Il romanticismo del cracker

pubblicato da Giulia domenica, Marzo 30, 2008 9:39
Aggiunto alla categoria Bric à brac

Il mio transito intestinale deve essere regolarizzato. Ve lo dico perché l’ho scoperto ieri anche io: non sapevo di avere questo problema, ma secondo questo test dovrei mangiare più fibre e altri prodotti che favoriscono quella che la Marcuzzi chiama “la naturale regolarità”.

Il test l’ho fatto alla Alixir Food Lounge, leggi: posto fighetto e high-tech piazzato in pieno centro a Roma, a piazza San Lorenzo in Lucina, atto a vendere i prodotti della nuova linea Barilla, Alixir. Prodotti che, va detto, sulla carta sembrano un incrocio fra i soliti alimenti salutisti integrali macrobiotici e le pillole dell’astronauta: sono infatti addizionati di elementi nutritivi che aiutano a supplire alle inevitabili carenze dell’alimentazione sregolata tipica degli over-35 in carriera. Insomma, se non mangi abbastanza frutta eccoti il succo di frutti di bosco che contiene antiossidanti, se non mangi abbastanza pesce eccoti il pane ricco di Omega 3.

Sono sempre stata sospettosa verso chi romanticizza eccessivamente il cibo, trattando l’alimentazione come una prova da superare, qualcosa da fare bene per stare bene ed essere efficienti e giovani e scattanti, panacea e disciplina insieme, pratica zen da osservare scrupolosamente. Quelli che mangiano sempre così, secondo me, poi di notte sognano di sbranare cinghiali come Obelix. Ma divago: Alixir, di primo acchito (ma anche di secondo) sembra uno di quei prodotti d’élite per gente che ha effettivamente tempo di preoccuparsi degli Omega 3, e anche i soldi per rimediare a questa carenza.

In maggioranza maschi, per ora: come ha fatto notare uno dei dirigenti marketing deputati alla (lunga, lunga, lunga) presentazione, lui mangiava malissimo “finché non si è sposato”. Da allora, provvede la consorte, che lavora part-time. E quando una delle presenti ha dichiarato di saper fare la zuppa d’avena, unanime si è levato il coro “Da sposare!” Perché imparare a farsela, la zuppa d’avena, quando si può impalmare una gentile signorina e delegarle i compiti alimentari?

Nonostante tutto quanto sopra, i prodotti sono buoni. Posso garantire almeno per i cracker, il pane, il succo di mirtillo e il tè verde. Anche i biscotti al cacao, per quanto praticamente privi di quell’elemento di peccato che rende gli Scottish Shortbread così deliziosi, si fanno mangiare eccome.

Mi hanno anche regalato un borsone pieno di prodotti da portare a casa. Per ora, il mio transito intestinale non ha subito variazioni di rilievo.

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2 commenti to “Il romanticismo del cracker”

  1. Alixir: la nostra verità sul nero-Barilla – Frizzifrizzi.it says:

    Marzo 31st, 2008 at 2:46

    […] Update: trovate le opinioni degli altri partecipanti all’incontro su Dr_Who, Smeerch.it, Sai tenere un segreto?, 2spaghi, Mario Lupi’s Blog (lista in aggiornamento) Scritto da Simone il 31 Marzo, 2008Tags: advertising, cucina, design, eventi, lifestyle, roma […]

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