pubblicato da Giulia giovedì, Settembre 11, 2003 11:33
Aggiunto alla categoria Boh
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Donna, tutto si fa per te
Pistolotto para-sociologico

“Come sta questo vestito con queste scarpe?”
“Un po’ da culo, Sarina.”
“Peccato, mi sembrava divertente. Mi devo mettere le scarpine da sciuretta?”
“Ci stanno meglio, sì.”

Si fa presto a confondere la femminilità con gli accessori, con i comportamenti, con gli atteggiamenti. Recitare la femminilità non è complicato se una ha voglia di farlo. Lo so fare anche io. Con gli accessori giusti, con le scarpe giuste, al momento giusto, il sorriso da Monna Lisa, la lentezza del pitone, ti ingoio e ti digerisco con calma più tardi. Ma la femminilità è altro, perché anche nei miei momenti più conditi di testosterone io sono e rimango una donna.

Penso come una donna, parlo come una donna, ho i codici delle donne e la visione del mondo di chi, come me, ha tutte le gambette dei cromosomi. (O sente di avercele. Si fa presto a confondere la femminilità con il sesso biologico.) Un modo di vedere il mondo che, quando non viene irriso, è comunque “alternativo”. Pochi giorni fa, un amico, via mail: “Io mi innamoro solo di donne che non stanno simpatiche alle altre donne, forse perché non sono adatte a discorsi femminili”. In cosa consistono i discorsi femminili? E perché queste donne non li fanno? E soprattutto, perché questo dovrebbe essere un bene?

Cos’è che quest’uomo percepisce come sbagliato nei discorsi femminili?

È che i “discorsi femminili” gli uomini, in larga maggioranza, non li conoscono. Le donne sono allenate a tenerli segreti, a farli solo in compagnia delle altre donne, delle creature che hanno installato il loro stesso codec del mondo. Tra uomini e donne non è che non ci si capisca, bisogna solo fare dei passi in più, spiegarsi meglio, essere più chiari, decodificare. La chiarezza è nemica del mistero, e l’assenza del mistero ammazza l’attrazione. Vale a dire che ci vogliono nervi d’acciaio per avere a che fare con un uomo che ti attrae e resistere alla tentazione di farti spiegare ogni suo non-comportamento, ogni telefonata mancata, ogni frase che per lui è casuale e per te greve di significati, perché hai una visione delle cose che è globale e circolare, e non lineare. Tutto, nella tua testa, è collegato a tutto. Niente avviene per caso. Mentre lui fa le cose e non ci trova un senso. Telefona o non telefona come molla i calzini sporchi sul pavimento.

Ho un dono che è un po’ una sfiga. In compagnia di un gruppo di uomini riesco a mimetizzarmi nell’ambiente finché non si dimenticano della mia combinazione genetica, e danno la stura ai discorsi da caserma. Anche gli uomini (e questo me lo conferma un uomo) parlano per codici, per slogan, tormentoni, frasi che segnalano l’appartenenza. Il sesso impera. Anche le donne parlano di sesso, ovviamente, ma non nello stesso modo. (In generale, alla frase “quella lì me la farei” le donne sostituiscono “quello lì me lo sono fatto”. Fare prima, fantasticare poi. E quanto fantasticare.)
Mi diverto da matti ad ascoltare gli uomini che parlano fra loro, ma per qualche motivo questo non mi ha mai assistita nei miei rapporti con loro.

“I maschi sono stupidi” dice quello che è la mia bussola nell’interpretazione del sesso maschile. Lo dice in modo ginocentrico. Per noi i maschi sono stupidi. No, peggio che stupidi: balordi e insicuri e pieni di pippe mentali assurde. Tanto quanto noi per loro siamo illogiche e oscure, e a volte spaventose. La nostra sequenza non è A, quindi B, quindi C. La nostra sequenza è A, quindi B, quindi C, quindi A e sei uno stronzo. Non se lo spiegano. Se poi siamo in grado di fare A, quindi B, ma considerato C e D  direi E, a meno che F, nel qual caso G e smettila di guardarmi le tette quando ti parlo, allora le cose si fanno gravi.

Non confondiamo la femminilità con gli accessori. Un tacco a spillo è un tacco a spillo è un tacco a spillo. Ma se ci fate lo sgambetto mentre ci caracolliamo sopra, non vi lamentate se poi ve lo piantiamo nei santissimi.

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