia, hai colto quello che intendevo ;D
    Che poi, ammettiamolo: il nostro stato è un pendolo fra il sentirsi sfigati e l’elevarci a sfigati.

  12. slystone says:

    Marzo 11th, 2006 at 5:53

    angosce tardoadolescenziali.. hmmm..
    sicura che non c’entri Gabriele La Porta?

  13. Superqueen says:

    Marzo 11th, 2006 at 7:02

    Pensa a me: quest’anno insegno nel liceo in cui ho studiato per cinque anni e sono diventata collega di alcuni miei insegnanti di allora. Ho trascorso i primi mesi nell’angoscia di dover sostenere di nuovo, per un crudele scherzo del destino, i feroci compiti di matematica che ho odiato con tutta me stessa, ancora seduta in quelle stesse aule. Ora ho finalmente imparato a distaccarmi dal passato – sono stata sfigata da liceale, forse lo sono ancora, ma chissene – e ad entrare ogni giorno in quel portone con la mente serena, ma non è semplice. E’ difficile superare l’adolescenza quanto l’ambiente di lavoro te lo ricorda…

  14. kay says:

    Marzo 11th, 2006 at 7:38

    Anche io mi identifico nel tuo post. Però non dal liceo. Gli anni più difficili li ho passati alle elementari e alle medie, continuamente canzonata e presa in giro da tutti i compagni. Poi quando sono arrivata alle superiori ero già temprata, e mentre per me il resto del mondo poteva andarsene a fanculo, erano gli altri a venirmi a cercare. Comunque il pc non è salutare nononono.

  15. Medo says:

    Marzo 12th, 2006 at 2:30

    No che non è facile ammettere alla fine di essere come gli altri… Io sto malissimo. Però mi consolo, perchè ho saputo superare tutti ed essere molto peggio, molto più asociale e solo.

  16. Madda says:

    Marzo 12th, 2006 at 2:43

    Alle scuole medie inferiori ero così anche io. Alle superiori però, per fortuna, ho trovato dei compagni che pur essendo diversi da me caratterialmente, hanno sempre dimostrato di stimarmi; forse inizialmente mi tenevano buona perché gli suggerissi durante compiti e interrogazioni, comunque ci frequentavamo anche fuori dalla scuola e mi sono divertita con loro.

  17. arianeve says:

    Marzo 13th, 2006 at 2:32

    Le sfigate sono loro, non tu. E lo sai bene.
    Il raggiungimento della maturità, rispetto ai 16 anni, porta a questa limpida consapevolezza.
    Un po’ di autostima, su. Eccheccazzo!!

    🙂

  18. do says:

    Marzo 15th, 2006 at 11:56

    amen. Ma come si dice qui: on les emmerde tous!
    Baci

  19. kitty says:

    Marzo 15th, 2006 at 3:44

    tipo a me capita che sono in mezzo alle ballerine e non sono magra.e a volte ho come l’impressione che ridano di come sono(ma magari è tutto nella mia testa)dato che là non c’è solo uno standard fisico, ma anche di vestiario(e io per dirti mi presento tipo “lezione di ginnastica delle superiori”!!!) che conta al di là e forse prima di come ti muovi.
    Ma forse in fondo in fondo è una scusa questo dire che vorremmo essere uguali agli altri, è un modo come un altro per dire “io sto male per come sono”, quindi seppur appaio in un certo modo, non sono veramente quello. E quindi non c’è tanta distanza fra me e quello che vorrei essere.
    come sempre chiarissimo eh, vabeh dai
    se veden 😀

  20. Raffy says:

    Marzo 22nd, 2006 at 11:14

    Eeeeh, che post catartico per molti di noi! O maieutico? Decisamente.
    Ma… siamo sicuri che “loro” siano sempre quello che vogliono sembrare?