Duepuntoquattro figli
pubblicato da Giulia venerdì, Febbraio 24, 2012 12:59Che il governo Monti ci creda (a prescindere sulle discussioni riguardo alla sua inclinazione politica: a me pare evidente che sia un governo di destra, e al momento la cosa non mi disturba più di tanto; ma è un discorso lungo che magari farò un’altra volta) si capisce non tanto dalla determinazione con cui va all’assalto dello statuto dei lavoratori, ma da altri provvedimenti. Che si potrebbero definire non prioritari, eppure sono necessari. Sto parlando dell’accorciamento dei tempi necessari per il divorzio, che (se approvato) porterebbe la separazione a un anno se la coppia non ha figli, due se invece ne ha. Un anno è già moltissimo per capire se ci si è lasciati per sempre, cosa che in genere le coppie che si separano hanno compreso ben prima.
Quello che mi piacerebbe vedere, e che credo faccia parte di un’innegabile necessità di portare la nostra società nel presente, è una riforma del diritto di famiglia che, fra le altre cose, riporti un maggiore equilibrio nella distribuzione dei beni in seguito al divorzio. Come molte donne, penso che al momento la disciplina nonché la giurisprudenza del divorzio favoriscano le donne in maniera eccessiva, attribuendo quasi in automatico case coniugali e affidamento dei figli alle madri. Non è giusto nei confronti dei padri, che si vedono relegati al ruolo di genitore in seconda e fornitore di assegni di mantenimento, ed è dannoso per le donne, che assumono in automatico una posizione di maggiore responsabilità rispetto alla cura dei figli, ma sono incoraggiate – per così dire – ad abbandonare il lavoro. Per metterla giù più semplice: se sai che sposandoti potrai chiedere gli alimenti in caso di divorzio, ti senti più tranquilla a fare la mamma a tempo pieno. Alimenti, non assegno di mantenimento dei figli, che sono due cose diverse: il mantenimento dello stesso tenore di vita che avevi durante il matrimonio. Non è strano che ci siano ancora quelle che sognano di sistemarsi e farsi mantenere a vita: la giurisprudenza è a loro favore.
La rifacciamo, questa famiglia italiana, magari provando a uscire dalla cartolina della pubblicità della pasta? Quella famiglia – con il padre lavoratore, la madre angelo del focolare, i duepuntoquattro figli – è minoritaria da un pezzo. Ce ne sono molte altre, famiglie con una mamma o con un papà soli a prendersi cura della prole, famiglie con due mamme o con due papà, addirittura famiglie con una mamma e un papà e la fidanzata della mamma e il fidanzato del papà. Tutte funzionano allo stesso modo, fra pappine, pannolini, scuole, asili, coprifuochi a mezzanotte accordati a malincuore, motorini acquistati dopo complessi negoziati, porte sbattute, qualche silenzio di troppo. C’è da cambiare tutto, nel modo in cui l’Italia regola l’istituto della famiglia: nessun politico puro avrà mai il coraggio di affrontare una riforma. Ma magari questo governo, che non ha nulla da perdere, potrebbe provarci.
Totentanz says:
Febbraio 24th, 2012 at 2:01
Avevo scritto un commento abbastanza articolato, ma qualcosa è andato storto e non so se è partito. nel caso, cancella il primo, grazie 🙂
Allora, ripeto: qui in Germania, dove vivo, la legge prevede che l’assegno di mantenimento per la parte più debole (che non é necessariamente la donna) sia a tempo determinato, generalmente un anno ma varia a seconda dei casi, e dur il tempo necessario ad assicurarsi un reintegro nel mondo del lavoro, la frequenza a un corso professionale o cose del genere.
Questa legge evita che in Germania ci sia un business della “mantenuta”, come invece spesso accade in Italia, con gente che non formalizza l’unione con un nuovo partner per non perdere il mantenimento da parte dell’ex.
Sembra una legge migliore, però c’è un però. La legge tedesca si adatta a una società con un fortissimo culto della produttività, dove “farsi mantenere” (dallo stato, da un ex) è quasi uno stigma sociale. Quando si decide di sposarsi, però, soprattutto in Italia, si fanno delle rinunce: si può rinunciare a studiare per seguire il partner in capo al mondo, si può abbandonare un buon lavoro per uno inferiore nella città dove vive il partner e molto altro. Sono rinunce che vengono fatte in buona fede, non certo per il possibile lucro su un’eventuale separazione, ma per perseguire l’obiettivo di mettere su una famiglia. E vai a recuperare quanto perso con queste rinunce dopo decenni, vai. Mica basta un corso di formazione o sbattersi per migliorare la propria posizione lavorativa.
Il “business della mantenuta” è qualcosa che anche io trovo odioso, ma preferisco la legge italiana, che pur di tutelare chi è in buona fede purtroppo deve premiare anche chi non lo è, ma questo é il rovescio della medaglia di buona parte delle leggi. L’alternativa sarebbe quella di penalizzare le donne, che sono in stragrande maggioranza la parte più debole di una coppia scoppiata.
Elisa says:
Febbraio 24th, 2012 at 2:28
Infatti, quando ci siamo sposati (all’estero), mio marito ed io abbiamo firmato degli accordi prematrimoniali che lui in caso di divorzio mi dovra’ mantenere. Questo per me e’ uno stimolo ulteriore a continuare ad investire su me stessa dal punto di vista lavorativo.
Giulia says:
Febbraio 24th, 2012 at 2:46
Elisa, non capisco. Se lui in caso di divorzio ti dovesse mantenere, in che modo questo ti incentiva a investire di più su te stessa?
Giulia says:
Febbraio 24th, 2012 at 2:49
Totentanz, la tua è un’obiezione sensatissima. Quello che io credo, però, è che un cambiamento della legge potrebbe servire da stimolo alle donne non solo a costruirsi una professionalità, ma anche a fare pressioni perché l’occupazione femminile non sia considerata più un problema di secondo livello. Al momento, circa il 44% delle donne italiane non lavora. È una cifra da incubo.
Elisa says:
Febbraio 24th, 2012 at 2:58
Ups! Ho dimenticato un NON.
Elisa says:
Febbraio 24th, 2012 at 2:59
Non mi dovra’ mantenere.
Giulia says:
Febbraio 24th, 2012 at 3:13
Era un po’ cruciale per l’interpretazione del tuo argomento 😀
Tuttavia il problema rimane. Se lui non avesse firmato delle carte, tu avresti rinunciato a investire su te stessa? Avresti anche solo considerato l’idea di essere dipendente da lui, in quanto moglie?
Totentanz says:
Febbraio 24th, 2012 at 4:48
Avevo capito, ma io credo che una modifica della legge possa solo servire a spingere la gente a non fare alcuna rinuncia per mettere su famiglia, o peggio ancora a non divorziare per paura di un salto nel vuoto. L’occupazione femminile andrebbe incentivata in altro modo forse.
Giulia says:
Febbraio 24th, 2012 at 5:08
Il problema è che le rinunce, al momento, le fanno in prevalenza le donne. O si cambia la mentalità secondo cui alla donna bisogna provvedere, oppure restiamo tutti così, fermi: non cambia niente. Ci saranno ancora donne che fanno la scelta comoda, e uomini che non hanno più una vita perché dissanguati dal divorzio.
vinceroma says:
Febbraio 24th, 2012 at 6:01
Le analisi di questo blog sono puntualmente “sul pezzo”. E di certo mai mediocri! Al contrario della nuova umanità: difatti, defunto l’italiano “medio”, figura già alquanto discutibile, si è giunti, senza appello, all’italiano completamente “mediocre” ! La donna, dal canto suo, non pare certo messa meglio! Una zuccona volgare, senza dolcezza né femminilità autentica, il frutto acerbo di un processo di emancipazione troppo sommario….
ero Lucy says:
Febbraio 24th, 2012 at 8:08
Giulia pero’ il discorso cosi’ diventa molto ampio… In Italia le occupazioni femminili saltano nel momento in cui si rimane incinta; inoltre, lo stato sociale e’ praticamente assente e in assenza di asili e contributi molte donne preferiscono scegliere di stare a casa con i figli.
Assolutamente d’accordo con te sul discorso assegni di mantenimento, e’ discriminatoria verso gli uomini e porta molte donne ad usare i figli in tribunale come arma di ricatto per ottenere varie cose.
Elisa says:
Febbraio 24th, 2012 at 9:39
Ma dai, era un dettaglio! 😉
Abbiamo stipulato un contratto prematrimoniale per salvarci da cavolate che avremmo potuto compiere in preda ad emozioni varie. Non vorrei mai essere mantenuta, lavoro per me stessa, mi piace il mio lavoro ecc. Ci sono un milione di ragioni per investire su se stesse dal punto lavorativo; il fatto che comunque nel futuro dovro’ essere in grado di cavarmela da sola e’ una di queste.
Sinceramente non capisco perche’ quando si parla di mettere su famiglia si parla sempre di rinunce (che, appunto, in prevalenza vanno fatte dalle donne). Non so quanto queste rinunce derivino dalla necessita’ o piuttosto dalla comodita’.
Elisa says:
Febbraio 24th, 2012 at 9:44
Non avrei accettato in nessun caso di essere mantenuta. E’ per questo che abbiamo stipulato certi accordi, per proteggerci da quello che potrebbe succedere se perdessimo il lume della ragione!
Poi, ti diro’, ci sono mille ragioni per cui una persona debba investire sulla propria crescita professionale, oltre che sulla famiglia, nel caso ne abbia una. Il fatto di sapere che nel futuro dovrai potertela cavare da sola e’ una di queste.
Per quanto riguarda il caso delle rinunce (appunto, fatte per la maggior parte dalle donne), penso che spesso, piu’ che dalla necessita’ siano guidate dalla comodita’.
stone says:
Febbraio 25th, 2012 at 12:08
più che nulla da perdere, non l’ha votato nessuno… quindi non scontenterebbe nessuno. l’italia ha trovato il migliore dei suoi governi. un governo di cui non frega un cazzo a nessuno.
Tiziana says:
Febbraio 25th, 2012 at 1:30
Sarebbe una bellissima cosa, se appunto molte donne non si trovassero in condizione di svantaggio per motivi non dipendenti dalla loro volontà: licenziate perchè rimaste incinte, che non trovano lavoro perchè hanno figli o perchè essendo donne potrebbero farne, o trovano solo alvori precari o part time perchè tanto le donne possono permetterselo….mai pensato che la cossidetta “mantenuta” (che parola orribile, ma come vi permettete poi!) spesso non ha scelta?!
Giulia says:
Febbraio 26th, 2012 at 1:59
Infatti bisogna cambiare tutto. Ma non cambia niente finché le donne continuano a pensare a se stesse come svantaggiate. Vi faccio solo presente che la più ricca dell’attuale governo Monti è una donna con un braccio solo.
Ecco, io partendo da Paola Severino mi domando se non sia ora di finirla di giocare sempre e solo nel nostro giardino fiorito, e cominciare a fare la voce grossa in società: non solo pigolando rivolte alle altre donne, ma rifiutando modelli e imposizioni vecchie di secoli. Siamo cittadine, non serve.