Pinky and His Brain (favola triste)
pubblicato da Giulia domenica, Settembre 24, 2006 14:07C’era una volta Mignolo.
Non è che fosse solo o non avesse amici. OK, va bene, forse era un po’ solo. Solo abbastanza, comunque, per passare molto tempo davanti al PC a fare ricerche ossessive con le stesse chiavi. Sempre le stesse.
Mignolo non si chiamava Mignolo, ovviamente. Il soprannome lo tormentava dall’età di otto anni, precisamente dal giorno in cui suo cugino Carlo, detto “Carlone” per la stazza da gigante armonico (dieci anni, un metro e settanta, settanta chili di peso) gli aveva chiesto di fare a gara a chi ce l’aveva più grande.
Quello che Mignolo non sapeva era che Carlone, di recente entrato in una pubertà precoce, si stava allenando per diventare il campione mondiale di pugnetta nel calzino. Era in grado di avere erezioni in qualsiasi momento, a comando, con una naturalezza degna del miglior Siffredi.
Un confronto perso. Mignolo era spacciato. Nel giro di ventiquattro ore, tutti gli amici del campetto sapevano che lui ce l’aveva “Come un mignolo”.
Tanto rapidamente si appiccicano i soprannomi, e tanto più tenacemente rimangono appiccicati quanto sono sgradevoli.
Gli anni e i successivi traslochi della famiglia fecero sì che il soprannome si perdesse dietro a una curva, insieme all’ultimo degli amici del campetto. Mignolo si riprese il suo nome di battesimo, e anche la pubertà lo raggiunse, come aveva fatto con Carlone tanto tempo prima. Ma se Mignolo sei, Mignolo resterai, anche solo nel tuo cuore. Per tutta la durata della sua adolescenza anagrafica, ex-Mignolo non si unì mai ai riti di gruppo del confronto, e rimaneva in disparte ogni volta che qualcuno dei nuovi amici del campetto si presentava con una copia di Le Ore sottratta al Carlone di turno. A casa, aspettava che tutti fossero usciti per prendere le misure con la squadretta da 90°. A riposo, sull’attenti, dritto, perpendicolare: mignolo, mignolo, mignolo. Nessun risultato gli sembrava soddisfacente. E su Le Ore tutti ce l’avevano più grande del suo.
Altri anni passarono, Le Ore chiuse i battenti o comunque passò di moda. Ma nel frattempo, a casa di Mignolo era arrivata Internet, prima in forma di modem 56k, e poi di linea Adsl. Il PC del padre di Mignolo, commercialista, si riempì immediatamente di dialer: Mignolo aveva scoperto i siti porno. Anche lì tutti ce l’avevano più grande del suo, ma il terrore di rivelare le sue sottodimensioni ad una donna stava cominciando a paralizzare per sempre il suo sviluppo sessuale. Le pugnette nel calzino davanti al monitor, di notte, erano quantomeno un buon palliativo all’astinenza.
Vagheggiando impianti di silicone e penis pumps, barcamenandosi fra rarissime fidanzate e goffi approcci alcolici in discoteca, Mignolo arrivò a superare la ventina. Per allora, ormai studente universitario fuori sede con portatile, era diventato un professionista della ricerca su Google. “Trombare”, “Scopare”, “Me la dai?”: bastava inserire queste parole nel campo di ricerca per vedersi schiudere davanti un universo. Mignolo non era un complicato, non aveva gusti ricercati né grandi perversioni: le sue erano fantasie alla vaniglia, una missionaria era ancora sufficiente ad accendergli tutti i LED. Fu così che, girellando di sito in sito, Mignolo scoprì i blog.
Non aveva ben chiaro cosa fossero, ma sicuramente aveva capito cosa sembravano: pagine personali in cui centinaia di migliaia di anonimi riversavano i propri pensieri. E fra quelle centinaia di migliaia, una quantità impressionante erano donne. Donne che parlavano di se stesse. A volte parlavano anche di sesso.
Che Mignolo non fosse proprio un fulmine di guerra era chiaro a molti, a questo punto, tranne forse che allo stesso Mignolo. Cresciuto a pornografia e programmi del pomeriggio di Mediaset, Mignolo aveva delle donne una visione canalare, legata alla loro capacità di soddisfare o meno i suoi desideri, e fortemente condizionata dall’immaginario tette-e-culi che rappresentava il suo unico modello di riferimento. Mignolo davanti alle blogger era come Pizarro davanti agli Incas: incapace di comprenderne il linguaggio e la cultura, ricorreva al disprezzo.
A un post in cui si esaminava il nuovo costume degli italici uomini soli (categoria a cui Mignolo sentiva, a buon diritto, di appartenere) di approcciare sconosciute via Skype a scopo sessuale, lo sventurato rispondeva con tutta la veemenza contenuta nel suo povero spirito liofilizzato:
Ha ragione la ragazza …me la immagino grassa, che nun sa tromba nessuno! ok io ci vado in discoteca, ma tu alza il tuo culo xl da quella sedia, spegni il pc e fatti una cura dimagrante… poi forse qualche uomo solo lo avrai per sfogarti!
Non sapeva nulla della ragazza in questione, Mignolo. Capitava di là per caso, sulla scia di un “Me la dai?” Ma lei aveva, per quanto involontariamente, messo il dito in una ferita aperta. E continuava a mettercelo, rigirandolo come per estrarre una pallottola, quando parlava dei danni causati dalla pornografia all’immaginario maschile, e del grande inganno dello stantuffamento perenne. L’isolamento autoinflitto di Mignolo non poteva essere stato vano. Le donne volevano la trivella perforante. Lui lo sapeva! Lo aveva sempre saputo! Le Ore non poteva avere mentito!
La donna va posseduta, va trombata alla grande: é importante la durezza del pene, la lunghezza anche 15 cm va bene… poi dipende dalla stazza della ragazza …ma la ragazza non deve essere frigida, deve partecipare molto, deve farlo indurire lei, deve mettersi a pecora, deve lavorare pure di bocca…, anche con perizomi, stivali in pelle neri o bianchi… la fantasia conta. Solo cosi si evita il viagra a soli 35 anni. Donne salvate gli uomini e non pensate sempre al matrimonio – Fate le troie! …lo so che le sapete fare!
Così parlava Mignolo, da dietro lo schermo del suo portatile, prima di ritirarsi in bagno per la solita seduta di misurazione. Quindici centimetri. Come il giorno prima, come cinque anni prima, come dieci anni prima. Quindici. Troppo pochi, per lui. Ma se torna a nascere, Mignolo non sarà più Mignolo. Mignolo vuole la turbominchia.
Il superpisellone.
Il fagiolo magico.
Il cobra.
Il…
Presidente says:
Settembre 24th, 2006 at 8:49
Pecora rules! Pero, oh, anche smorzacandela. Anzi…io voto smorzacandela. Anche smorzacandela rovesciato.
Giulia says:
Settembre 24th, 2006 at 9:55
Preside’, un po’ di rispetto per il povero Mignolo 😀
Marco says:
Settembre 24th, 2006 at 10:29
Se sei stata la prima a massacrare quel self sevice di Mignolo!
Disorder says:
Settembre 24th, 2006 at 11:29
Secondo me hai infierito troppo. In fondo se non esistessero quelli come Mignolo le grandi multinazionali dello Spam chiuderebbero i battenti, e sai quanti posti di lavoro in meno…
falangillo says:
Settembre 25th, 2006 at 9:15
Bella storia, m’ha fatto venire voglia di mignotteria assortita
Kookagakusei says:
Settembre 25th, 2006 at 12:16
Semplicemente mitica! Sarò l’unicO a stare dalla tua, forse…
restodelmondo says:
Settembre 25th, 2006 at 1:34
E Carlone, che fine ha fatto? 😀
ciccio says:
Settembre 25th, 2006 at 2:17
….L’AZZITTAMONACHE!!!!!
fabio says:
Settembre 25th, 2006 at 3:01
fantastica la visione “canalare”….avercene!
…lamb 4ever!!!!
seralf says:
Settembre 25th, 2006 at 6:38
si fa presto a biasimare mignolo, ma secondo me lui cerca soltanto genuinamente di capire qualcosa dei complicati (?) rapporti uomo-donna.
Tanto per cominciare mi pare evidente che il poveretto non ha modo di conoscere la Donna.
E’ chiaro poi che se la tivvù ti impara che la Donna è una specie di via di mezzo tra un animale pneumatico ed un tubo digerente (vedi pubblicità di iogurt ed associazioni del tipo: “donna che va di corpo=donna felice”), dove il massimo dell’emancipazione femminile è maDonna, qualcosa prima o poi lo lascerà perplesso. Che voi forse non avete un’anima, ma noialtri mignoli o non mignoli si.
E allora io lancerei una campagna di solidarietà e di rieducazione: fanciulle di tutto il mondo ri-educate (a debita distanza oh, che non si sa mai) chiunque vediate mostrare i sintomi, a suon di spiegazioni dettagliate di un universo che forse non distinguono più molto bene a causa delle diottrie perse non si sa se per via della tivvù o delle pugnette. O forse di entrambi.
Antonio says:
Settembre 26th, 2006 at 11:03
Io.ti.adoro.
Giulia says:
Settembre 26th, 2006 at 11:23
Marta: Carlone ha intrapreso senza successo una carriera come rugbista, salvo poi fare l’esame per entrare in polizia, “perché c’è il posto fisso”, e finire poi per dimettersi e andare a fare il bodyguard/buttafuori, a seconda della stagione. Ha una fidanzata da diversi anni, però va a mignotte. E non ha neanche trent’anni.
larvotto says:
Settembre 26th, 2006 at 3:42
Non so se è peggio la storia di Mignolo oppure quella di Carlone 😀
Achille says:
Settembre 26th, 2006 at 7:04
http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Medicina/2006/09_Settembre/26/pollicino.shtml
Dovresti rivendere questo post al Corriere.
Antonio says:
Settembre 26th, 2006 at 7:12
Orpo. Achille mi ha fregato sul tempo. Maledetti calabresi, sempre sulla notizia.
seralf says:
Settembre 27th, 2006 at 12:10
pofferbacco: non oso chiedere cosa mai useranno al posto delle proverbiali mollichine di pane…
(perdonatemi la trascendenza la mi sono fatto prendere la mano)
seralf says:
Settembre 27th, 2006 at 12:12
(uhm, a ben vedere la frase precedente peggiora le cose… eheheh quindi onde evitare di soccombere nei doppi sensi degni delle scuole medie mi auto-ammutolisco, pardon 🙂
shopito says:
Settembre 27th, 2006 at 4:52
Non capisco niente
😛
veleno says:
Settembre 27th, 2006 at 11:07
secondo me sta cosa del “piccolo- grande” ti sta prendendo un pò troppo.
Giulia says:
Settembre 27th, 2006 at 11:33
A me no, ma a Mignolo sì: basta vedere i commenti ossessivi che lascia con nomi diversi allo stesso post, qui sotto…
sapu says:
Settembre 27th, 2006 at 2:21
… prima o poi bisognerà rivederla questa cosa che la censura nei commenti è sbagliata a prescindere.
E quell’altra cosa, di gente che gira per il web ignorando bellamente il concetto di ‘indirizzo ip’.
Ignorando, per non dire altro…
Giulia says:
Settembre 27th, 2006 at 3:11
Farei una bella distinzione fra “censura” (i.e. non permettere a qualcuno di esprimere opinioni) e liberazione dal deficiente. Chi viene qui solo per scrivere commenti volgari, insultare e generalmente non contribuire alla conversazione può andare a sprecare spazio altrove.
Naturalmente, nel caso di Mignolo, si tratta della sua raison d’etre. Poverino.
cical0ne says:
Settembre 27th, 2006 at 4:42
spiegami il mistero, te lavori a saxa rubra,
ma li sono piu’ mastella o mastelloni ?
piu’ di vedere la tv non posso fare, per fortuna che abitavo al 5° piano di un palazzo e la mia vicina di casa era siciliana!
Daniele says:
Settembre 28th, 2006 at 12:41
Il viagra? Bella invenzione ma a 60 anni!!!
cical0ne says:
Settembre 28th, 2006 at 3:37
attendo una risposta,
saxa rubra chiama lo so’!
lo sento nel cervello!
ma sono piu’ mastella o mastelloni ?
: Sorelle d’Italia says:
Marzo 31st, 2007 at 5:49
[…] Oh, non è che Joan Walsh mi abbia detto niente di nuovo. Sulla questione del bullismo (o trollismo, o sessismo, insomma: chiamiamo le cose con tutti i loro nomi) nei confronti delle donne che si espongono personalmente, in rete o altrove, mi sono già espressa in molte forme, ultima nell’ordine questa. E’ un argomento che ovviamente mi tocca, come tocca qualsiasi donna che abbia mai messo piede al di fuori del recinto degli stereotipi legati alla femminilità. […]