Ciuf ciuf

pubblicato da Giulia sabato, Luglio 19, 2008 8:58
Aggiunto alla categoria Target du jour

Un Eurostar si spacca in due, e Trenitalia minimizza.

Chi ha contatti lavorativi in altre città e/o la famiglia lontana (per me valgono entrambe le opzioni) il treno lo usa spesso e volentieri. L’aereo costa sempre troppo, ha orari bizzarri o atterra in aeroporti scomodi rispetto alla mia destinazione. Trenitalia, come monopolista, fa il bello e il cattivo tempo: aumenta i biglietti a dismisura, impone tariffe bizzarre su alcune tratte, ne serve malissimo altre, e considera i passeggeri sui treni a lunga percorrenza come necessari fastidi. Non so voi, ma io personalmente sono arrivata al punto in cui mi aspetto di trovare una presa di corrente funzionante in ogni posto a sedere su ogni Eurostar: se devo viaggiare quattro, cinque ore, devo essere messa nelle condizioni di poter lavorare. Pago abbastanza il viaggio da poterlo pretendere, e lo pago sempre la stessa cifra: ma la presenza della famosa presa mi cambia la giornata da così a così. Il minimo che Trenitalia può fare, tutto considerato, è avvertire i clienti in anticipo di quali servizi saranno presenti sul treno: se mi indichi il bar con apposita iconcina, perché non la corrente? E’ un servizio aggiuntivo che puoi fornire a tua discrezione, d’accordo: ma così come io posso voler evitare i regionali e gli Intercity per la lentezza e l’impossibilità di impiegare il tempo lavorando, potrei voler scegliere Eurostar che mi permettano di attaccare il PC ed utilizzare le ore di viaggio per fare altro che sopportare in silenzio le chiacchiere incessanti dei vicini di posto.

L’ultima volta che sono andata in direzione nord, con un treno che ho preso altre volte e che normalmente è fornito di elettricità, il treno era stato sostituito da un vetusto convoglio, di quelli che la presa di corrente ce l’hanno solo in un posto in tutto il vagone. Un viaggio, badate bene, pagato 59,95 euro, incluso cambio a Mestre. Stessa tratta al ritorno: 59 euro, senza cambio, treno AV tecnicamente fornito di elettricità, ma con prese che funzionavano a settori alterni: nella carrozza 5 non andava la fila di sinistra, nella carrozza 6 quella di destra. Questo treno, nello specifico, è malfunzionante da un anno. I bagni sono in condizioni pietose, le porte si rompono, il bar applica prezzi da denuncia, l’aria condizionata è artica o inesistente.

Ognuno è libero di pensare come preferisce, ma io credo che la condizione dei trasporti in un paese sia una spia precisa del suo stato di avanzamento economico e sociale. I turisti che si scapicollano con valigie enormi tra Roma e Venezia possono anche trovare pittoreschi i nostri treni, ma i pendolari e tutti quelli che del treno fanno un uso regolare sono saturi di disservizi, sporcizia e ritardi. Nessuno si aspetta che Trenitalia diventi efficiente come le aziende di trasporti giapponesi da un giorno all’altro – abbiamo capito da un pezzo che pretendere l’eccellenza e l’efficienza in Italia è un’attività tanto frustrante quanto inutile – ma il regresso mi pare davvero un brutto segnale da lanciare a cittadini che sono prima di tutto clienti paganti.

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6 commenti to “Ciuf ciuf”

  1. medo says:

    Luglio 19th, 2008 at 1:35

    A queste cose bisogna abituarsi. Almeno finchè i treni circoleranno, infatti dal 2013 (che vuol dire DOMANI) l’Italia non avrà più un KW energia elettrica per farli muovere i treni, ma questo non lo troverete sulle prime pagine dei giornali.

  2. talkingfish says:

    Luglio 19th, 2008 at 3:41

    Beh, sono notizie che fanno piacere, soprattutto contando che devo prendere un Intercity fra un paio d’ore.

    Dovessi sommare tutti i ritardi accumulati nel corso di quest’anno nel tratto La Spezia-Torino, guadagnerei quasi una settimana di vita. Non male, direi. Ricordo ancora, in pieno agosto, una carrozza Intercity di prima classe (benedetta sia la scelta random delle biglietterie automatiche) con l’aria condizionata che, per un errore, mandava solo aria calda. Ripeto: agosto, aria calda. Aggiungo metà dei finestrini bloccati. Un forno. Un’ora e un quarto a boccheggiare prima che si degnassero di offrirci un’altra sistemazione, nonostante i ripetuti avvisi ai vari controllori. A posteriori, mi viene quasi da ridere, ma all’epoca sudai sette camicie (uh… brutta questa). Ma immagino che questa sia solo una storia fra le tante.

  3. Molly says:

    Luglio 20th, 2008 at 11:55

    Io penso che non esista una persona che nella sua vita non abbia avuto almeno un episodio spiacevole da raccontare sui treni (e le stazioni) del nostro pittoresco paese. Alla fine basta fare due conti, anche sommari, per capire come siamo messi.

  4. barnabo says:

    Luglio 21st, 2008 at 8:39

    sull’ultimo treno che ho preso, domenica scorsa, un intero scompartimento, quello dove avevo il posto prenotato, era inagibile perchè i sedili erano pieni da far schifo di peli di cane o qualche altra bestiaccia….. se il livello dei trasporti è una spia del paese, noi siamo al rosso fisso!

  5. MademoiselleAnne says:

    Luglio 21st, 2008 at 4:47

    E non parliamo dei treni pendolari a breve percorrenza, i treni-merci, perchè davvero c’è di che bestemmiare!

  6. Cristina says:

    Luglio 22nd, 2008 at 11:51

    Cara Giù, prendo il treno tutti giorni e talvolta allungo fino alla provincia di Padova. La cosa che io trovo fuori da ogni logica ed inammissibile sia che trovo prese elettriche perfettamente funzionanti e comode sui Minuetto che fanno la tratta Treviso-Vicenza (max 1 ora, 1 ora e 1/2 di tragitto) e non sugli Eurostar che prendo da Trieste ad andare a Milano. Il Minuetto costa forse 3.50 euro a tratta…. L’Eurostar che in ritardo arriva come l’Intercity una barca di soldi.