Come eravamo

pubblicato da Giulia giovedì, Luglio 1, 2004 14:06
Aggiunto alla categoria Pacs nobiscum, Triste mondo malato
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Eravamo un paese pieno di stile.

Ci potevamo permettere di prestare al mondo registi, attori, artisti, dive dal fascino abbagliante come Sophia Loren, Silvana Mangano, Alida Valli. Gli attori accorrevano in Italia da ogni parte del mondo per lavorare con Fellini, con Rossellini, con Visconti; e i nostri attori non tentavano la fuga se non in rari casi, perché a Cinecittà si stava scrivendo la storia della settima arte. Tutti, alla fine, tornavano in patria. La nostra moda era sinonimo di bellezza ed eleganza, le case regnanti d’Europa mandavano le figlie a farsi cucire gli abiti dalle sorelle Fontana, mentre Audrey Hepburn scorrazzava in Vespa per la Città Eterna con Gregory Peck.

Eravamo un paese pieno di magagne, corruzione, bigottismo, crudeltà sancita per legge (lo sapevate che fino a quarant’anni fa uno stupratore poteva evitare la galera se sposava la sua vittima?), ma elegantissimo.

Guardate adesso.
Esportazioni cinematografiche: Monica Bellucci.
L’ultimo film italiano di enorme successo sul mercato americano è stato Nuovo Cinema Paradiso. La vita è bella, nonostante gli Oscar a Benigni, rimane un film di nicchia. E poi più niente.
Non siamo più nemmeno il paese dello stile. Non abbiamo più ambasciatori. Quello che mandiamo in giro da qualche anno a questa parte fa le corna dietro agli europarlamentari, racconta barzellette, ha strombazzato il lifting su tutti i giornali, è cotto dalle lampade, ha una fedina penale quantomeno dubbia. E’ così volgare che la gente vota Gianfranco Fini “perché almeno lui è un signore”, e così sconclusionato che in certi momenti il Bossi pre-ictus appariva determinato come un ricercatore del MIT.
Qualche progresso dal punto di vista dei diritti civili è stato fatto, ma vogliamo parlare della legge sulla fecondazione assistita, o della continuata assenza dei PACS? In Italia si fanno leggi sulla televisione ma non leggi che aiutino la gente a vivere meglio. Soma di Stato e culi per tutti, così state buoni. E già si bisbiglia di cambiare la legge 194.

La nostra televisione è quasi interamente importata dall’estero, il pensiero creativo è morto, e anche Marcello Mastroianni. Chi sostituirà mai Marcello Mastroianni? Non vedremo mai più una scena come quella della Loren che estrae il foglio dalla busta, “… and the winner is… Marcello!!!” Probabilmente non vedremo neanche più Benigni che si arrampica sugli schienali delle sedie e annuncia di aver esaurito tutto il suo inglese, a meno che non riesca a fare film anche solo leggermente migliori di Pinocchio.

Siamo un paese senza stile, ed è tutta colpa nostra.

Aggiuntina: lo so, ho cannato il ricordo Loren-Mastroianni-Benigni, un cortocircuito della memoria. Però non correggo, uno perché fa folk, due perché mi si sputtana tutta la costruzione, tre perché mi serve da promemoria: devo farmi vedere da uno bravo.

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