Liberi tutti
pubblicato da Giulia domenica, Aprile 27, 2008 15:16Questo post segue da questo.
Anche quest’anno, sebbene in sordina e in modo quasi dimesso, si è festeggiato il 25 aprile; facciamoci caso, a queste ricorrenze, perché fra qualche anno ce le toglieranno a forza di senatori autoproclamantisi fascisti alla faccia della Costituzione. La Costituzione, tanto, si può cambiare, mica è la Stele di Rosetta. Comunque. Il 25 aprile sono stata a fare un giro al Pigneto, che è vicino a casa mia ed è un quartiere un po’ strano, una specie di città nella città dove i bambini giocano per strada e le ricorrenze legate alla Resistenza si festeggiano con grandi grigliate, musica e il solito dibbbbattito. E’ così da sempre, e anche quest’anno non c’è differenza. Un po’ di mestizia, magari. Ma autocritica? Tentativo di fare le cose in modo diverso? No. E perché mai, dopotutto?
Il popolo della sinistra è così, ecumenico a parole, elitario nei fatti. Autoconsolatorio e autocelebrativo. Queste feste in piazza, queste grigliate con i banchetti di fave e pecorino bio (buonissimo) e di corsi di italiano gratuiti “Solo per donne” (ma perché? Gli uomini non hanno bisogno di imparare l’italiano? Le donne si possono integrare e gli uomini no? Che logica c’è, dietro questo “Solo per donne”? E’ questo che è diventato, il femminismo italiano?) servono a tirare su il morale ai militanti, a predicare al coro. Sono comprensibili, ed accessibili, solo a chi già la pensa come tutti i presenti. E’ un eterno ritrovarsi fra parenti senza allargare mai la famiglia.
Intendiamoci, le feste in piazza sono una gran bella cosa, piccole o grandi che siano. Al di là del significato politico. Ma la festa in piazza fra militanti è diventata l’unica modalità comunicativa della sinistra: predicare al coro è più facile che andare in missione. Si può sempre dire che gli italiani non capiscono perché sono stupidi e ignoranti e saltano sul carro del vincitore, e sentirsi a posto così. Sarebbe ora, invece, di dirsi: non ha funzionato. Abbiamo sbagliato. Abbiamo parlato solo ai “nostri”, agli ortodossi, a chi condivide la nostra visione del mondo in ogni suo dettaglio, e non ci siamo mai preoccupati di portare il messaggio fuori, a chi non lo conosce. Ci siamo sbrodolati addosso in dibattiti infiniti in cui avevamo sempre ragione. Non ci siamo mai misurati sul pratico e il concreto con chi la pensava diversamente. Ci siamo arroccati in un sentire esclusivo, che necessitava preparazione, studio, comprensione, cultura.
Nel frattempo, Bossi, Berlusconi, Fini e compagnia cantando andavano in piazza e arringavano la gente, andavano in televisione ed esponevano le loro teorie economiche, si facevano intervistare dai giornali cavalcando ogni sorta di indignazione popolare. Nel frattempo, la destra è diventata la voce della gente, e la sinistra un movimento per pochi solitari intellettuali.