Autoreferenze

pubblicato da Giulia lunedì, Settembre 6, 2004 13:15
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei
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Riflettere sul blog dentro il blog non è una cosa che mi piaccia molto, o che trovi particolarmente produttiva, se non per farci due risate sopra. Ma se ogni tanto la radio parla di radio e la televisione di televisione, e se ogni tanto tenere un blog diventa in sé qualcosa che genera pensieri che generano pensieri, forse posso fare uno strappetto alla regola. E spiegare.

Anche santi ed eremiti, adesso, sanno dov’è l’Ossezia. E non perché qualcuno ci abbia vinto la lotteria più ricca del mondo. Anche santi ed eremiti hanno visto le foto, e hanno un’opinione. E anche io, che oltre a tutto non pratico l’eremitaggio.

Preferisco evitare, per questioni di inadeguatezza, di commentare quello che è successo in questi giorni. Non ho molto da dire. E allo stesso tempo, postare normalmente raccontando gli affari miei o peggio ancora, boiate viste o raccattate in giro è difficile. È sempre difficile, sia che i bambini crepino in Iraq che in Ossezia, ma quando succede in questo modo, che dovunque ti giri ti vedi davanti occhi dilatati dal terrore e cadaveri abbandonati dentro sacchi semiaperti e madri che singhiozzano, andare avanti a riempire il blog delle solite trivialità è quasi impossibile. Anche quando ci sarebbero trivialità magari simpatiche da raccontare.

Si tratta del rapporto con chi ogni giorno si prende il disturbo di venire qui. Non parlarne è osceno. Parlarne senza aggiungere nulla al discorso è trito e inutile. E allora: non ne parlo, non fornisco la mia opinione, non è richiesta e non è utile. Vale lo stesso discorso già fatto altre volte: l’autrice di questo blog riconosce l’orrore di una strage che continua, e ogni tanto emerge come un fiume carsico. Ma non ne parlerà tanto per fare retorica.

Dal prossimo post in poi si riprende con le consuete trivialità. Anche se è sempre più dura.

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