Smetto quando voglio

pubblicato da Giulia lunedì, Maggio 10, 2004 12:16
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei
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Voglio una pozione che il mal di testa me lo levi per davvero, per sempre, anche sciogliendo quello che avanza del mio cervello, che comunque non sono più in grado di usare. Sono andati i giorni della creatività e della prontezza. Adesso mi aggiro tenendomi la fronte, stringendomi addosso il golfino quando fuori c’è un sole che spacca, e da esattamente tre ore e mezza mi spazzolo le sinapsi per scrivere un banale spot da tre minuti. Tre minuti di spot su un prodotto aziendale, senza interazioni. Tre minuti. Ne ho scritto sì e no metà. Il resto è astinenza da caffeina e senso di soffocamento.

Voglio una settimana senza appuntamenti di alcun genere. Proprio totalmente senza scadenze. Anche le cose quotidiane come comprare il latte o la carta igienica. Inclusa la sveglia alla mattina. Facciamo due settimane. Tre. Un mese.

Voglio dormire. Voglio tantissimo dormire. Dormire senza che dall’altra parte del sonno ci sia una sveglia coatta. Voglio dormire per due giorni senza il minimo senso di colpa.

Voglio smettere di sentirmi in colpa, così, in generale.

Voglio ricordarmi tutte le cose importanti e dimenticare le cazzate. Succede più spesso il contrario. Ultimamente dimentico anche le cazzate. Non so se darmi la spiegazione so Eighties (“È lo stress”) o farmi vedere da un neurologo.

Voglio credere in qualcosa che non sia l’esistenza delle 18.00 di venerdì sera.

Voglio smettere di accartocciarmi come la stagnola di un cioccolatino.

Voglio essere la cioccolata.

Voglio chiamarmi Bastilani e fare il fabbro del paese.

Voglio dirmi “brava”. O meglio, vorrei, ma non ce n’è motivo. Da mesi faccio qualsiasi cosa a membro di canide. E dico qualsiasi cosa. Dalle pulizie di casa in su. O in giù. Dipende dal grado di abilità associata alle pulizie di casa. Ho ragione di credere che, se fossi effettivamente Bastilani, mi sarei già martellata tutte le dita almeno due volte.

Voglio imparare a dire di no, quando è ora. Questione di economia.

Voglio andare a ballare. Balliamo. È tanto tempo che non lo facciamo.

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