La prof racconta
pubblicato da Giulia martedì, Maggio 20, 2008 13:06Premetto che insegno nella scuola media. La riforma Moratti è partita quattro anni fa e non è stata per nulla smantellata (ha tolto ore, ha tolto classi, sono saltate cattedre a iosa, non si è riusciti a tornare indietro; Fioroni ha ‘tolto’ il portfolio, ma perché era fuorilegge, era stato imposto e non era nel dettato di legge, tutto qui; ha eliminato il tutor, perché era un’assurdità legislative e non era comunque riconosciuto; ma il resto è rimasto, perchè l’impianto costruito ex-abrupto con l’imposizione totale della riforma non è smantellabile – nel senso che, per farlo, nella mia scuola oggi mancherebbero sei cattedre di lettere, ad esempio, e nessuno ce le concederà più. Comunque:
1) “una sorta di concessione benevola e scocciata alle assurde richieste del prof di turno”: esattamente; siccome appare chiaro che per far soldi non occorre apparentemente ortografia e sintassi, tutto ciò che si chiede a scuola agli alunni è concesso (più o meno benevolmente) come genitlezza o costrizione verso quello strano professore che chiede gli accenti e l’educazione;
2) vero che, di fronte al tentativo di valutazione degli insegnanti c’è sempre stata un’alzata di scudi, ma quanti sanno che proposte erano state fatte per arrivarci? La signora Brichetto in Moratti, per esempio, pensava a dei questionari da distribuire a genitori e alunni (della serie: io correggo le verifiche dopo due giorni e do insufficiente e la mia collega le corregge dopo due settimane e dà tutti buono e distinto, chi sarà valutata meglio dagli “utenti”?). Un tentativo precedente (Berlinguer) andava nella stessa direzione.
Si accenna ai risultati Ocse-Pisa (senza peraltro nominare il fatto che il divario non è solo tra sud e europa orientale o simili, ma anche tra sud e nord Italia, o tra diverse province della stessa regione). Bene. Prendiamo la mia classe attuale (28 alunni, quattro bocciati, sei stranieri) e quella della collega della sezione staccata (15 alunni, nessun bocciato, uno straniero). Quale sarà la classe con i risultati mediamente migliori, così, a occhio? La sua, giusto. E questo fa automaticamente di me una cattiva insegnante?
3) Vero, la scuola non è così a causa dell’ultima riforma, e molta colpa sta in un generico popolismo anni ’80 per cui la scuola dell’obbligo significa non che hai l’obbligo di studiare ma che hai l’obbligo di promuovere. Vero anche che certe iniziative scolastiche starebbero meglio in un gruppo estivo invece che a scuola.
Però.
Se posso aggiungere una cosa grave di questi ultimi anni: la riforma Moratti (oltre ad avere aumentato le materie e diminuito le ore settimanali) ha istituito un numero di ore scolastiche ridicolo ai nostri tempi (premesso che io, negli anni ’60, andavo già a scuola mattina e pomeriggio, è pensabile rifarsi a un livello scolastico e culturale ormai inutile? perché, quanto a questo, la riforma Coppino prevedeva obbligatoria solo la scuola elementare), e ha aggravato il balletto di giornata del pane, del teatro interculturale, ecc. di cui si diceva prima. Anzi, l’ha istituzionalizzato, questo balletto, con l’invenzione dei laboratori pomeridiani facoltativi che, secondo lei avrebbero visto frotte di ragazzini correre al grido: facciamo qualche ora in più di grammatica! Ovvio che questo non è successo: i laboratori scelti sono quelli di informatica, di basket, al massimo di scienze, e solo con enorme fatica e opera di convincimento si riesce a far iscrivere chi ne ha bisogno a qualche recupero di italiano o matematica. Gli altri, che non si fanno convincere, non si iscrivono. E, ecco la cosa grave, è ormai passata l’idea che non siano solo i laboratori a essere facoltativi, ma tutta la scuola. In fondo, se mi dicono che posso scegliere tra fare un’ora in più di grammatica o lasciare nell’aula la professoressa (pagata!) con uno o due alunni, cosa mi impedisce di pensare che anche quando siamo in classe in 30 quell’ora di grammatica, dopo tutto, non può essere tanto diversa da quella del pomeriggio, e quindi facoltativa?
Scusate la lungaggine, ma magari mettere il naso dentro la scuola per vedere cosa sta succedendo sul serio, non sarebbe male.
Laprof, nei commenti a questo post.