Sex and the average American
pubblicato da Giulia venerdì, Dicembre 22, 2006 11:52Gli Americani sono quelli che negli anni ’80 si scandalizzavano per i bustini di Madonna, negli anni ’90 per i video fetish di Madonna, e nel 2000 per i baci lesbici di Madonna a Britney Spears. E sono anche quelli che da due anni tormentano Janet Jackson per la storia della tetta in libera uscita al SuperBowl. Due anni per una tetta, mentre da noi quella che faceva i pompini alla Farnesina sta a Buona Domenica con le bocce al vento e fa gli spot per i telefonini dove tutta tronfia sgancia battute sulle sue avventure mercenarie. Devo capire se sono molto avanti loro, o noi, o se siamo tutti da buttare.
Certo che gli americani stanno male. Prendiamo la questione dell’educazione sessuale. Un recente sondaggio su un vasto campione di adulti fino ai 60 anni ha indicato che circa il 90% degli intervistati ha avuto rapporti sessuali prima del matrimonio. Sì, OK, la scoperta dell’acqua calda: la gente tromba. Andate a dirlo a George W. Bush, il cui governo ha deciso di finanziare esclusivamente i progetti di educazione sessuale basati sull’astinenza. Non stiamo parlando del Papa, che le corbellerie in materia le dice per rispetto a San Paolo Apostolo e in osservanza a una dottrina che funziona meglio con la gente frustrata: ha le sue ragioni, è marketing. Quali sono le ragioni di un capo di Stato? Mantenere la fiducia dei fondamentalisti cristiani? OK, è marketing anche quello, allora. Il problema (che non è un problema solo degli americani, come testimonia l’antologia di assurdità riportate in questo blog) è che non solo i ragazzini hanno un bisogno spasmodico di sapere come funzionano i loro corpi, ma anche che 1) non si può pretendere di vivere in una società fortemente sessuata e di avere contemporaneamente adolescenti casti e 2) gli adolescenti sono programmati per avere gli ormoni a manetta tutto il tempo. Acqua calda a secchiate, ma ci sono almeno due governi al mondo che si rifiutano di riconoscere questo semplice fatto e porvi rimedio con una corretta informazione: quello americano, e il nostro.
L’idea che i ragazzini non facciano sesso se nessuno gli spiega come farlo è contraddetta dall’evidenza di qualche millennio di evoluzione. In compenso, forse i ragazzini metterebbero al mondo meno ragazzini (e si beccherebbero meno malattie veneree) se qualcuno si prendesse la briga di spiegare loro come evitarlo.
Questo per il punto uno.
Punto due: le americane stanno male. Mentre qui da noi i ranghi delle trentenni single e felici si ingrossano di giorno in giorno, le donne della Land of Hope and Freedom mantengono un’atavica fissazione per il matrimonio. Non tutte, ma molte: e questa fissazione, accoppiata a un rapporto non proprio sereno con il sesso, genera mostri.
Dawn Eden (née Goldstein) ha trentasette anni, si è convertita al cristianesimo prima e al cattolicesimo poi e, a suo dire, ha scelto di vivere casta nella convinzione che questo possa renderla più felice e, come ulteriore risultato, aiutarla a trovare marito. E ci ha scritto sopra un libro. Leggere per credere: una donna che è passata da una vita di relazioni casuali (la più lunga? Nove mesi. A malapena il tempo di conoscersi un po’) a una vita di castità totale, basata sull’idea che il sesso non possa essere praticato senza aspettative di tipo romantico, e che la pratica rubi spazio ed energie alla vita reale. E che una volta sposati, ehi! Andrà tutto benissimo, sarà tutto bellissimo, ciuleremo orgasmicamente per sempre perché siamo sposati, e quindi tu uomo mi attribuisci tanto valore da restarmi vicino tutta la vita e io donna sono molto gratificata da questo e quindi saremo felici per sempre.
(E io che pensavo che gli anni ’50 americani fossero finiti anche in America.)
Una donna che adesso sta con un uomo con cui fa tutte queste cose meravigliose, vanno ai musei, si tengono per mano in pubblico, e il non fare sesso è una cosa meravigliosa se non sei sposato, perché se fai sesso senza essere sposato poi ti viene l’ansia e non hai tempo per le amiche e finisci per pensare alle tue amiche a compartimenti stagni, tipo questa è quella con cui vado al cinema e questa è quella con cui chiacchiero, e il nesso c’è ma non si vede, giuro che c’è, giuro giuro. Comunque ho molte fantasie sessuali sul mio fidanzato, ma le respingo perché non voglio rimanere delusa se poi lui non le rispetta al millimetro. Maniaca del controllo? Io?
Dawn Eden ha trentasette anni, e una paura fottuta di rimanere sola per sempre. “Chi mi pulirà il culo a ottant’anni?” Beh, tesoro: la vita è stronza e complicata, e alcune persone – in maggioranza donne – finiscono a vivere sole proprio a quell’età. I figli se ne vanno, i mariti muoiono, non sempre le cose vanno come pensi tu. Deal with it.
La cosa interessante in tutto questo è proprio la tendenza americana a generalizzare l’esperienza. Una trentasettenne con evidenti problemi di ansia, complessi di inferiorità ed aspettative poco realistiche riguardo alla vita matrimoniale (una donna che, per inciso, ha così poco rispetto per le idee altrui da essersi fatta cacciare per aver modificato l’articolo di una collega in modo da riflettere le sue opinioni personali) scrive un libro per raccontare il suo rifiuto del sesso, e un editore subito pensa che pubblicarlo sia una buona idea. Sicuramente il mondo è pieno di maniaci del controllo alla continua ricerca di un guru, ma cercarlo in questa Miss Havisham mi sembra un’idea bizzarra.
Gli americani stanno male. Non seguiamo il loro esempio.