Eterni ritorni
pubblicato da Giulia lunedì, Giugno 30, 2008 21:30Cosa volete che vi dica, qua vogliono schedare i ragazzini in base all’etnia, e io non so veramente più come fare a non sputare in faccia a quelli che hanno votato Lega, perché sputargli in faccia mi sembra veramente l’unica cosa da fare: fra sessant’anni, la saliva che non ho depositato in faccia ai leghisti mi verrà rinfacciata, come ora si rinfaccia ai tedeschi di essere stati zitti buoni e ariani mentre i loro vicini di casa venivano gassati. Si schedano i ragazzini, non si sa perché, ché a schedarli non è che li assisti meglio: ne fai solo dei cittadini schedati, pronti per quando da adulti tenteranno anche solo di delinquere, zac, li becchi in un attimo. Li si scheda per presunzione di reato, in pratica, perché li si potrebbe tutelare benissimo come si tutelano i ragazzini di altre etnie, senza prendergli le impronte.
Cosa volete che vi dica? Niente, allora vi dico delle cose di cui magari non ve ne frega niente, così ci distraiamo tutti da che paese di merda siamo diventati: facciamo come i tedeschi, guardiamo altrove, contempliamo, pensiamo che la cosa non ci riguardi. Sono andata a prendere la metro B, oggi, e pensavo che la metro B per me è la linea degli addii, perché la prendevo per tornare a Trieste quando ancora non vivevo a Roma e facevo la spola fino ad esaurimento fondi e salute mentale. Ogni domenica, al rientro, languivo sul vagone in direzione Termini, intristita. Ci pensavo oggi, e ho capito che la metro B non è la linea degli addii, è la linea dei ritorni: perché anche se al ritorno non la prendevo mai, era partendo che capivo di voler tornare. Così la prendevo, triste ma anche felice, un sentimento a metà in cui ero felice di essere triste perché la tristezza mi dava la misura del valore che davo alla mia felicità e a quei viaggi verso sud a settimane alterne.
La metro B mi piace tuttora più della metro A, anche se è più infrequente e non c’è l’aria condizionata.
Non so se vi ho distratti abbastanza. Fatemelo capire.