Il cane e la sua coda
pubblicato da Giulia mercoledì, Aprile 4, 2007 9:33Non sono sicura che scrivere questo post sia una buona idea, ma è un po’ che ci penso, e quando un pensiero non se ne va forse va bene condividerlo, per vedere cosa viene fuori. Non mi piace nemmeno molto parlare di blog, perché per chi legge i blog è un po’ come guardare i concorrenti del Grande Fratello che parlano di se stessi in televisione, i.e. entertainment value zero. Faccio un’eccezione solo perché il blog, in questo caso, pone il problema del rapporto fra chi scrive e chi legge, amplificato ed enfatizzato dall’uso dei commenti.
E’ già da un po’ che Filippo Facci ha ricominciato a scrivere su Macchianera, un blog che, come tutti i blog (in particolare quelli multi-autore) ha alti e bassi. Quando è al suo meglio, vale a dire quando scrive di qualcosa, Facci è bravissimo. Anche quando dice cazzate, intendiamoci, e con questo includo anche molti suoi post di argomento sentimentale su Grazia; ma non è mai il caso di prenderlo sul serio, commentare o criticare i suoi post. Facci, come molti bravissimi, è perfettamente in grado di simulare verità e sostenere qualsiasi tesi con la pura forza della dialettica. Non pare confrontarsi bene con l’autenticità di quello che scrive, tanto più che, quando scrive qualcosa con cui sente un legame personale (vale a dire, ci crede), i commenti li chiude. Questa è una percezione che lo stesso Facci sicuramente smentirebbe, ma vado a spanne, perché non è qui che voglio arrivare.
Il punto è che ultimamente Facci sta usando il blog (Macchianera, nello specifico) per condurre un bizzarro quanto irritante esperimento, purtroppo pienamente riuscito. Scrive post inutili, in cui non dice nulla, e aspetta che l’area dei commenti si riempia di battute, insulti, proteste e spam. Cosa che puntualmente avviene, fornendogli la possibilità di dichiarare che tutti i commentatori di blog sono idioti perdigiorno, e il blog stesso (per la proprietà transitiva) uno strumento inutile, perché non conta quello che viene detto, conta solo che esista la possibilità di commentarlo. In parte ha anche ragione: i duemila e rotti commenti all’ultimo post sull’ormai – o temporaneamente? – abbandonato Daveblog sono una prova a carico schiacciante.
Il metodo che utilizza per arrivare alle sue conclusioni, però, è altamente disonesto. Viene meno al patto fondamentale fra l’autore e il commentatore, che consiste in uno scambio più o meno paritario: io do una cosa a te (anche una cazzata, anche una bugia, anche qualcosa che non sento, ma comunque un contenuto) e tu mi restituisci una forma di feedback al mio contenuto, o al feedback immesso da altri. Questo è nel suo pieno diritto come antropologo d’accatto; mi stupisce però che una percentuale così elevata di commentatori cada in questa trappoletta, non riconoscendone la scorrettezza, e peggio ancora, che ci cadano altri autori dello stesso blog, che collegano l’egomania facciana a un set di amplificatori con subwoofer, e contemporaneamente sprecano la loro occasione di dare qualcosa di concreto a chi ogni giorno visita il sito. Fino al giorno in cui il post più interessante su Macchianera sono i link del giorno, e il resto è una celebrazione in pompa magna della rilevanza di Filippo Facci come solista del nulla in un blog che ha qualcosa come una cinquantina di autori (valutazione approssimativa).
Commentare i non-post di Facci, in sostanza, equivale ad avvalorare la tesi secondo cui non serve dare qualcosa al pubblico per ricevere qualcosa in cambio. Posto che non credo che Facci abbia la necessità di sentirsi avvalorato da uno scambio con gente che ritiene molto al di sotto del suo livello (la scrivente inclusa, alla quale non mancherà sicuramente di dare della cretina in qualche forma), è un peccato dare corda all’idea che uno strumento come il blog sia de facto un’invenzione inutile e priva di significato. Si finisce per essere strumentali nella svalutazione di noi stessi come autori e come partecipanti. Morale della favola: non commentate i post di Facci. E non commentate nemmeno i post di quelli che commentano Facci. Iniziando da questo, se credete.