La ridistribuzione del plusvalore
pubblicato da Giulia giovedì, Febbraio 1, 2007 16:00Non è mica giusto che sia solo Davide a godere di tutta questa attenzione da parte delle scimunite d’Italia. Ne voglio un pochino anche io, ché qua ultimamente son solo berluscones e papaboys. E’ dai tempi in cui su questo blog imperversava la mitica Ely (che parlava e si rispondeva da sola in un continuo dialogo da perfetta dissociata: solo la chiusura forzata dei commenti è riuscita ad arrestare l’incontenibile fiume del suo sdegno) che qui rintronate vere non ne arrivano più. Tutte troppo fini, colte e intelligenti, le mie commentatrici. Voglio una ricarica di demenza, kommenti e fanatismo.
Mi accingo quindi anche io alla disamina del video d’esordio ad opera di tale Filippo Bisciglia. Uno che l’anno scorso faceva “Ao'” al Grande Fratello, e adesso che c’ha la fama e pure li sordi (sempre che riesca a spillarne un po’ a De Megni) ha deciso di fare il cantante. E a questo scopo ha inciso una canzonetta.
Si parte bene già aprendo la pagina: titolo, Stò pensando a te. Per un momento penso no, dai, è una parodia. E’ una di quelle cose da cantanti confidenziali della rete locale con numero in sovrimpressione da chiamare se ci si vuole affittare “l’artista” per matrimoni e feste varie. Qualcuno vuole prendere per il culo il Bisciglia. L’errore di ortografia è messo apposta.
Poi faccio partire il video.
Ci vuole un certo stoicismo per guardarselo tutto. Tipo che a dieci secondi dall’inizio sono in preda alle convulsioni, e allora devo fermare il filmato, legarmi alla sedia e farlo ripartire dando zuccate sul touchpad.
Un inizio a base di “nananananananananana” e ghitàra arrangiata Sanremo è di norma sufficiente a farmi fuggire. Digrignando i denti come Hannibal Lecter, resisto. Il testo già si annuncia pregno di significati (“Sto pensando a te/che chissà adesso dove sei/sto parlando con teeeeee/e forZe non lo saprai mai”). Le immagini patinate, la fotografia, la goccia nel bicchiere abbandonato nel lavandino, il Bisciglia riverso sul divano con aria affranta mentre il carrello della telecamera gli gira intorno onde non perdersi una goccia del suo dolore OH CRISTO MA DURA VERAMENTE QUATTRO MINUTI E NOVE, QUESTA ROBA? la chitarra elettrica senza cavo imbracciata per accompagnarsi nel canto sempre senza muoversi dal divano, le pallottole di carta a testimonianza del travaglio attraverZato dal cantautore, la camicia bianca MA VERAMENTE VERAMENTE VUOLE PASSARE PER UNO CHE HA SUDATO PER SCRIVERE QUESTE QUATTRO MINCHIATE? la posa cristologica sul tetto a braccia aperte contro il destino mentre il gruppo sullo sfondo fa finta di suonare BASTA PER FAVORE BASTA VOGLIO UN’ENDOVENA DI AFGHAN WHIGS PIETA’ VI PREGO PIETA’ le costruzioni sintatticamente e semanticamente ardite (“Sale quella voglia all’improvviso/di trovarti fra le cose/più importanti che ho di me”) NON POSSO ESSERE SOLO A META’ NON POSSO ESSERE SOLO A META’ NON POSSO ESSERE SOLO A META’ il labiale leggermente sfasato sulla parte “Ao'” della canzone SOLO QUINDICI SECONDI DAI SOLO QUINDICI SECONDI SOLO…
Insomma, non serve neanche dirvelo: una gran cagata.
Forza ragazze, fatemi vedere di cosa siete capaci. Fantasia, creatività, oplà!