pubblicato da Giulia mercoledì, Luglio 16, 2003 22:23
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Tutto è pronto per il mio matrimonio.

Il vestito è color burro, con la gonna dritta e lunga fino a terra, che devo sollevare per poter camminare, e mi preoccupo sempre che diventi grigia sull’orlo come quella delle mie amiche che si sono sposate prima di me. Mia madre e le mie zie sono contente, le sto aspettando per farmi pettinare con i capelli raccolti, come ogni sposa su questa terra (ma non voglio i boccoli, ti prego i boccoli no, mamma, no, odio la pettinatura da sposa con i boccoli). Le aspetto in una camera d’albergo con le mie forcine e il mio vestito già indosso. Sulla gonna c’è una macchia, ma mia madre dice che si toglie facilmente. Forse con lo smacchiatore quello in polvere, che lascia i vestiti rigidi e fastidiosi al tatto.

Manca solo lo sposo.
Mi domando chi possa essere. Quasi quasi mi andrebbe bene anche uno dei miei ex, almeno saprei a quale tipo di inferno andrei incontro. Provo a chiedere, ma nessuno mi sa rispondere. Così esco, cammino un po’ per strada con la gonna sollevata sopra le caviglie, e incontro due compagni d’università.
Dico: “Non mi voglio sposare.”
Dicono: “E allora?”
Piango.

Non mi voglio sposare. Non voglio entrare in chiesa (perché nei sogni ci si sposa sempre in chiesa, anche se poi nella vita reale non ci passa neanche per la testa) e trovarmi davanti una navata vuota. Nel sogno mi immagino di attraversarla da sola, reggendomi la gonna, e sapendo che là in fondo non c’è nessuno ad aspettarmi.

Qualche settimana fa, facendo pulizia nei cassetti della mia scrivania, ho trovato la lista degli invitati al matrimonio vero, che non c’è mai stato, fra me e Martin. L’ho buttata via con un po’ di malinconia e tanto sollievo.

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