Attraversare con prudenza

pubblicato da Giulia domenica, Maggio 4, 2008 18:26
Aggiunto alla categoria Bric à brac
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C’è una signora anziana in mezzo all’incrocio.

Non cammina, proprio. Si può dire che deambula, alzando una gamba dopo l’altra, lentamente, le giunture troppo rigide per piegarle. Dondola, barcolla, ma attraversa. L’incrocio è grande e pericoloso, alla fine di una delle strade principali della Frosinone bassa, la via dello struscio e dello shopping, dove si affollano adolescenti in abiti chiassosi e ragazzoni con pettorali guizzanti sotto la maglietta Corona’s.

La signora anziana avrà sui settant’anni, forse di più. Si tinge i capelli, non ci stava ad essere una signora anziana, e quando il tempo ha tradito il corpo togliendole l’agilità è rimasta una signora anziana con i capelli tinti. Forse porta anche un po’ di rossetto, è difficile dirlo nei pochi secondi in cui la vedo passarmi davanti, a distanza. La macchina di fronte rallenta, il guidatore forse un po’ scocciato da quella signora in mezzo alla strada, lì dove neanche i giovani attraversano mai perché non ci sono strisce pedonali e tutti vanno veloci, complice una segnaletica stradale un po’ alla viva il parroco. Lei invece procede dondolando, un’espressione infastidita o forse solo affaticata sul volto, un passo dopo l’altro ed eccola sulle righe di mezzeria che circondano l’aiuola spartitraffico. Metà percorso è fatto, resta l’altra metà.

Deve essere nata quando le macchine non c’erano, questa signora, o ce ne erano molte di meno: questa parte della città deve esserle spuntata intorno quando era già adulta, e con essa le macchine, sempre più grosse e sempre più potenti. C’è una coppia in Porsche decappottabile nella corsia accanto alla nostra, capello lungo con codino lui, capello tinto piastrato nero e aria torva lei. Schizzano via nel traffico e arrivano all’incrocio forse molto prima che la signora cominci il suo periglioso attraversamento. Noi, invece, siamo costretti ad attendere che sia diventata il problema di quelli che arrivano dall’altra parte, da dietro la curva, sperando che non vadano troppo di fretta e non siano troppo distratti.

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