E’ andata com’è andata: e a me dispiace. E non perché non ha vinto la donna, ma perché ha perso la candidata che avrei preferito, avendo il diritto di voto in Francia. Sarkozy non mi piace, ma del resto non è il mio presidente, e se i francesi hanno votato per lui spero ardentemente che li sappia servire come meritano.

Una cosa è molto importante, però. Ségolène Royal ha vinto nel momento in cui è stata presa sul serio come candidata, è riuscita a passare il primo turno e a sfidare direttamente il suo avversario. E’ una vittoria simbolica, ma significativa: in quel momento, lei ha smesso di essere “la candidata donna” ed è stata giudicata esclusivamente sulla base del programma che proponeva e del carisma percepito. Non ha perso perché donna: ha perso perché meno convincente, e perché i francesi hanno creduto in Sarkozy più che in lei. Scelta personalmente non condivisa, ma ripeto: non è il mio presidente.

Con queste presidenziali, la Francia ha fatto un passo avanti nel saldare il debito con le sue donne. C’è molto da invidiare, anche nella sconfitta.