Al momento, la mia parte preferita della giornata è il trucco (e relativo parrucco). Laura, torinese con una gran chioma riccia, brontola per lo stato delle mie permaborse sotto gli occhi, e impiega mezz’ora solo per cercare di attenuarle. Claudio, lo stylist (chiamarlo “parrucchiere” sarebbe riduttivo) oggi ha deciso di buttare sullo stile Farrah Fawcett. Intorno a me si aggirano le mie colleghe. Ho assistito a gare di cellulite con annessa calata di pantaloni per confrontare lo stato di granulosità dei glutei (trascurabile). Ho la tosse: in studio fa freddo, siamo sui quindici gradi, e noi smanicate abbiamo la pelle d’oca. Se non ci abbassano l’aria condizionata, fra un po’ tossiremo tutti come Violetta Val�ry (per favore, ditemi che era lei e non Mim� a morire di tisi; ma forse tutte e due, la tisi si porta molto nel melodramma. Consente trapassi ad alto tasso di svenevolezza).

Siamo in diretta dalle due alle sei e mezza. Io sono quella che non sa mai dove guardare e finisce sempre per essere ripresa di tre quarti mentre parla con la telecamera sbagliata, nonostante i gesti disperati dell’assistente di studio.