Dei delitti e delle pene
pubblicato da Giulia martedì, Dicembre 13, 2005 16:48The predictable ending
Stamattina alle nove hanno giustiziato
Qui non si ritiene che ci siano persone che “devono morire” e persone che invece possono essere risparmiate. Non si cede alla logica qualunquista e vergognosa secondo cui certi assassini fanno più schifo di altri, e quindi devono morire in nome di una fantomatica “giustizia” dovuta alle famiglie delle vittime. E tuttavia, il pensiero si è generato da solo: stamattina, una persona socialmente utile è stata uccisa a sangue freddo, in un rituale collaudato e sancito dalla legge.
E mi verrebbero cose da dire sulla Turchia, l’Ue e i rapporti commerciali con gli Stati Uniti, ma che le dico a fare.
Magar’ dop’
Cioè, fatemi capire: se stava per morire la grazia c’era, e se non moriva, non c’era?
Il solito applauso a chi ha caricato la pagina sul sito e creato il link.
Barcellonese says:
Dicembre 13th, 2005 at 5:40
Un silenzio assordante è proprio quello che si è “sentito” in tutta la comunità internazionale, dai paesi occidentali di pannolone muniti che si cagano sotto ogni volta che gli USAegetta aprono bocca (e fuoco). Che schifo…
Molly says:
Dicembre 13th, 2005 at 5:40
Uno dei milioni di motivi per cui trovo la pena di morte assurda, inutile, amorale, incomprensibile, impensabile, oltraggiosa, indifendibile e inconcepibile è il fatto che essa viene applicata anni dopo il reato che intende punire. E quando pena e reato si uguagliano, filosoficamente c’è qualcosa che non va.
kAy says:
Dicembre 13th, 2005 at 9:33
E’ come per la legge sul divorzio che se vinceva il no il divorzio c’era e se vinceva il si non c’era 😉
Medo says:
Dicembre 14th, 2005 at 10:40
Visto che a lor signori gli Americani ci piace tanto la polarità buono/cattivo, io lo dico e lo ripeto da anni: gli Stati Uniti sono il Male.
Detto questo, sono pronto ad una analisi delle eccezioni; ma non immaginiamo nemmeno cosa si celi dietro il successo americano.
Povero Tookie: ha dovuto espiare le colpe di troppi, dovuto essere esempio del consueto scontato pragmatismo qualunquista tipico di questi bastardi.
A proposito: Clarissa Burt in Commissione Cinema per il Ministro Buttiglione? Vogliamo permettere anche questo obbrobrio?
Succo says:
Dicembre 14th, 2005 at 11:47
A proposito di Sofri: negli ultimi anni ho letto molto su Lotta continua, movimenti studenteschi e operai, politica della tensione eccetera. Quello che non capisco è l’accanimento di Castelli, un accanimento che sembra più dovuto a uno sgarbo personale ricevuto in quegli anni che ad altro. Qualcuno sa se Castelli aveva chiesto di far parte di LC e Sofri l’ha rifiutato?
orsodingo says:
Dicembre 14th, 2005 at 2:07
ancora una volta il ventre molle, bigotto e ignorante degli stati uniti è riuscito ad eleggere un perfetto imbecille al governatore della california
questi i risultati
Dottor D. says:
Dicembre 14th, 2005 at 2:18
Anche volendo ammettere che la pena di morte abbia senso, non c’è un modo più civile e indolore per giustiziarli? Ho letto che Williams se n’è andato dopo ventidue minuti di agonia. A questo punto, paradossalmente, non sarebbe più umano tornare alla ghigliottina?
Medo says:
Dicembre 14th, 2005 at 3:30
Io propongo il disintegratore fotonico della Black&Decker.
Joe Tempesta says:
Dicembre 15th, 2005 at 8:22
No alla pena di morte, e no anche all’ergastolo.
Ma ricordiamoci della pena di morte anche negli stati dove non è nemmeno possibile fare dimostrazioni fuori dal carcere, però, che sennò siamo solo una massa di pecore dietro l’evento mediatico. Derek ieri, Tookie oggi. E tutti quelli nel mezzo? E i 5000 in Cina? Con questo: fai benissimo a parlarne, anche se solo di un Derek o di un Tookie, sempre meglio di niente.
E ricordiamoci anche di cosa succede nelle *nostre* carceri: dove la pena di morte legalmente non c’è, ma dove di fatto viene applicata quasi-volontariamente dai suicidi, che sono tra le 15 e le 18 volte più frequenti che fuori. E dove la pena, a differenza degli USA nei quali è “retributiva”, è considerata “rieducativa”, ma di fatto (ancora!) non c’è quasi alcuna differenza.
viscontessa says:
Dicembre 17th, 2005 at 1:38
La pena di morte negli stati uniti è una prova di virilità, una dimostrazione di forza e di potenza, un esempio di civiltà maschia.
No al protocollo di Kyoto, no all’integrazione islamica, no al disarmo, no alla grazia per un condannato che no è più la stessa persona che si voleva punire.
Questa è l’america che non ci piace, questa è la contraddizione americana che porta alla ribalta il suo lato più maligno e discutibile.
Ed è un peccato.
Shade76 says:
Dicembre 18th, 2005 at 12:14
credo, a dispetto di molti, che la pena di morte sia attuabile. E no, ci devono essere prove inconfutabili, altrimenti siam tutti capaci di ammazzare un essere umano perché ha rubato una mela.
Se prima della pena di morte si da la possibilità alla persona di capire dai propri errori, di imparare da essi, allora no.. non ha senso perpetrarla. Ci vogliono prove, studi sulle persone, sui loro cambiamenti..
da “american Gods” […] Credo nel diritto delle donne a scegliere, nel diritto di un bambino di vivere, che se ogni vita umana è sacra non c’è niente di male nella pena di morte, sempre che sia possibile fidarsi del sistema legale, e che solo uno scemo si fiderebbe. Credo che la vita sia un gioco, uno scherzo crudele, e che sia quella cosa che ti capita quando sei vivo, quindi tanto vale godersela. […]
Molly says:
Dicembre 18th, 2005 at 1:37
se ogni vita umana è sacra non c’è niente di male nella pena di morte
Ti rendi conto di quello che hai appena detto? La seconda parte della frase nega totalmente la prima parte. Questa frase non ha senso. Questa frase non esiste.
Shade76 says:
Dicembre 19th, 2005 at 2:14
@Molly: leggiti il libro da cui è tratta la frase, e poi ne riparliamo 🙂
Molly says:
Dicembre 19th, 2005 at 2:44
E allora magari la prossima volta cita la fonte.
Shade76 says:
Dicembre 25th, 2005 at 10:25
@Molly: Spero di cuore che Babbo natale ti porti un paio di occhiali.. perché se leggi attentamente il mio primo post, il nome del libro è citato eccome. Forse è il caso che si cominci ad usare un po’ la testa, prima di partire in quarta ed a spada tratta. Buon Natale, in ogni caso
Giulia says:
Dicembre 25th, 2005 at 6:42
Shade, a difesa di Molly, devo dire che la fonte è citata in un modo che la fa sembrare uno strafalcione. Rileggendo il post, suppongo che si tratti di un libro di Neil Gaiman (non mi sembra che tu l’abbia detto), ma per favore, prima di consigliare agli altri l’acquisto di lenti da vista, impara a usare la punteggiatura con maggiore chiarezza.
Buon Natale a te.