SoDo Balaaaata
pubblicato da Giulia lunedì, Ottobre 13, 2008 9:44E’ abbastanza leggendaria, in famiglia, la mia capacità di resistere ai virus più incazzati. Da piccola, se c’era un germe nocivo nel raggio di due chilometri, me lo prendevo subito: ho avuto tutte le malattie infantili, inclusa la quarta e la quinta, la pertosse e la scarlattina.
Poi un giorno, misteriosamente, ho smesso di ammalarmi. L’ultima influenza seria l’ho avuta nel 1998. Da allora, al massimo un paio di giorni di febbre. Il che è un bene, ché da freelance ogni minuto son palanche, e una settimana di letto è una maledizione biblica. Il problema è che i miei anticorpi shaolin, pur resistendo efficacemente agli attacchi, a volte riescono solo ad attenuare la portata dei sintomi: per cui mi ritrovo, come oggi, a girellare per casa con una tosse cavernosa, giramenti di testa e generale debolezza, ma senza una buona scusa per darmi malata. Perché quando andavo a scuola, la febbre era l’unica discriminante: o ce l’hai (e allora stai a casa) o non ce l’hai (e allora ti alzi, fai colazione e vai a sederti in classe con tutti gli altri). Da allora conservo la stessa mentalità: se ho la febbre, sto a letto. Se non ho la febbre, devo lavorare. Anche se sto così male da aver avuto una serie di incubi raccapriccianti fra le otto e le otto e mezza di stamattina, roba splatter non spiegabile a mezzo psicanalisi dato che, al momento, sono piuttosto serena.
Non ho la febbre. Mi aspetta una giornata di merda.
Molly says:
Ottobre 13th, 2008 at 10:11
Le 3 L valgono sempre. La L di latte poi, caldo e con miele, funziona (garantito).
Altrimenti: lascia perdere gli sciroppi per la tosse, e bevi 2 litri d’acqua al giorno. Meglio con il limone che così disinfetta la gola.
In alternativa, mastica uno spicchio d’aglio. Ok, fa schifo e ti annnulla i rapporti sociali, ma fa miracoli per l’influenza e non solo. Per il problema derivante dalla cura (alito tarantolato), mastica un chicco di caffè.
Bisogna pur soffrire per guarire 🙂
Spettatore di provincia says:
Ottobre 14th, 2008 at 12:30
Non vorrei fare l’antipaticissimo, ma quella del latte caldo è una leggenda, un rimedio popolare che scambia un sollievo momentaneo per un aiuto curativo, mentre invece è l’esatto contrario.
La spiegazione è semplice. Quando si hanno tosse, catarro e mal di gola, c’è una ferita, una irritazione, e il caldo non fa che allargarla, posticipandone la cicatrizzazione.
Se ci si procura un taglio a un dito, vi si versa acqua calda o gelata?
Ma se ci sono cose che mi sfuggono, sarò lieto di apprenderle.
Per il resto, comunque, anche io sono per i rimedi “naturali”, evitando medicinali.
seralf says:
Ottobre 14th, 2008 at 1:38
contala in Fahrenheit, no?
sciroccata says:
Ottobre 14th, 2008 at 2:25
io non misuro la febbre quasi mai, cosí non cado nella trappola della temperatura. 🙂
Thumper says:
Ottobre 19th, 2008 at 9:22
Limone, ghiaccio e miele.
Il primo disinfetta, il secondo sfiamma, il terzo lenisce.
Mal che vada, è buono 🙂
Auguri da una che non vede salire il mercurio oltre i 37.3 da almeno 20 anni, ma che a 36.9 è come uno straccio.
(Hai provato a controllare la tua temperatura quando non stai male? La mia si aggira sui 35.5… Tutto è relativo)