Ambidestrismi

pubblicato da Giulia domenica, Aprile 15, 2007 22:19
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei, Sorelle d'Italia
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Che è più o meno come quando fai uno di quegli esercizi ginnici in cui con le mani fai una cosa e con le gambe un’altra (dicesi anche “danza”), magari opposta, ma la devi fare contemporaneamente e ti incasini, e finisce che ti fermi e fai solo una cosa o l’altra sentendoti mica poco scoordinata; ma poi impari.

Si tratta di trovare la giusta coordinazione. Fare di qua una cosa e di là un’altra, senza sovrapporle eccessivamente: ma se di fatto quello che faccio di qua è causa diretta di quello che faccio di là, sottraendo di qua quello che voglio mettere di là finisce che di qua rimane poco o niente, e devo inventarmi cose nuove da dire di qua che di là non ci starebbero. Finisce che per tenere vivo di qua devo ritornare ad un’introspezione che ho praticamente abbandonato da un pezzo a questa parte, ché i fatti miei non sempre sono interessanti, o facili da rendere tali. E quando parli con qualcuno – perché il blog quello è, mica un soliloquio o un diario personale – non è carino raccontare per ore cose di nessuna rilevanza per la sua vita. Capita, ogni tanto, per carità, ma non è bello che diventi la regola.

Sarà anche che la mia vita non si dipana lungo il corso di grandi eventi, e che il mio percorso professionale, al momento, è meno appariscente rispetto a qualche tempo fa. Si lavora sempre, ma mettendoci meno faccia ed uscendo molto meno. Va da sé che ci sia poco da raccontare. Le passeggiate al Pigneto, il gelato della gelateria più buona del mondo (che ognuno ha la sua, ma questa è la mia, l’Universo sarà infinito ma il mio mondo no), il profumo dei glicini e delle acacie che ha la capacità di rendermi istantaneamente felice, l’affetto delle amiche, le lunghe discussioni di argomento teologico (il perché Bagnasco ha torto, e Ratzinger pure, detto da un cattolico ha un peso specifico diverso), le piante che ho messo sul terrazzo, la lavanda che dovrò decidermi a regalare a qualcuno perché qui dove l’ho trapiantata non prende abbastanza sole. Tutto bellissimo, ma non roba da post, in fin dei conti.

E’ la solita storia del blog che parla di se stesso, ma è anche la storia di come il cervello, a furia di pensare per narrazioni, si annoi di se stesso e desideri altri stimoli, ed è per questo che vado in piscina tre volte la settimana cascasse il mondo, ma anche quello, una volta detto, non è che sia raccontabile all’infinito.

Era per dire che qui potrei prendermela comoda, per un po’ di tempo, per diversi motivi. Di solito, una volta detto, ci metto poco a riprendere il ritmo. Si tratta di coordinazione, appunto: ci vuole un po’, ma con l’allenamento ci si arriva.

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