Lucciole e lanterne/2

pubblicato da Giulia lunedì, Ottobre 30, 2006 22:34
Aggiunto alla categoria Spot, Triste mondo malato

Non fa male riprendere gli argomenti, specie se importanti. Fabrizio Gatti (quello che si è finto un immigrato per entrare in un CPT, e poi si è finto di nuovo un immigrato per indagare sul fenomeno della schiavitù nei campi di pomodori pugliesi) questa volta è andato a mettere il naso nel mondo della prostituzione di strada. Ne ha riportato conclusioni che mi piacerebbe leggeste.

Per inciso, Dacia Maraini e Chiara Valentini sono, separatamente, d’accordo con la sottoscritta: forse colpire i clienti è un modo per cominciare a incidere, almeno marginalmente, sul problema.

Commenti e ping chiusi.

12 commenti to “Lucciole e lanterne/2”

  1. Disorder says:

    Ottobre 31st, 2006 at 12:38

    Grazie dell’ennesima segnalazione.

    “Sono contro gli immigrati, ma non contro le prostitute straniere. Che volete? Le prostitute sono le navi scuola dei giovani” [il sindaco di Treviso]

    “Sì, la gente di qui è molto legata ai soldi. Tengono il portafoglio in mano anche quando fanno sesso. Hanno paura che glielo freghi”.

    brrrr…

  2. menphis says:

    Ottobre 31st, 2006 at 10:33

    Ciao Giulia io ti invinterei a dare anche un’occhiata a questo sito: http://www.adelina113.altervista.org

  3. PaoP says:

    Ottobre 31st, 2006 at 2:41

    “Sono contro gli immigrati, ma non contro le prostitute straniere. Che volete? Le prostitute sono le navi scuola dei giovani” [il sindaco di Treviso]

    Questo ha fatto rivoltare lo stomaco anche a me.
    Volgare, umiliante, ingorante, patetico e idi*ta.

  4. Aioros says:

    Ottobre 31st, 2006 at 9:21

    Guarda, io la metterei su questo piano: concettualmente, è sensato dire che il cliente della prostituta è come quello che compra merce rubata dal ricettatore, e che quindi non può essere considerato del tutto non responsabile.
    Ma c’è un però. In linea di principio, il cliente non può sapere se la prostituta è costretta o meno a fare quello che fa. (Sì, ok, non sarebbe così difficile capirlo, e sì, ok, non è che ci siano molte “volontarie”. Ma tecnicamente lui non lo sa, o comunque può sempre difendersi con questo “non potevo sapere”.)
    Quindi io direi di legalizzare la professione, regolarla per bene, portarla alla luce del sole. In questo modo sarebbe ben chiara la differenza tra cosa si può e cosa non si può fare, e sarebbe giusto punire chi si rivolge al “mercato nero”, se mi passate il termine… Oddio, spero si capisca qualcosa.

  5. Giulia says:

    Novembre 1st, 2006 at 10:19

    Quello che mi spaventa, Aioros, è questa reiterata insistenza sulla necessità di legalizzare un’attività che, di base, riconosce al maschio della specie il diritto a comportarsi da acquirente. Non è NORMALE, vorrei che lo capiste, che gli uomini continuino a pensare al sesso come a un’attività che non riguarda le loro partner, un’attività per cui è giusto comprarsi un giocattolo umano.

    La prostituzione, inoltre, è già legale. La legalizzazione non fermerebbe la schiavitù: le mafie non si fermerebbero certo davanti a una legge. Non lo fanno già adesso.

  6. fersen says:

    Novembre 1st, 2006 at 10:57

    I tuoi post sono animati da un buon senso piuttosto comune. Non scrivi mai qualcosa che non sia così scontato?

  7. Giulia says:

    Novembre 1st, 2006 at 12:44

    fersen, io ho solo riportato tre link. Se il mio blog ti annoia, basta non leggerlo: non ho mai preteso di fare del pensiero innovativo. E’ solo il mio pensiero.

  8. Aioros says:

    Novembre 1st, 2006 at 6:03

    Vabbè, “legalizzare” era un termine improprio, pardon. “Regolare” ha più senso: intendo, riconoscerla come una professione e sottoporla alle regole delle altre professioni, e ai necessari controlli (sanitari o quant’altro). Questo separerebbe in maniera chiara il legale dall’illegale, e toglierebbe la scusa del “non sapevo” a chi si rivolge all’illegale alimentando lo sfruttamento. Intendevo questo.

    Per me non è questione di considerare “normale” o meno il sesso come attività a pagamento, la normalità non è affare dello stato; lo sfruttamento di qualcuno sì. Per questo mi approccio al problema in maniera molto pratica, insomma: separare il lecito dall’illecito e punire tutti i coinvolti nel secondo.
    Che poi la prostituzione in sé sia una cosa disgustosa e che gli uomini pensino di comprare giocattoli umani, siamo anche d’accordo, ma è un altro paio di maniche, no?

  9. Giulia says:

    Novembre 1st, 2006 at 11:00

    Eh no: non è un altro paio di maniche. Lo Stato siamo noi: la nostra società si comporta come noi decidiamo che si debba comportare. Educazione sessuale (ma non solo meccanica, a tutto tondo) nelle scuole, per cominciare. E una maggiore cultura dello scambio fra i sessi, per continuare.

    Ma nel frattempo, la cultura del maschio predatore per diritto deve finire. Non aiuta, anzi: danneggia la società in molti modi.

  10. Aioros says:

    Novembre 2nd, 2006 at 1:23

    Sull’educazione sessuale e sull’intervento “culturale” siamo perfettamente d’accordo.

  11. JackRyan says:

    Novembre 3rd, 2006 at 8:35

    “Ma nel frattempo, la cultura del maschio predatore per diritto deve finire. Non aiuta, anzi: danneggia la società in molti modi”

    Perfettamente daccordo, è sicuramente un problema di cultura, come lo è tentare di non pagare le tasse in tutti i modi e vantarsene.

    Due comportamenti che ledono in maniera significativa la nostra società, ma ritengo che vadano affrontati entrambi su due fronti, uno è sicuramente quello di un maggiore senso civico e un maggior rispetto della dignità altrui(problema culturale). L’altro però e di ordine più pratico, non credo che possiamo aspettare tutto il tempo necessario che l’atteggiamento degli uomini cambi, le ragazzine sulla Salaria ci sono adesso, è adesso che bisogna agire.
    Faciamo che se ti becco con una prostituta ti trattengo in commissariato finche tua moglie, o un tuo parente, possibilmente di sesso femminile (se la moglie non ce l’hai) non ti viene a riprendere, chissà che il confronto con il coniuge non porti qualche benefico.
    Nel frattempo vediamo (in un paese cattolico come il nostro) quanto ci vuole per introdurre “Educazione delle relazioni sociali” come materia scolastica.

  12. Franco says:

    Giugno 10th, 2009 at 9:50

    La solita pappagallesca notizia che si sente spesso di: “Tutte le prostitute da strada sono schiave” è falsa! Osservate il seguente sito internet: http://jonathanx.altervista.org Qui troverete tutte le affermazioni rilasciate da serie organizzazioni come il CENSIS ed il PARSEC. Quest’ultime affermano che non più del 20% delle prostitute sul territorio italiano è ridotto in schiavitù. Il vice capo della Polizia durante una trasmissione di Matrix su Canale 5 ha affermato che ultimamente questa percentuale è scesa al 10%. La non prevalenza della costrizione è stata riaffermata anche dall’Osservatorio sulla Prostituzione del Ministero dell’Interno, composto da molte tra le più reputate organizzazioni di assistenza.
    Posso portare anche una mia testimonianza. In effetti, io vedo sulle pubbliche vie queste donne al lavoro con un “Telefonino” in mano ed addirittura, in numero sempre crescente, le stesse persone automunite con vettura dotata di targa del rispettivo Paese di provenienza. Voglio ricordare che con il cellulare è sempre possibile chiamare il 112/113, anche con il traffico limitato e/o con la tastiera bloccata. Quindi se io fossi uno che costringesse queste donne a svolgere questo lavoro, non doterei affatto esse di tale apparecchio.
    In più, non ho mai notato sulla strada la ragazzina con la faccia da quattordicenne. Si vede benissimo in quest’ultima occasione che la donna non ha diciotto anni d’età.
    Inoltre, oserei sollevare un quesito molto strano. Perché le ragazze semplici italiane sono indenni da schiavitù sia dentro l’Italia, sia verso l’estero? Avremmo dovuto sentir parlare di ciò ed anche spesso, poiché queste persone nel nostro Paese non possono essere clandestine e quindi rimpatriabili con conseguenti mancati guadagni!
    Possibile che se le donne hanno il passaporto sequestrato, non possono denunciare nulla? Ciò vuol dire che se uno straniero smarrisce il detto documento, nel nostro Stato diventa un clandestino?????
    Comunque, devo dire che la schiavitù esiste nella prostituzione, come esiste in tutti i mestieri.
    I clienti delle prostitute non vogliono essere, salvo qualche raro caso, dei violentatori o schiavizzatori. Non cercano la donna costretta a prostituirsi. Se disgraziatamente si accorgessero di essere stati tali di una schiava, facilmente si offrirebbero per aiutarla in qualsiasi modo possibile. Molte, in effetti, sono libere grazie anche ai propri clienti. CHI AMA LA PROSTITUZIONE ODIA LA SUA SCHIAVITU’.
    Non pensiate che il proibizionismo risolva il problema suddetto. In effetti tale politica repressiva manderà il fenomeno nel sommerso, dove chi eserciterà tale mestiere o se ne vorrà avvalere, verrà spinto ad entrare in luoghi protetti e nascosti e per stare in detti posti queste persone pagheranno molti più soldi di quelli che danno tuttora. Tutto questo significherà un maggiore vantaggio per gli introiti della criminalità organizzata. Un proverbio dice: “Il proibizionismo è l’acqua del pesce Mafia”.