:se fossi in te

pubblicato da Giulia mercoledì, Aprile 28, 2004 19:24
Aggiunto alla categoria Messaggi in codice

e’ il mio primo giorno di lavoro, io ho la sindrome premestruale e il quinto raffreddore in quattro mesi.
il nuovo capo invoca a gran voce l’invenzione della cocaina spray (con un pratico dosatore tipo rinazina, immagino) per essere capaci di affrontare di slancio il weekend. oh, ma tutto questo e’ fantastico
ride, pensando di riempire il silenzio improvviso, imbarazzante. da come continua a toccarsi il naso, strofinarsi il labbro superiore e strappare fogli a4 sui quali ha scritto a malapena due righe, insomma: dal grado di agitazione generale, direi che lo spruzzino in questione l’ha gia’ brevettato da tempo.
sta diventando calvo in un punto della testa che non puo’ vedere da solo a meno di usare tre o quattro specchi inclinati secondo angoli suggeriti da stephen hawking, e credo che per pudore nessuno dei parenti o amici stretti abbia avuto il cuore di dirgli la verita’. il risultato e’ che non sa nulla della piazza esedra che gli si sta edificando (ci sono anche l’albergo a cinque stelle e il cinema) li’ dietro, e continua a farsi crescere i capelli, come un david coverdale crosby inconsapevole.
e’ una riunione editoriale. in realta’ si sta parlando di gadget tecnologici e locali per drink nel preserale. le due segretarie fingono di stenografare, ogni tanto sbirciano dalla mia parte e mi studiano. una e’ la figlia sovrappeso di selen, vestita sadomaso. l’altra ha costantemente un’espressione bovina. che tu la stia cazziando o lodando. favolose. te le liquido cosi’. ole’. la vice pende dalle labbra di david coverdale crosby. ha i capelli tirati cosi’ stretti indietro, e un trucco cosi’ pesante sull’ovale perfetto del viso, che e’ facile vedere lo spessore (il gradino) fra cipria e pelle sgombera di makeup – una maschera del teatro no, che dal giappone si sta facendo un giro educativo nel barbaro occidente. parla in romanesco invece che nel dialetto del distretto di kyushu (o come diavolo si chiama). e’ piu’ difficile lavorare con questo tipo di donne: appariscenti, ambiziose, arriviste, aggressive. a.a.a.a. e’ un tipo. se non ne incontro almeno una ogni cinque anni non sono io. di solito mi fanno venire la gastrite. ormai pero’ ho sviluppato tutta una tecnica per rassicurarle sul fatto che non voglio rubare loro la poltrona di vicecapetto del cazzo e che voglio solo fare il lavoro per il quale sono stata assunta, grazie tante e a domani. non e’ che mi manchi l’ambizione. solo che ce l’ho rivolta verso campi diversi.
io voglio un albero di quercia,
un acero,
un cipresso.
voglio un tetto fatto di lastre di ardesia,
voglio la vista sul mare e muretti di pietra viva tirati su a secco,
voglio tende bianche che svolazzano
e uno scaffale cosi’ alto che arriva al soffitto,
dove potro’ mettere tuuuuuuutti i miei libri senza dover ricorrere alle doppie file,
voglio camminare scalza anche d’inverno,
un divano comodo,
delle mani piu’ belle,
due vasi di erbe aromatiche sul davanzale,
voglio una stanza degli ospiti sempre libera,
voglio sorridere spesso,

e non credo che david coverdale crosby possa darmele, queste cose.
quindi tieniti pure la tua scrivania di tre metri davanti alla finestra, stronza.

Commenti e ping chiusi.

Un commento to “:se fossi in te”

  1. squabus says:

    Ottobre 22nd, 2005 at 12:27

    un tuffo nel passato per dire che anche questo post
    è molto bello

    spero non preferissi il silenzio assordante