La revancha del bamboccione
pubblicato da Giulia martedì, Dicembre 4, 2007 18:20È però interessante tornare su [Tommaso Padoa Schioppa] e sul bullismo istituzionale andando a cercare le motivazioni di quella sua famigerata frase. A nostro avviso il ministro non ha commesso una leggerezza, non ha avuto un attacco irrefrenabile di ironia, ma piuttosto ha messo in campo una mossa politicamente molto scaltra. TPS, infatti, non ha scagliato la sua alabarda contro i vari potentati che tengono tirato il freno della nostra Italia, non si è speso contro lo strapotere economico mafioso che imperversa in gran parte del Sud con forti ramificazioni a livello nazionale e internazionale, non ha messo all’indice il nostro capitalismo all’italiana tutto insider trading e scatole cinesi, un capitalismo in cui 75 set-tan-ta-cin-que mandarini ricoprono ciascuno da un minimo di 21 ad un massimo di 61 incarichi A TESTA nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa. No. Il ministro TPS non è intervenuto contro una pubblica amministrazione spesso inefficiente né si è speso a favore dei consumatori e del loro diritto di un economia che offra servizi in concorrenza tra loro e dove la regola non sia quella dei cartelli; né, tanto meno, TPS si è mosso con piglio risoluto contro tutte le caste e gli ordini professionali che tengono in scacco il nostro paese e aprono le loro porte solo ad adepti e cooptati che possano mantenerne in piedi il potere di veto nei secoli dei secoli. Non si è speso, infine, il nostro TPS, contro la baronia universitaria alla quale in Italia è stato affidato un potere specifico di carattere medioevale, con cattedre assegnate tramite incoronazione tra consanguinei, con commissioni d’esame che bocciano incauti aspiranti colpevoli unicamente di avere, da soli, più titoli di quanti ne abbiamo tutti i membri della commissione esaminatrice messi insieme. No, TPS non ha fatto niente di tutto ciò, non lo ha fatto perché se solo ci avesse provato tegole pesanti gli sarebbero rovinate sul capo canuto, non ha fatto nulla di ciò perché mafiosi, lobbisti, notai, mandarini, fannulloni, professionisti, baroni, sono tutti soggetti che in Italia hanno rappresentanza politica e potere di veto. Non si è scagliato contro di loro perché avrebbe poi pagato politicamente e professionalmente per l’uscita imprudente. Ha deciso di scagliarsi contro i giovani italiani, contro i Bamboccioni che non sono rappresentanti da nessuno.
La questione del precariato in Italia fa venire il mal di stomaco, lo so. E’ per questo che vi consiglio di leggere, Maalox alla mano, il pamphlet compilato da Federico Mello sull’argomento. Non è leggero: è tosto, contiene molti numeri, alcune parti sono ostiche per chi non abbia dimestichezza con il sistema contributivo italiano. Tuttavia, credo sia importante tenere duro e leggerselo tutto, fino in fondo. Perché ci riguarda. E perché è ora che prendiamo coscienza fino in fondo di come ci stanno usando, e del futuro che ci attende.