pubblicato da Giulia venerdì, Giugno 13, 2003 12:28
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Pace, amore e autogestione

Quanto mi piacciono i fricchettoni. Io non sono mai stata molto fricchettona, un po’ perché non ho il fisico – le nuove fricchettone sono polpose e poppute, di statura non superiore alla media nazionale, e non si truccano; io, oltre ad essere quindici centimetri sopra la media nazionale e anche secca (comunque non popputa), ogni volta che mi presento in pubblico le azioni di Rimmel e L’Oreal hanno un’impennata. Se vado a una festa, gli azionisti mi telefonano a casa per ringraziarmi di persona – un po’ perché non riesco ad avere tutto questo entusiasmo per l’azione sociale, il commercio equo e solidale, le bandiere della pace e via dicendo. Tutti ottimi principi, ma ho davvero altre cose per la testa, mea culpa. Comunque, qui non si parla di me, si parla dei fricchettoni e di quanto mi piacciono. Ai fricchettoni ho dedicato il mio articolo migliore per Trieste.com, e ogni volta che Radio Fragola fa una festa, nei limiti del possibile, cerco di andarci.

Radio Fragola, per chi non lo sapesse (e siete in tanti, a giudicare dal numero di accessi che segna il counter: non potete essere tutti amici miei) è una radio triestina autogestita molto fricchettona, che ha fatto da colonna sonora ai miei primi anni di università. Radio Fragola organizza dei festoni micidiali a base di reggae (la musica preferita dei neo-fricchettoni) e altro (e io ringrazio per l’altro, perché il reggae mi sta sull’anima). A queste feste sono riscontrabili dei tipi umani di forma costante, che andrò ad elencare qui sotto, insieme alle loro specifiche caratteristiche*.

Il rasta – Il dreadloccato di Radio Fragola non è del tipo modaiolo-Korn, ma di tipo fumatone-Bobmarleyandthewailers. Balla sempre, tutto contento, e quando non balla si spara dei razzi che ci manca solo la scritta Sputnik sopra per entrare in orbita. In orbita, comunque, il rasta c’è spesso e volentieri.

La donna folk – Come da descrizione sopra, è rotondetta, e indossa di preferenza camicioni etnici o di stile paesano, jeans sdruciti d’inverno e gonne di cotone d’estate. Una variante prevede la sostituzione del camicione etnico con maglietta taglia L, sotto la quale è visibile lo sforzo di un reggiseno sportivo, mai sotto la terza misura. Mangia, beve, ride e se ne fotte della dieta. Le secche non-folk (con l’eccezione della sottoscritta, che è secca ma non Velina) la trovano trascurata e poco attraente. In realtà, la fricchettona è sempre fidanzatissima e felice.

L’uomo folk – I capelli glieli taglia la sorella o la morosa folk. Si veste come cazzo capita. A differenza del suo corrispettivo femminile, che generalmente è gioconda e sorridente, è spesso uno sfegatato attivista di sinistra. Ai concerti degli Arbe Garbe canta tutte le canzoni. Anche se non è friulano.

L’universitario – E’ giovane e contento, ha magliette ironiche e balla come un pazzo, ubriachissimo.

L’eroe di guerra – Uno che in guerra sicuramente non c’è mai stato, ma è sempre, estate e inverno, visibile in pantaloni militari e anfibi. Spesso si compra la bandiera della pace al banchetto di autofinanziamento, e non ci vede nessuna contraddizione.

Il matto – Alle feste di Radio Fragola il matto c’è sempre. Siccome Radio Fragola ha sede nel comprensorio dell’ex manicomio, dove adesso ha sede la comunità autogestita degli ex pazienti del centro di salute mentale, i ragazzi che mettono su (letteralmente) i programmi fanno sempre amicizia con qualcuno di questi personaggi. Sono sempre innocui, e in loro onore circola una maglietta che reca quello che è da anni il mio motto:

Da vicino, nessuno è normale.

*Vedi a proposito anche la Tassonomia dei frequentatori del Velvet, ormai un classico.

 

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