La libertà di scegliere quello che ti diciamo noi

pubblicato da Giulia venerdì, Gennaio 11, 2008 15:21
Aggiunto alla categoria Target du jour, Triste mondo malato
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La copertina di Famiglia Cristiana non può, ovviamente, esimersi dalla vigliaccata. “Libere di scegliere la maternità: perché oggi è possibile ‘rivedere’ la legge 194”. Ora a parte che quelle virgolette intorno a ‘rivedere’ mi sembrano piuttosto rivelatrici – non di revisione si tratterebbe, ma di abrogazione: lo so io, lo sapete voi, lo sanno tutti – trovo che sia, appunto, piuttosto vigliacco far passare l’idea che la 194 limiti in qualche modo la libertà di una donna di scegliere la maternità. Come se la legge stessa avesse introdotto l’aborto in Italia, piuttosto che limitarsi a renderlo sicuro, regolamentarlo e farne calare l’incidenza.
La libertà di scelta della maternità è sicuramente limitata, ma da altri fattori che non sono la legge 194. Fattori economici, sociali, di condizionamento, psicologici o sanitari. A giudicare da questa copertina, verrebbe da pensare che la legge 194 in qualche modo limiti la libertà di una donna di scegliere di diventare madre, obbligandola ad interrompere la gravidanza o a non avviarla affatto, piuttosto che darle gli strumenti per scegliere una maternità consapevole e la possibilità di non portare avanti una gravidanza non desiderata o pericolosa.

Non è in discussione, credo, il fatto che l’aborto non sia una scelta semplice, o l’unica scelta possibile. Una donna può – o dovrebbe potere – disporre del proprio corpo, in un senso o nell’altro: chi viene costretta ad abortire dal compagno o dalla famiglia si trova in una condizione di non-libertà tanto quanto una donna costretta a portare avanti una gravidanza dalla famiglia, dalle circostanze sociali o dalle pressioni psicologiche esercitate su di lei. Una donna libera può decidere se portare avanti la gravidanza o meno, ma nel caso decidesse di non farlo (per motivi di qualsiasi tipo) la legge 194 è lì ad impedire che l’interruzione avvenga con metodi sanguinari o pericolosi. E’ lì anche per far sì che la gravidanza indesiderata non inizi affatto: a questo servono i contraccettivi, avversati dalla Chiesa che continua a vedere il sesso solo ed esclusivamente in funzione riproduttiva. Una posizione del tutto scollegata dalla realtà, nello stile “lontano dagli occhi” che ne caratterizza le linee educative.

Mi rendo conto che è davvero troppo chiedere che la Chiesa Cattolica si faccia da parte e lasci che la politica faccia il suo lavoro. Sarebbe troppo, però, chiedere che i suoi organi di stampa non arrivino a manipolare i fedeli lettori?

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