Free Mastella

pubblicato da Giulia sabato, Gennaio 19, 2008 12:55
Aggiunto alla categoria Target du jour, Triste mondo malato
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Su un numero di La Repubblica abbandonato in bagno leggo che Antonio Di Pietro ha seri dubbi sulla possibilità che the Mastellas vengano condannati per il loro implacabile maneggismo. Nel 1992, racconta, quando Craxi disse “Siamo tutti colpevoli” vi fu silenzio, un silenzio grave. Ora Mastella dice “Non sono l’unico, fanno tutti così” e tutti si affannano a soccorrerlo, manifestargli simpatia e solidarietà. Dettata certo da calcolo politico, ma anche dalla sensazione che sia proprio così: che, come spiega Di Pietro, una mazzetta si possa localizzare, costituisca realtà oggettiva, soldi veri che si spostano. Ma provare che il piazzamento di scagnozzi e fidati nei posti di potere sia la conseguenza di un ricatto è già più difficile. In Italia, la lottizzazione e il familismo sono non solo all’ordine del giorno, ma un gioco scoperto e accettato, in nessun modo stigmatizzato o criminalizzato. Un gioco a cui la gente gioca quotidianamente. Ogni volta che chiediamo una raccomandazione, ogni volta che ci rechiamo postulanti dallo zio potente o dall’amico del cugino onorevole, ogni volta che accettiamo di favorire un amico, stiamo partecipando: e allora è inutile farci venire mal di pancia. Se Paola Perego, in quel grande specchio della cultura nazionale che è Buona Domenica, può serenamente affermare che Sara Varone è una sua amica di famiglia a cui ha voluto dare una possibilità, e noi, invece di spegnere la televisione e andare davanti agli studi con delle carrettate di uova marce, facciamo sì sì con la testa, allora Di Pietro ha ragione: Free Mastella, e voi attaccatevi al cazzo.

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