pubblicato da Giulia giovedì, Settembre 18, 2003 11:06
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Un-due-tre, passo, giro

Vado a pranzo con Cristina quasi tutti i giorni. Di solito si va in un baretto di via S. Nicolò, che siccome ha l’ingresso anche su via Roma si chiama Via Roma Quattro. I panini sono un po’ ripetitivi, ma te li scaldano alla lesta e il personale è simpatico.
Quando ho lo scazzo (spesso), non sono una compagnia piacevole per chi lo scazzo non ce l’ha. Mi esprimo a grugniti, non sorrido, sono truce e ruvida e ringhio ogni volta che Cristina fa “Oooooh!” vedendo passare un tipo che le piace (in media due-tre volte per pausa pranzo).

Lei è la Buona Volontà personificata. Oggi mi ha chiesto per quella che credo sia la quarta volta di iscrivermi al corso di balli latino-americani che frequenta lei. “Abbiamo anche dei ballerini che potrebbero andarti bene!”
Ogni volta io faccio “Bah, quasi quasi.”
Poi pulisco la lavagna della mente e disegno il quadretto:
io e il mio scazzo (chiaramente visibile sulla mia spalla sinistra) sulla pista di una palestra.
Io in scarpe da ginnastica, che non scivolano.
Il ballerino è un agente assicuratore che non sa chi siano non solo i Pixies, ma neanche Celia Cruz (però il CD di Buena Vista Social Club a casa ce l’ha).
Lui ci prova.
Io rido e paro l’avance.
Lui fa una battuta imbecille.
Io ringhio.
L’unico uomo spiritoso, colto e attraente è guardato a vista dalla morosa, un essere maligno e ossigenato.
In dieci minuti sono l’essere più temuto del corso e nessuno balla più con me.
Io me ne fotto perché sono tutti sfigati che sono lì per cuccare. (Però mi odio perché sono stronza e poi devo andare a casa e dormire con me stessa.)
Io non sono lì per cuccare.
Oh no. Nonononono.
Perché io li veda, gli uomini devono proprio pararmisi davanti. Altrimenti per me sono come le finestre, ci vedo attraverso. Specialmente quelli con la cravatta. Cristina dice che ho un buco nella retina in corrispondenza degli uomini con la cravatta. Io dico che gli impiegati delle Generali che ci sfilano davanti ogni giorno hanno la faccia da lessi, tranne uno che vedo sempre passeggiare sul Molo Audace e che è bellissimo.
(Sicuramente sposatissimo, e poi chi lo conosce. E chi ha voglia di mettersi a brigare per sapere chi è, come un’adolescente, quando una volta che mi sono girata neanche mi ricordo che faccia abbia. Un po’ come Brad Pitt. E chi me lo fa fare. E chi ci ha mai veramente pensato. E chi se ne frega.)
(Non mi faccio acchiappare dai promotori finanziari con le mani pericolosamente vicino al mio sedere, figurati se spendo energie dietro a uno che ho visto tre volte.)

“Allora, ci vieni?”
“No, Cris, meglio di no. Andrò a fare step.”

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