Perché la gonna al polpaccio fa sembrare tutte tozze

pubblicato da Giulia lunedì, Gennaio 15, 2007 13:05
Aggiunto alla categoria Pacs nobiscum, Triste mondo malato
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Sono giorni di gravi offese alla famiglia. Lo dico perché lo ha detto il Papa, eh, non perché io lo pensi; un po’ come certi politici nostrani. Michele Serra ha già inquadrato (come riportato da Wittgenstein) quale dovrebbe essere il trattamento più corretto da riservare alle esternazioni vaticane, ma non nutro speranze in merito. Tanto più che “zapaterismo” ha sostituito “femminismo” in vetta agli -ismi verso cui nutrire un irrazionale quanto immotivato terrore. Cosa ci sia di spaventoso in un presidente che mantiene gli impegni presi in campagna elettorale e mantiene ben definita la divisione fra Stato e Chiesa, non si sa. Ognuno a casa sua pratica la religione che preferisce, ma il paese si governa secondo principi non confessionali: unico modo per evitare il totalitarismo e mantenere il pluralismo, anche in ambito religioso.

Il contrario, cioè il paese governato secondo principi confessionali, si chiama teocrazia; e in certi paesi islamici la si pratica con un certo entusiasmo, e i risultati che sappiamo. Qui da noi ci si riesce raramente, ma con una costanza terrificante: la legge 40 ne è la dimostrazione materiale, ma non mi stupirei se anche il dibattito in corso (se di dibattito si può parlare, fra due parti politiche che rimangono fermamente ognuna sulle proprie posizioni) risultasse pesantemente influenzato dagli strali lanciati dal Vaticano in direzione del nostro (e ripeto, nostro) Parlamento. Dimenticando che gli italiani non sono solo cattolici, ma anche protestanti, ebrei, musulmani, buddisti e agnostici.

Il comportamento degli stessi cattolici sarebbe da esaminare. Una teocrazia di matrice cattolica potrebbe forse funzionare in un paese di strettissima osservanza, ma è cosa nota che i cattolici italiani osservano un po’ quello che gli pare. Tra i praticanti (e qui intendo quelli che vanno in chiesa regolarmente, e non solo per le ricorrenze principali) non sono pochi i conviventi, mentre quelli che fanno sesso fuori dal matrimonio sono, mi sento di dire senza timore di smentita, la maggioranza. Al punto che una coppia che arrivi al matrimonio illibata (almeno dalla parte di lei) finisce dritta dritta a L’Italia sul Due, come curiosità e stranezza. Lui come avrà ovviato all’astinenza? Rosari o auto-aiuto? Una delle due attività è proibita dalla sua religione. Tra i cattolici sono anche moltissimi quelli che evadono le tasse, amano il prossimo loro un bel po’ meno di se stessi, e girano armati pur prendendo regolarmente la Comunione. Tra gli italiani che professano adesione a Santa Romana Chiesa si segnala anche una certa propensione a disfarsi del Sacro Vincolo tramite Sacra Rota, in modo da poter convolare a nuove nozze sempre davanti a Dio. Della cui memoria devono avere scarsissima considerazione.

Le leggi di un paese non dovrebbero dipendere dalla volontà di una supposta “maggioranza” religiosa, in particolare se l’esistenza di questa maggioranza viene diagnosticata per difetto di presenza. Il tanto sbandierato astensionismo di massa al referendum abrogativo della legge 40 non prova che gli italiani siano al 74,5% cattolici praticanti: conferma semmai che una percentuale altissima di italiani non vota ai referendum, a prescindere dalla colorazione religiosa o politica. I grafici riportati da Progetto Italia Federale sono una fotografia abbastanza precisa della ripartizione dei votanti nelle diverse consultazioni, abbastanza simile a prescindere dalle campagne per l’astensionismo portate avanti dai rappresentanti del nostro governo. O da governi che non siano il nostro, democraticamente eletto.

Dalla promulgazione della legge 40 nel 2004 in qua, il turismo procreativo è aumentato vertiginosamente, mentre sono diminuite le gravidanze. Bella mossa, per un paese in grave deficit di nascite, e ottima cosa per gli ospedali stranieri (soprattutto quelli spagnoli, a quanto pare: vai così, José Luis). E anche se difficilmente un fallimento della legge sui PACS potrebbe portare a un’emigrazione di massa, resta il fatto che un paese che, in buona percentuale, guarda con malinconia e una punta di invidia a uno dei suoi vicini non è un paese a maggioranza cattolica: è un paese inerme e incapace di guardare in faccia le sue vere esigenze ed essere onesto con se stesso.

La supposta “maggioranza cattolica” non può chiedere al resto del paese di praticare la sua stessa marca di ipocrisia, quella secondo cui il riconoscimento delle coppie di fatto sarebbe un’offesa alla famiglia, con la pretesa che le stesse coppie siano costrette a scegliere fra il vincolo matrimoniale e il nulla (oppure non possano scegliere altro che il nulla). Se questo secondo loro va bene, è cosa buona e giusta, è necessario che questa posizione venga riconosciuta per quello che è: una posizione di origine religiosa, che pertanto deve essere confinata alla sfera delle scelte private, e non assurgere a legge. Un dettame che prevede la limitazione della carità cristiana – e dei diritti civili – a una ristretta cerchia di eletti, giudicati degni in virtù del loro essere, in superficie, eterosessuali e propensi ad unirsi in santo matrimonio (tanto, ad annullare tutto si fa sempre in tempo, no? Basta pagare). Tutti gli altri devono rimanere nell’ombra, in silenzio, senza diritti; tollerati con un mezzo sorriso, basta che non facciano richieste.

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