Plus ça change
pubblicato da Giulia giovedì, Maggio 13, 2004 12:56Esistono delle costanti universali. In barba alla situazione internazionale, resiste l’egemonia del culo. E così anche quest’anno, come si sono premurati di farci sapere i media, sono iniziate a Cologno Monzese le selezioni per diventare Veline.
Già pensionabili Giorgia Palmas ed Elena Barolo, le due graziose-quanto-indistinte minigonnate a perdere di una trasmissione in cui ormai mancano solo i nani, dato che le ballerine e i cani già ci sono: fate entrare la carne fresca. Una bionda e una bruna, come le vallette di Sanremo, cosicché l’occhio dello spettatore possa indugiare sul fototipo preferito. Bandite le rosse, emblema di carnalità spinta: la sessualità delle Veline è candida, infantile, ammiccante, passiva. È fatta di cenni di approvazione e sorrisi smaglianti.
Abilità minima richiesta: saper sorridere e muovere gambe e braccia a tempo con una canzone pop, senza cadere dai tacchi.
Il fatto che nessuna delle “leggendarie” (ci vuol poco a far leggenda) Veline di ieri abbia poi avuto una fulgida carriera artistica non sembra diminuire l’attrazione esercitata dalle qualifiche in -ina sulle italiche pulzelle. Elisabetta Canalis è più stimata per le sue tette che per la sua professionalità. Maddalena Corvaglia parla troppo e spesso anche con cognizione di causa e proprietà di linguaggio: sparita. Alessia Mancini è rigida e manierata, è passata da Velina a Letterina e adesso di professione cosa fa? La televenditrice? La fidanzata di?
Le altre non me le ricordo nemmeno. (Non sono neanche sicura che la Mancini sia stata una Velina, per dire.)
Eppure saranno un’orda. Giovani, giovanissime oppure già in zona rischio over-25. Alcune fisicamente qualificate, altre meno. Alcune (molte) spinte dalle madri, altre solo dal sogno di guadagnare palate di soldi per mandare a memoria elementari coreografie ed apparire nelle anticipazioni del programma avvolte in un accappatoio bianco, a proteggere l’ensemble moda della serata. Magari fidanzarsi con un calciatore, anche per poco, il tempo di una comparsata a Quelli che il calcio.
Hasta el deretano siempre.