Dieci Diecine di svista

pubblicato da Giulia lunedì, Luglio 23, 2007 22:33
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei, Target du jour
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Non è dejà-vu: questo post è stato pubblicato anche su Macchianera.

Ci sono molte cose su cui Gianluca e io siamo d’accordo. Quasi altrettante su cui siamo in disaccordo. Le Diecine, ahimè s’è capito, non fanno parte del primo gruppo.

L’errore fondamentale di questo post, lo dico subito tanto perché sia chiaro da dove voglio partire e anche dove voglio arrivare, è dare per scontato che lo scazzo nei confronti delle Diecine sia solo mio, e sia limitato alle Diecine come fenomeno in sé. Questa non è una cosa mia, non è una malinconia che mi prende la sera e tantomeno, come sembra suggerire il post, un momento di rabbia mista invidia nei confronti di chi si è messo in fila davanti a me quando distribuivano le tette (che poi, per ragioni anagrafiche, credo fosse la Marcuzzi e non la Diecina della settimana scorsa, ma sono dettagli) e sono generose nel mostrarle al mondo.

Sono diventata maggiorenne quando le Fast Food erano già un topos nella cultura nazionale: non conosco un’altra società o un’altra mentalità. Quello che mi disturba, da diversi anni e in misura crescente, non mi disturba per osmosi rispetto a un movimento femminista a me vicino nel tempo o nello spazio (femminismo in Friuli-Venezia Giulia? Non fatemi ridere), ma per autentico accumulo di esasperazione. Qui non c’entra, o comunque non c’entra in maniera rilevante, l’autobiografia; non c’è ostilità verso la “donna nuda”, né come persona né come idea, e tantomeno come rivale in qualità estetiche. Tanto più che l’ultimo post uscito sul mio blog poco prima di tutto questo quarantotto era né più né meno che un elogio del burlesque. Cosa che da sola basta a mandare a gambe all’aria tutto l’impianto dialettico di cui sopra.

Veniamo a noi, dunque.

Nello specifico, la trovata delle Diecine mi urta per una serie di fattori. In capo a tutto c’è quanto detto qui, che si riassume facilmente in: e che due coglioni. Solita figa 2.0, solite tipe nude con tanta voglia (malcelata, o comunque negata a parole) di arrivare da qualche parte, o quantomeno di vincere la gara di popolarità atta ad eleggere la più bona. Miss Italia lo fa da molti più anni e con modalità abbastanza simili: donne svestite in fila e contrassegnate da un numero come bovini in fiera, vince quella che viene ritenuta la più bella. Segue discorso di rito.

Il secondo motivo per cui la trovata delle Diecine mi urta, anzi no, mi fa un po’ ridere e un po’ intristire, è che il premio per la Supergnocca della Settimana è… far vedere le pere! Cioè, fatemi capire: mettere la propria foto su Internet per intrattenere il pubblico allo scopo di fare delle foto leggermente migliori e più svestite per intrattenere il pubblico.

Come dire: chi gioca in prima base? Chi.

Il terzo, e più pressante motivo per cui le Diecine mi urtano (non le Diecine, ovviamente, ma tutta l’iniziativa: sai mai che qualcuno equivocasse) non è legato tanto alle Diecine quanto a una certa aria che si respira non solo in Italia, ma nel mondo in generale. In Italia puzza di più, ma siccome ci viviamo dentro da decenni (per non dire secoli) il tanfo ci è diventato quasi impercettibile.
Faccio un esempio pratico. Un mio amico, un caro, carissimo amico, ha l’abitudine di riferirsi alle ragazze come “pussy” (singolare o collettivo: una pussy, c’è pussy). Un altro usa abitualmente, allo stesso modo, il termine dialettale riferito all’organo genitale femminile nella sua zona. Esempi isolati? Non so. In ogni caso, mi colpiscono: non sento molte donne riferirsi agli uomini come “manico”, singolare o collettivo.
Le Diecine (non come donne, ma come parte di un trend), nel loro piccolo modo, contribuiscono ad alimentare questo genere di pensiero. In un uomo intelligente e di buona cultura, l’utilizzo di una certa terminologia si può classificare come un retaggio linguistico: se però ad adoperarla è uno di quelli che quando esco di casa non mancano di farmi la radiografia e lanciarmi dietro apprezzamenti, mi sorge il dubbio che per una fetta consistente della popolazione le donne siano, in verità, pussy. O figa. O termine dialettale a scelta.
Una donna, ridotta al minimo termine della sua avvenenza comparativa, è nient’altro che quello: pussy. La Diecina di turno non conquista la prima pagina perché è simpatica, intelligente, colta. La conquista perché tutti in coro le hanno cantato “Ollellé ollallà faccela vede’ faccela tocca’ ” e lei, tutta felice dell’attenzione ricevuta, si presta.

E a te chettefrega? Potrebbe domandare qualcuno. Fai un altro mestiere. Che te ne frega se esistono dieci cento mille ragazzette pronte a svestirsi su Indernezz per potersi ri-svestire su Indernezz ma con un trucco e una luce migliore?
Me ne frega. Eccome. Ma questa non è la sede per spiegare in lungo e in largo perché. Un’altra volta, magari, ché sto già andando lunga. Ma ancora una volta: non ha solo a che vedere con me come persona. Ha anche a che vedere con il fatto che Macchianera non è – anzi, diciamo che vorrei che non fosse – un sito dedicato alla figa. E’ un posto dove si sono dette cose interessanti, anche importanti, a volte solo divertenti, ma comunque un sito dove la partecipazione è, o dovrebbe essere, trasversale ai sessi. Nel loro recinto su Ten, le Diecine hanno una ragione di esistere: magari io non la condivido, magari è più legata a un interesse commerciale che alla glorificazione della Divina Patata quale ragion d’essere degli ex lettori di Cuore, ma ce l’hanno. Su Macchianera, paiono fuori contesto. La polarizzazione in senso maschile di questo blog mi sembra un po’ uno spreco, ma del resto questa è casa di Gianluca. Solo perché ho un duplicato delle chiavi non significa che possa cambiare i mobili.

In conclusione, ordunque:

Allora chiedo: che male c’è in una donna nuda?
Dice: che uno si fa le pippe guardandola.

Ecco, Gianluca: non è proprio così.

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