Ditelo con un fiore

pubblicato da Giulia venerdì, Febbraio 10, 2006 11:30
Aggiunto alla categoria Triste mondo malato

E dopo la Guida al Vestir Decoroso per la Giovine Donna in Ufficio (niente pancia scoperta, tacchi bassi, capelli raccolti, poco trucco, ad ogni passo dimostrar modestia e compostezza), arriva dagli Iuesofèi l’ennesima trovata delle aziende per difendersi di fronte al pericolo di cause per molestie miliardarie. Proprio quello che ci voleva: corsi di prevenzione delle molestie sessuali. Adesso stiamo tutti meglio.

Su cosa consista molestia sessuale si potrebbe discutere in eterno: una pacca sul culo è molestia sessuale? (La risposta non è banale come si potrebbe pensare, soprattutto in sede di processo.) E un complimento? A senso, diremmo di no. E invece, secondo le nuove politiche anti-molestia, anche un complimento è assimilabile a una molestia sessuale. Ti piace la pettinatura di una collega? Tientelo per te. Anche se sei femmina (specie se sei lesbica, e se non lo sei ti voglio vedere a provare che non covi segrete tendenze, scatenate all’improvviso da quella frangetta un po’ così). Il ragioniere dell’ufficio acquisti è andato in palestra e sfoggia una rinnovata forma fisica? Per carità, non fare commenti. Giù la testa, e alla macchinetta del caffè si parli solo del Grande Fratello della sera prima.

I vittoriani, ricordiamocelo, coprivano anche le gambe delle sedie perché ritenute sconvenienti: poi si costituivano in associazioni segrete in cui si flagellavano e si sottoponevano a vicenda alle più raffinate torture sessuali. Inventarono il linguaggio dei fiori, uno dei modi più squisitamente seducenti per dirsi tutto senza dirsi niente. Immaginiamoci lo spasimo e l’eccitazione del vedersi recapitare una fucsia, rispetto a un sms (“Io e te stsr ke ne dc?”, roba da lanciare il telefonino dalla finestra insieme al corteggiatore). I divieti accendono il desiderio. Il ragionier Mortazza, che si morde la lingua per non dire alla geometra Bottacchi che la nuova gonna le dona moltissimo, si sentirà forse stimolato a ricorrere a delicati arpeggi linguistici per comunicarle la sua ammirazione. Magari usando le concorrenti del Grande Fratello (“La gonna di Leila, ieri sera… mi ricordava un po’ la sua, geometra”). O più probabilmente, non essendo dotato di un occhio alla Fantastici Cinque per i capi d’abbigliamento, chinerebbe la testa in mesta rassegnazione: sapendo che anche sulle più rarefatte tecniche di comunicazione calerebbe, prima o poi, la mannaia del censore.

C’è chi ha levato la voce contro il capro espiatorio di turno, le femministe (oròre!) che avrebbero bisogno di “una botta di vita” (e dagli di velati doppi sensi). Sottintendendo, ti rode perché sei cozza e a te i complimenti nessuno li fa. Atteggiamento viziato dallo stesso sessismo che legittima la molestia: una donna meno che bonissima non può levare la voce contro la prevaricazione.
Le molestie sessuali esistono, e sono un problema pesante, che ha quasi sempre come vittime le donne (anche se i casi di maschi molestati sono in crescita: la par condicio dell’oggettificazione, del resto, prevede l’affiancamento dei Mufloni alle Schedine, non la rimozione immediata di tutti gli smutandati, di entrambi i sessi, dallo schermo). La molestia c’è, ed è alimentata dalla sciagurata abitudine di molte donne (e di non pochi uomini, apprendo dalle mie colleghe) di adoperare il proprio corpo per aprirsi un varco. Eppure, la maggior parte di noi sa distinguere un complimento fatto in buona fede (o in botta di ormoni) da una velata richiesta di prestazioni sessuali. Secondo il canone aziendale americano, i tecnici del nostro studio sarebbero tutti da galera, ma non c’è una di noi che non sappia rimetterli a posto, se necessario. E’ più molesto un operatore palesemente contento di aggirarsi in uno studio popolato da femmine in minigonna con cui si possono anche scambiare due chiacchiere senza che ti mandino a quel paese, o un regista che insiste ad inquadrarti le gambe mentre stai parlando, ma che fuori dallo studio ti rivolge appena la parola? Discutiamone.

E certo, le più indifese possono sentirsi minacciate, e andrebbero tutelate: ma tra un “Ammazza che gambe” e una profferta erotica ci passa un universo di intenzioni, di cause e di effetti. Viviamo nel paese dove il direttore di un TG viene mandato in onda in prima serata, intento a fissare con sguardo lubrico il generoso davanzale di una svaporata appena fuoriuscita dal GF (appunto) e a ripetere ossessivamente “Che tette!”, chiosando con “E se ti facessi condurre il meteo in diretta, questa sera?” Seguono strilli di entusiasmo da parte della svaporata. Nessuno scrive una riga, nessuno si scompone, nessuno grida allo scandalo. Non facciamo neppure notare che la svaporata aveva appena ultimato un provino in cui il tasso medio di “ehmmmmmm” era di uno ogni tre parole. E stava solo leggendo le previsioni del tempo.

Eppure eppure, l’ho detto e lo ripeto, è naturale e normale distinguere fra un “Che tette!” proveniente da un direttore di TG pronto ad offrirti un lavoro in prima serata se quelle tette le tieni sempre bene in mostra (e magari gliele metti anche in faccia, ogni tanto, ché male non gli fa) e la battuta innocente di un collega, a cui si sa di poterla rimandare indietro senza conseguenze di alcun genere. Il tentativo delle aziende di tagliare fuori del tutto il gioco del corteggiamento (anche quello di maniera) dai luoghi di lavoro somiglia al tentativo della Chiesa Cattolica di far passare la castità come unica forma accettabile di contraccezione: non si può fare. E i vittoriani, pace all’anima loro, lo sapevano benissimo.

Commenti e ping chiusi.

12 commenti to “Ditelo con un fiore”

  1. barbara says:

    Febbraio 10th, 2006 at 12:53

    D’accordissimo sull’universo di sfumature che passa tra un complimento (che fa sempre molto, molto piacere anche se non si ha bisogno di botte di vita, metaforiche e non) e lo sguardo lubrico. Convintissima che una donna sappia discernere al volo. Ti segnalo anche un’interessante inversione di tendenza: le manager russe che fanno calendari nature da vendere ai clienti per aiutare le loro aziende traballanti. Carriere alternative. Ma i clienti si sentiranno molestati?

  2. Antonio says:

    Febbraio 10th, 2006 at 12:57

    azz giulia…come scrivi bene!!

    (anche questo secondo te sarebbe molestia?)

  3. seralf says:

    Febbraio 10th, 2006 at 12:59

    Ricordo una volta che conobbi una persona in metro: lei andava in giro con una tela enorme. Intrapresi un discorso incuriosito dal genere di pittura che avesse in mente, per quella, ovviamente (perchè no?) lasciandomi pure scappare qualche commento sul fatto che fosse una ragazza piacevole, di aspetto e modi. Per farla breve lei si mise sulla difensiva, e quando si rese conto che ero sinceramente interessato alla pittura, cambiò completamente atteggiamento. E’ un esempio un po’ scemo lo so :-), ma era per dire che una cosa sono le molestie quelle vere, che possono far molto male ad una persona, e un’altra sono piccoli atti di quello che tu hai a mio avviso giustamente definito il “corteggiamento”: io trovo non facciano male a nessuno\a, ma anzi persino del bene, poichè veicolano sensazioni piacevoli da ambo le parti, se ci si muove usando tatto e buon gusto.

  4. sara says:

    Febbraio 10th, 2006 at 1:18

    eh sì ragazzi miei…la questione non sono le varie cause,denunce ecc…la questione è che se sei distratto dalla tua collega che sgambetta sinuosa tra una scrivania e l’altra con la sua minigonna rossa inguinale e se prendi coraggio e vai da lei per metterla al corrente di quanto tu sia affascinato dalla sua devozione al lavoro(sperando di rimediare un rendez-vous per la settimana di san valentino che non vuoi assolutamente passare da solo perchè sai già che la passerai attaccato allo stereo ad ascoltare vecchie canzoni che ti fanno ricordare i momenti con i tuoi ex e ad abboffarti di nutella e gallette di riso soffiato e a pensare a quanto eri felice quando c’era qualcuno che pensava a te!)…non produci!!!!
    questa è una gran bella trovata per farci lavorare senza distrazioni e castrare anche quelle piccole istintività(nella norma, è ovvio!)che ci sono rimaste!

  5. stone says:

    Febbraio 10th, 2006 at 4:55

    ma si…più vieti e più la trasgressione prende il sopravvento… ergo: tutti a chiappe scoperte!

  6. Morgan Palmas says:

    Febbraio 10th, 2006 at 4:59

    Sottoscrivo. E che cavolo!
    Morgan

  7. Matteo Pedrosi says:

    Febbraio 10th, 2006 at 6:00

    Ciao vignaiola della vigna Rai. Come stai?

    Fede ha scelto Zia Assunta (Francesca) proprio per quei ehm ehm. Mi preoccupa molto quella ragazza (e non solo per gli ehm, tra le righe del mio blog potresti capire)

    Un saluto e un bacio,
    Matteo

  8. Giulia says:

    Febbraio 10th, 2006 at 6:01

    Ma no: pensavo l’avesse scelta per l’abissale cultura, la fine dizione e la classe 😀

  9. federicochi says:

    Febbraio 11th, 2006 at 12:59

    sottoscrivo pienamente

  10. Kurai - A sushi Weblog :: Ordine, signori :: February :: 2006 says:

    Febbraio 11th, 2006 at 1:39

    […] parlato Giulia] giornalisti, Fede, Grande Fratello Maki sushi cucinato da Kurai alle 12:36 | | Post to del.icio.us! Nessun assaggio» […]

  11. catepol says:

    Febbraio 11th, 2006 at 2:52

    io me lo sono perso il servizio. Ma concordo con te e anche con Kurai. Donne nessuna parla?

  12. Maria Paola says:

    Luglio 3rd, 2006 at 4:36

    Ciao a tutti,sentite,insomma,molte persone dicono alle ragazzine:Ma perche’ non ti sei difesa?Io lo avrei fatto.Il fatto e’ che e’ piu’ facile dirlo che farlo,e portruppo io ne so’ qualcosa,il mio portinaio ha abusato tanto di me.