pubblicato da Giulia sabato, Luglio 26, 2003 2:58
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No, nun me stavo a ‘ffa’ fotografa’ er culo. Stavo vivendo; ogni tanto succede anche a me.

Ieri sera sono stata a Marcon a vedere i Motel Connection, presenti io e Diego “Gionspenser“, i frequentatori abituali di Clarence e dei miei commenti sapranno chi è (verificate il suo blog per un’altra tessera della serata). Doppio “live”, quindi: i Motel Connection sul palco, e fra il pubblico i post-rockers di Clarence Beauty Farm.
Poche note, giusto per dire che la performance del gruppo è stata ottima, anche se per godermela mi sono dovuta inalare mezza Giamaica. A piccole dosi, il fumo di cannabis indica non è spiacevole, ma dopo un po’ viene a noia. E poi, scusate, ma che c’entrano i Motel Connection con le canne? Non era meglio risparmiarsele per il dub vibrato degli Otto Ohm, che suoneranno al Marcon Festival il 27 (andateci, se potete: sono anche gratis)? I Motel Connection chiamano la caffeina: bisogna essere svegli e pieni di energia per ballare fino a mezzanotte. Bassi così potenti che sono ancora sorda da un orecchio. Una citazione dai Kraftwerk. Una campionatura impercettibile di My Sharona dei Knack. Pre-finale a sorpresa con The Power of Love dei Frankie Goes to Hollywood (lacrimuccia per noi decani). Peccato davvero per l’inglese farlocco di Samuel. Peccato peccato peccato.

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