Il senso della vita, dell’universo e tutto quanto

pubblicato da Giulia mercoledì, Novembre 21, 2007 16:13
Aggiunto alla categoria Muziek non stop, Spot
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Le cose, certe cose, bisogna farsele da soli.

Un gourmet, checché ne dica la pubblicità, il ragù Barilla lo mangerebbe solo in condizioni estreme, tipo attacco alieno o catastrofe nucleare. Una vera amante della moda non compra i maglioni da H&M: impara a lavorare ai ferri. Non si può scalare l’Everest andando su Google Earth. E chi ama la musica, la ama davvero sopra ogni cosa, che si alza la mattina e la prima cosa che fa – prima ancora di lavarsi i denti e fare colazione – è mettere un disco, e se la sera va a letto presto si addormenta più facilmente con qualcosa di morbido in sottofondo, e se ogni bancarella del vinile si ferma e spulcia i dischi uno per uno, poi torna indietro, li rivede tutti, ci pensa, pondera, e infine compra sempre qualcosa, ecco, quel qualcuno la musica prima o poi non si accontenta più di ascoltarla, o di scriverne.

La deve fare. Anche non da solo, e infatti il qualcuno non è solo. Ma per la genesi di tutta la faccenda, vi rimando alle sue parole.
42 records esordisce con un regalino, come un nuovo vicino di casa veramente simpatico che porta fette di crostata a tutti. Una compilation. Gratis. Che si apre con una canzone in cui ci sono anche le mie mani, letteralmente (nel senso che ho fatto “clap-clap clap” a tempo davanti a un microfono), prosegue con una dose di pop stralunato, indie rock sexy, tenero shoegazing, e via via assortendo fino all’esplosione di rumore finale, che se volete farvi sanguinare le orecchie non dovete fare altro che sentirlo in cuffia a palla.

Non tutti gli artisti della compilation sono artisti 42: lo sono i Cat Claws (quelli dell’indie rock sexy), i København Store (che in Italia non abbiamo i Sigur Ròs, ma se li avessimo forse sarebbero loro, se non che sono dei piacentini che mangiano come betoniere, e tra parentesi, se vi innamorate di loro in senso romantico sappiate che hanno seminato una sciarpa a casa mia, e me la vendo al/alla migliore offerente), i Late Guest at the Party (che Steve Lamacq – Steve Lamacq! – li suonava nella sua trasmissione su Radio One), e i Fake P, prima uscita ufficiale dell’etichetta e già colonna sonora dello spot Comete Gioielli (nonché gente in grado di suonare indifferentemente qualsiasi strumento, andate a vederli dal vivo).

Insomma, questo è.

42, ovviamente, sarà al M.E.I. questo fine settimana. Ci vengo anche io, mi trovate al banchetto a dare una mano. Nel frattempo, ve l’ho detto: la compilation è gratis. Scaricatevela. Dico sul serio: rinuncereste ad assaggiare il ragù di un gourmet?

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