Diversamente stronzi
pubblicato da Giulia sabato, Novembre 21, 2009 15:30E tutti giù ad applaudire Fini che dà degli stronzi a quelli che pensano che gli stranieri siano diversi. Bravo bis, perché non ti sei candidato alla dirigenza del PD, cazzo come vincevi. E non un cane che si renda conto di quanto questa espressione – per quanto carica di buona volontà – sia qualunquista e priva di qualsivoglia significato oggettivo. Pensi che gli stranieri siano diversi, sei stronzo. Bella roba. Sarò stronzo, si dicono i rubizzi padani ossessionati dalla difesa della razza, e chi se ne frega. E mandano i Carabinieri casa per casa a cacciare il clandestino, per giunta sotto Natale, quando quello lì che vogliono a tutti i costi tenersi crocifisso in ufficio nasce in una stalla, in mezzo alle bestie, perché nessuno ha voluto dare ospitalità a una donna visibilmente incinta e a suo marito. Poi vanno alla Messa di mezzanotte senza sentirsi minimamente stronzi, perché quello che dice Fini, semplicemente, non è vero.
Certo che sono diversi, gli stranieri. Parlano lingue diverse dall’italiano e diverse fra loro. Vengono da culture diverse, hanno colori, costumi, religioni diverse. Alcuni scappano dalla fame, dalla guerra, dalla carestia, da regimi opprimenti. Non venite a dirmi che un ruandese scampato al genocidio è uguale a un pensionato di Vicenza. Non lo è. Ci sono vissuti diversissimi. Gli stranieri sono diversi, è un fatto sotto gli occhi di tutti.
Non è negando l’esistenza di una diversità che si risolve il problema del razzismo. Il problema della destra italiana, storicamente, è proprio la scarsissima accettazione della varietà: il voler intruppare tutti in ruoli sociali precisi, maschi di qua femmine di là, tutti etero anche quelli che non lo sono, matrimonio e figli, Dio patria e famiglia, rigidità assoluta di collocamento, ordine e disciplina. Una cosa che sulla carta mette tutti in pace, ma che dà all’individuo pochissimo spazio di manovra. Chi è straniero a volte è integrato, a volte no. A volte si inserisce nel tessuto sociale, a volte invece si nasconde fra le sue pieghe. “Siamo tutti uguali” è un nobile principio che però, agli occhi dell’italiano incolto, suona falso. I ragazzini italiani che ho visto spintonare il coetaneo rom sull’autobus (che non aveva fatto niente se non passare fra loro) non si sentono uguali alla persona che aggrediscono. La politica di sistematica emarginazione dei rom e in generale dei “diversi” li fa sentire giustificati: il paese in cui sono nati non si sente in dovere di accogliere chi arriva, facendo in modo che si senta a casa ed entri a far parte di una comunità funzionante e organica. Nel paese in cui sono nati accendono la televisione, e c’è un tizio che gracchia “Gli stranieri devono starsene a casa loro”. Nel paese in cui sono nati si può praticare solo una religione, vestirsi solo in un modo, parlare solo una lingua, essere di un solo orientamento sessuale. Nel paese in cui sono nati, essere diversi è un attimo. Non serve nemmeno venire da un altro posto. Basta anche solo votare per il partito sbagliato.
Prima di dire “tutti uguali”, Fini dovrebbe cominciare ad ammettere la necessità della differenza.
L. Tedoldi says:
Novembre 22nd, 2009 at 8:40
Perché è possibile prendere per il culo tutti con una frase banale se non idiota? Per Fini dire “negri è essere stronzi”, firmare leggi schiaviste e razziste è essere “destra europea”. Perché nessuno protesta? Perché l’italiano sta zitto?
Hanno privatizzato il popolo. ll popolo non esiste, esiste la sua privazione, il dominio del privato. L’assenza quasi totale del sentimento del pubblico genera quotidianamente quest’Italia barbara. Il suolo italiano è vilmente cementificato; l’acqua sta per essere venduta ai privati; l’aria è inquinata per i molti non ricchi, pulita solo per chi può vivere nei quartieri d’elite verdi; tutte le minoranze, orfane di protezioni familiari o clientelari, consegnate all’attenzione del pubblico, di quello che una volta si chiamava “stato del benessere”, ancora superstite nei paesi scandinavi, dove ad esempio ti pagano se studi, dicevo tutte le minoranze abbandonate alla protezione comunitaria sono in realtà gettate nell’arena ricolma di tigri, col diletto della maggioranza ignobile che, tra un pasto e l’altro, le condanna subito se compiono atti di difesa dalla violenza criminale dell’indigenza coatta. Il popolo è privatizzato nel senso che dispone di un salvacondotto per uscire dal patto sociale, trascinandosi solo nelle proprie pulsioni acquisitive ed egocentriche, in virtù delle quali l’universo si restringe alla famiglia ed agli utili amici, oltre i quali soffoca il nulla dei principi di convivenza.
Il padre di Aldo Bianzino, probabilmente ucciso in carcere senza ragione, ha scritto: “Vorrei dire comunque che un Paese che considera delitto la detenzione e l’uso di droghe, magari solo marijuana, o l’essere “clandestino”, pur non avendo colpe e quasi sempre per sfuggire a condizioni di vita impossibili, uno Stato che avendo preso in custodia delle persone, è responsabile a tutti gli effetti delle loro vite e della loro salute, uno Stato che non riconosce come reato gravissimo la tortura, uno Stato che difende i forti e i potenti e non i deboli, è uno Stato che non può ritenersi civile e non può chiedere ai suoi cittadini (o sudditi?) di amare la propria patria”. Sabato 21 novembre Il Corriere della Sera pubblica un breve articolo in cui si racconta la storia di un operaio marocchino. Ovviamente ha un nome arabo, ma per il titolare bergamasco di una ditta artigiana di imbiancatura della zona dell’Isola è un nome che non va. Mercoledì 18 novembre L.A., detto Franco, 48 anni, permesso di soggiorno in regola, residente in provincia, arriva all’Ufficio Vertenze della CGIL: chiede cosa può fare se il suo datore di lavoro non gli paga tutte le ore lavorate. Davanti ai funzionari dell’Ufficio Vertenze, il lavoratore tira fuori un foglietto, lo “stipendio” di giugno. A penna il datore di lavoro scrive una nota con le ore lavorate, il compenso e i soldi che gli detrae per i pranzi: il “totale avere” è pari a 673 euro, ma alla fine, dopo un fantasioso e inspiegabile arrotondamento al ribasso, la cifra finale scende a 600 euro. Come se non bastasse aggiunge la scritta “E fa sito!!!”. Non si tratta dell’inciviltà o della xenofobia di un singolo. Chi manda la polizia casa per casa a cacciare chi ha il permesso scaduto non fa nulla di illegale. La destra governativa difende un progetto di legge, scritto a loro dire “per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi”, in cui i colletti bianchi possono beneficiare della prescrizione e gli immigrati irregolari no. I quali subiscono la stessa limitazione riservata ai presunti terroristi ed ai presunti mafiosi. Potrebbe sembrare che i fatti di Bianzino e dell’operaio marocchino non c’entrino nulla con tali leggi della destra al governo. Sappiamo invece che questo governo sta ponendo le basi per una guerra civile a bassa intensità. La codificazione normativa della persecuzione degli stranieri lascia campo aperto a soprusi e vessazioni di ogni genere. Siamo solo all’inizio.
marcello says:
Novembre 23rd, 2009 at 6:53
Un momento, Fini non ha detto questo: trattasi di semplificazione giornalistica. Fini ha detto una cosa diversa, rivolgendosi a un ragazzino in una scuola di periferia frequentata da molti extracomunitari, gli ha detto che chi li prende in giro, o peggio per la loro diversità è uno stronzo. Insomma, Fini ha detto che ‘chi prende a pretesto la diversità per discriminare è uno stronzo’, e anche qui semplifico anche io, ma forse in maniera un pò più esatta dei semianalfabeti che imbrattano quotidianamente i giornali…
Clelia says:
Novembre 24th, 2009 at 5:51
Vivo a Londra e qui hanno fatto della diversità un vanto. Gli importa poco che se sei nero giallo o bianco… parli un’altra lingua? Ma questo è un vantaggio commerciale, sai cucinare cinese o italiano… you are well come, ci sono miglioni di ristoranti, hai un’altra cultura o religione … chissenefrega, l’importante è che produci. Logica spietata quella londinese, ma c’è da dire che qui di razzismo vero, in 4 anni che vivo nella city non ne ho visto. Qui vige e impera la meritocrazia, parola sconosciuta nel bel paese. Fin quando non si cambierà modo di pensare e si vedranno gli stranieri non come vantaggio e ma come qualcosa da espellere l’Italia resterà la ” nazione provincia” con una cultura gretta e chiusa.
Clelia
Luigi says:
Novembre 24th, 2009 at 10:18
Il problema di Fini è lui stesso. Il tipo deve fare pace prima con se stesso perchè non si capisce più dove vuole andare. Ultimamente rema contro la sua maggioranza, si allontana sempre più dalla sua anima fascista tanto da farlo confondere come un esponente del PD (le battute in merito si sprecano ultimamente). L’altra faccia della medaglia è il lassismo che i vari governi hanno avuto nel gestire l’immigrazione in italia. Siamo sempre stati visti da molti Paesi come la nazione del “vai e fai quello che ti pare”, crimini, stupri e furti compresi, così abbiamo attirato più delinquenti che lavoratori. E’ vero anche che siamo un paese intollerante, l’unica cosa che tolleriamo sono i nostri politici da quattro soldi.
Giulia says:
Novembre 25th, 2009 at 11:16
Luigi, questa dell’attirare più delinquenti che lavoratori è una cazzata: i lavoratori non fanno notizia, i delinquenti sì. Ma gli stranieri sono in ogni casa, lavorano e contribuiscono all’andamento sociale come i nativi italiani. Il problema è che in Italia nessuno – e dico nessuno, né destra né sinistra – è riuscito ad affrontare il fenomeno di un’immigrazione inevitabile. Non si è fatto niente per assicurarsi che chi arrivava trovasse accoglienza ed evitasse di finire inglobato in sacche di povertà, emarginazione e delinquenza. Si permette che italiani di etnia rom vivano al freddo nelle baracche e fuori da ogni norma sociale, trattandoli come indesiderabili: gli stranieri che arrivano sono stranieri due volte.
PawnHeart says:
Novembre 25th, 2009 at 6:04
Clelia, il razzismo e la xenofobia ci sono’ eccome anche a Londra, solo che sono ben mascherati sotto la splendida bandiera dell’ ipocrisia. Per non parlare del classimo ancora vivo, o di come un accento piu’ o meno upperclass ti possa aprire le porte in certi ambienti, o di come la Oxbridge mafia sia imperante in politica e negli alti livelli della finanza. Per carita’ niente da paragonare con la grottesca situazione dell’ Italia dove un partito come la Lega e’ al governo e le amicizie contano piu’ delle capacita’. Ma risparmiamoci i toni celebrativi perche’ di porcherie in 7 anni di UK ne ho viste parecchie.
Lykan says:
Dicembre 12th, 2009 at 4:26
Peccato che colui che abbia pronunciato questa frase derivi da un partito che culturalmente ha sempre professato la sua continuita’ culturale con la repubblica di Salo’
e col fascismo che promulgo’ le orrende leggi razziali.Fini che impartisce lezioni sulla
tolleranza del diverso e’ come Vallanzasca che impartisce lezioni di legalita’.
Baldovino Matsumoto says:
Maggio 26th, 2010 at 5:46
Chiedo il permesso per riprodurre il testo di questo post nel mio blog, ovviamente citando e linkando la fonte.
B.M.
il blog è: http:\\neurobi.splinder.com
Giulia says:
Maggio 31st, 2010 at 7:24
Vai tranquillo.
Nuovi italiani e vecchi stronzi | Ludik – di Luca Di Ciaccio says:
Luglio 30th, 2011 at 10:40
[…] fatto, come scrive Giulia Blasi commentando le parole di Gianfranco Fini, che ha dato degli “stronzi” a quelli che […]