Blue in the face
pubblicato da Giulia domenica, Luglio 29, 2007 19:23Giuro, non ce la facevo più a dribblare gli spoiler che mi piovevano addosso da tutte le parti. Adesso che l’ho finito, posso leggermi in pace gli articoli di critica che mi tenevo da parte da troppi giorni.
Solo le saghe fanno questo effetto, e solo le saghe i cui personaggi si fanno amare molto scatenano questa paura/fissazione degli spoiler. C’è gente che gode a rovinare la festa agli altri (e qui non metto il link: chi ha scritto il post ha fatto bene il suo lavoro), altra gente che è proprio sciocca e sbadata (i titolisti di Repubblica.it, Il solito TGcom, a cui non metto i link per rappresaglia), altra ancora che è del tutto isterica e pur di non rovinarsi la sorpresa è capace di non leggere il giornale per giorni, e io faccio parte dell’ultima categoria. O miscredenti: c’è più mondo reale in dieci pagine a caso di qualsiasi Harry Potter che nell’opera omnia di Sophie Kinsella, Jane Green, Wendy Holden e Candace Bushnell messe tutte insieme.
La prosa di J.K. Rowling non è, in sé, motivo di grande attrattiva. E’ funzionale: racconta. In ordine. Non è quindi per il piacere del suono e del ritmo che la si legge, ma per farsi catturare nel mondo che descrive. Per stare con i personaggi, piangere e ridere con loro, soffrirne i dolori e celebrarne le gioie. Se qualcuno doveva morire, insomma, non volevo saperlo all’inizio. Volevo scoprirlo insieme a loro, nello stesso preciso momento, e non cominciare a portare il lutto dal momento in cui il personaggio entrava in scena.
Insomma, l’ho finito e non dirò nulla. A parte che ne valeva la pena.