Ma io non ci sto più/e i pazzi siete voi

pubblicato da Giulia venerdì, Maggio 25, 2007 12:24
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei, Target du jour
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Guardare The Club la mattina, in attesa di Deejay chiama Italia, è uno spasso o un supplizio a seconda del grado di tolleranza che uno ha per la scemenza altrui. Va bene che è difficile trasmettere intelligenza o personalità rispondendo a quesiti come “Al primo appuntamento cosa concedi?” o “Convivenza o matrimonio?”, ma un po’ di senso del ridicolo, una risposta pungente, un segno di coscienza sarebbero graditi. Invece no, tutti seri a farsi intervistare. Vabbè. Forse le interviste pungenti le tagliano. Comunque, notavamo stamattina che alla domanda “Tre aggettivi che ti descrivono”, la quasi totalità delle ragazze risponde “solare”, e almeno la metà degli intervistati si qualifica con una variante di “pazzo”.

Pazzo. Chissà cosa intendono, questi ragazzi di provincia, per “pazzo”. Qual è il grado di eccentricità necessario a qualificarsi come mentalmente disturbato (ma in modo simpatico, eccentrico, vitale) in una comunità alla periferia dell’Impero. Una volta conoscevo uno pazzo. A un certo punto è saltato giù dal terzo piano, di piedi, rompendosi tutto ma rimanendo in vita. Era bipolare e doveva prendere il litio, ma siccome lo rincretiniva capitava che saltasse le dosi, e quindi lo trovavano che cercava di scappare in mutande da casa. Non si è laureato perché tre giorni prima della discussione ha perso la trebisonda ed è finito non so dove. Era pazzo davvero: e non ho problemi a dire che lo trovavo più simpatico quando l’equilibrio chimico del suo cervello era nella norma.

Non tutti i pazzi sono simpatici, anzi, i pazzi simpatici sono una minoranza. La malattia mentale rende difficile la convivenza con gli altri, mette fuori sincrono le persone, scombina i codici di comunicazione. Si può amare una persona affetta da psicopatologia, ma non è un rapporto semplice, né rilassante. Eppure, in qualche modo e in tutte le lingue, “pazzo” sta ugualmente per disturbato e imprevedibile, minaccioso e simpaticone, inquietante ed eccitante.

Chissà cosa ci vuole per essere pazzi a Brescia, a Napoli, a Milano, a Bergamo, a Udine, a Rimini. Tutti questi ragazzi che sognano di essere speciali, diversi, non comuni, non omologati: e sono vestiti tutti uguali, tutti si fanno intervistare diligentemente dalla redazione di The Club, si dimenano a tempo con la musica della discoteca in cui si trovano, dichiarano di essere single, gelosi, se lei guarda un altro è finita, da una relazione si aspettano sincerità, l’amicizia è la cosa più importante, conosciamoci e il resto si vedrà, contattatemi perché sono simpatica. E solare. E onesto. E divertente.
E pazzo.

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