A quando le non-persone?

pubblicato da Giulia lunedì, Aprile 26, 2004 13:01
Aggiunto alla categoria Triste mondo malato
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Leggo or ora (ma probabilmente con ritardo astrale rispetto al resto del mondo) che la Gialappa’s Band si è vista tagliare tre quarti d’ora di programma per ordini superiori (provenienti da Luca Tiraboschi, presumibilmente lo stesso che per hobby censura le serie TV che contengano accenni di sessualità non etero, come Buffy the Vampire Slayer o Xena; non sia mai che ai pargoli possano venire strane idee, perché si sa, l’omosessualità è un peccato, non una variante dell’orientamento sessuale).

Motivo del taglio: siamo in campagna elettorale, vige la par condicio, e quindi gli sporchi comunisti che dominano i media devono essere tenuti a freno e messi in condizione di non nuocere.

Non ci risultava che la satira in sé – soprattutto quella sulle reti Mediaset – potesse essere nociva a un buon governante. La satira, come Berlusconi sa benissimo, è una forma molto efficace di pubblicità. Il problema sorge solo quando l’operato del governante in questione e dei suoi dipendenti diretti (ultima in ordine di tempo Letizia Moratti) non solo presta il fianco ad acute critiche, ma in alcuni casi non necessita di una rilettura in chiave umoristica: fa già ridere di suo.

La satira, in un paese che sta bene, non è fonte di rivolta, non è infiammatoria al punto da condizionare pesantemente il voto, perché non punta il dito su aspetti trascurati della realtà. Il problema nell’Italia di questi giorni è il tentativo di riscrittura dei dati reali ad opera della Divisione Comunicazione e Marketing del Governo. Ognuno dei cartelli in cui campeggia il volto abbondantemente fotoscioppato del Cavaliere potrebbe essere commentato con la stessa frase:

robhood.jpg

In soldoni: se Berlusconi dice che l’Italia è il Paese della Cuccagna, i comici dicono che stiamo facendo la fine dell’Argentina, e noi in tasca non abbiamo un euro, uno dei due è più credibile dell’altro. A voi scegliere quale.

Tanto per citare una parodia di Mai dire domenica: “Paura, eh?…”

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