Arrivo bene, arrivo ultima
pubblicato da Giulia giovedì, Giugno 24, 2004 13:24Rieccomi.
Siamo in arretrato. Potrei raccontarvi di come siamo andati a Imola, e di come vedere per un’ora FrankBlackFrancis e Momma Kim su un palco sia stato simile a un pellegrinaggio a Santiago de Compostela, con tanto di caldo, disidratazione e tappe come le stazioni della Via Crucis: ci saremmo potuti arrivare il ginocchio, per la lentezza con cui si muovevano gli ingorghi ai cancelli. Poi facevi il giro e scoprivi che c’era un varco nel muro dietro che dava sulla strada. Portoghesi del mondo, unitevi.
Potrei raccontarvi di come i Pixies abbiano suonato, in certi punti in modo approssimativo, ma di come ascoltandoli mi sia resa conto per l’ennesima volta che le loro canzoni non sono invecchiate di un giorno, non suonano rétro, non hanno il gusto della nostalgia come invece quelle suonate da un mesto e imbolsito Robert Smith, poche ore dopo. Potrei raccontarvi di come ho saltato e cantato per quasi tutta l’esibizione.
Potrei raccontarvi della faccia del tastierista dei Cure (non mi ricordo il nome; forse non l’ho mai saputo), paralizzata in una perenne espressione di stupore da apparenti e massicce dosi di chirurgia plastica e iniezioni di Botox. E di come il loro concerto, tolti i primi due pezzi e Inbetween Days, sia stato a dir poco soporifero.
Potrei raccontarvi che Ben Harper DUE PALLE.
Potrei raccontarvi che PJ Harvey ha i piedi grandissimi, solo perché basta fare un giro su blog migliori di questo per sentire parlare di lei in modo più competente.
Potrei raccontarvi anche altre cose, ma stamattina tutti i miei neuroni sono impegnati a canticchiare
Su pel pal, zò pel pal, su e zò pel pal
ohi che bel, ohi che mal, su e zò pel pal
sulla melodia di Jingle Bells.