Cinque cose che potreste anche continuare a non sapere di me

pubblicato da Giulia mercoledì, Gennaio 10, 2007 16:26
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei
Commenti disabilitati su Cinque cose che potreste anche continuare a non sapere di me

Me l’ero tenuta in caldo cercando di farmi venire in mente qualcosa. La verità è che sono una persona noiosissima, e le poche cose interessanti della mia vita ve le ho già raccontate. Vi mancano, forse:

1- L’aneddoto strappalacrime
I miei genitori avevano una visione bizzarra del concetto di “ambientamento”. A nove anni, dopo che ne avevo trascorsi quattro e mezzo vivendo con i miei nonni, mi ripresero a vivere con loro per farmi “ambientare” a Pordenone. Dopo avermi fatto lasciare i compagni con cui avevo frequentato le elementari dalla prima alla quarta, mi iscrissero alla quinta in una scuola di città. E alla fine della quinta, in una scuola media dove non era stato iscritto nessuno dei miei compagni di classe.

2 – Il particolare bizzarro
Il mio Monty Python preferito è Terry Jones.

3 – L’informazione inutile a carattere infantile
Il mio primo pupazzo era un portapigiama giallo e caniforme di nome Pippo. Esistono fotografie del mio primo sorriso (25 giorni) in cui Pippo era già presente, e ho ragione di credere che questo essere peloso si annidi tuttora nei meandri della mansarda in cui i miei stipano ogni sorta di oggetto.

4 – L’aneddoto imbarazzante ma non troppo
Poco tempo fa, uscendo da Saxa Rubra per andare a un’intervista, PC portatile in una mano e telefono nell’altra, metto inavvertitamente entrambi i piedi dentro uno di quegli anelli di plastica che servono a tenere insieme i pacchi dei giornali. Cado a pelle di leone avendo appena il tempo di salvarmi la faccia mollando cellulare e PC e atterrando prima con le mani.
Un paio di persone presenti accorrono a rimettermi in piedi, e io, con le stimmate sulle mani e l’aria sconvolta, mi rendo conto che una di queste è Rosanna Cancellieri.

5 – Il dettaglio cacciato dentro perché ero a corto di idee, ma ne approfitto per fare un saluto
La prima e ultima volta che ho vinto qualcosa con un racconto scritto da me era il 1995. Il racconto si chiamava Thump e l’avevo spedito senza troppi pensieri a un concorso a cui partecipai insieme a uno dei miei amici del cuore. Risultato: secondo premio, con attestato che è ancora appeso a casa dei miei, in bella evidenza.

A questo punto, dovrei passare la palla. Il fatto è che non so a chi passarla (a parte Fabio, di default), per cui facciamo che ve la prendete voi, così com’è, e ditemelo nei commenti che vi vengo a leggere.

Commenti e ping chiusi.