Eh, signora mia. Questi Bùsc e questi Cherri, non si capisce più niente. A Uno mattina dicono che ha vinto il Bùsc, Mentana dice che ha vinto il Cherri, a me sembra un gran mismàs, signora cara. Che poi io non capisco questi che fanno tanta fatica a contare i voti…
Eeeeh… sìììì, arrivo!
C’è la matita, c’è la gabina, dai la carta d’identità, fai la croce e poi conti uno Bùsc, due Cherri, tre Bùsc… facile, no?
Alla fine si fa la righina sotto e si somma, basta non sbagliarsi come la Gina del salumiere, che poveretta ci ha solo la terza elementare.
Eeeeh… sìììì, arrivo!
Mica gli hanno fatto come al referendum nostro, che se è no vuol dire sì e sì vuol dire no, e se una pensa “abbastanza”, dove la mette, la crocetta? Signora mia, e poi a me quel Cherri lì non piace, c’ha il muso a banana, e poi è sposato con una che fa il chèciap, quella lì, la Teresa. Vuol mettere col Bùsc, aaaaah, che quando ti guarda ti tremano le ginocchia, come Berlusconi! Ma senza il riporto. Quelli son uomini, signora mia! Uomini veri, uomini duri, uomini…
Eeeeeh?…
Sìììì, arrivo!
Ah, che pazienza.
Scusi, sa, signora, devo andare.
Ho lasciato mio marito da solo in casa e mi ha bruciato l’arrosto.

(Questo post è andato in onda oggi su Radiodue, all’interno di Atlantis, insieme con altri post di altri esimi culèghi. Questo qui, nello specifico, non sarebbe stato scritto senza l’apporto del Socio, grazie Socio!)