Piccoli pacs di bimbo

pubblicato da Giulia lunedì, Gennaio 29, 2007 11:12
Aggiunto alla categoria Pacs nobiscum
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Sul Corriere.it di oggi, Alessandra Arachi elenca nel dettaglio i punti della bozza di legge sui Patti di Solidarietà Civile, anche detti Pacs per chi stesse ricercando informazioni in rete e avesse trovato questo post*.

A un’occhiata superficiale, sembrerebbe di capire che il Vaticano abbia motivi sufficienti per allineare un po’ di cardinali in Piazza S. Pietro a fare la hola. Come già per la legge 40, l’intenzione di colpire le coppie omosessuali è abbastanza evidente: no alla fecondazione eterologa e all’inseminazione per coppie non unite nel solito Santo Matrimonio, e no anche alle adozioni per le coppie unite da Pacs. Insomma, niente “minacce alla famiglia”: i maledetti peccatori sodomiti non riusciranno a far passare l’idea che ci si possa amare anche senza spendere un capitale per travestirsi da meringa e da pinguino, e poi andare in crisi tre anni dopo, riempirsi di corna e mollarsi a suon di avvocati, sbatacchiando qua e là i marmocchi nati dall’unione. Stereotipo per stereotipo.

Che l’intento punitivo sia di matrice cattolica – del resto, stiamo parlando di una religione che permette, anzi, glorifica il dolore fisico come manifestazione della propria devozione – risulta evidente anche dallo scontro Bindi-Pollastrini sulla durata minima della convivenza necessaria a far sì che scattino il diritto alla successione e alla pensione di reversibilità. Barbara Pollastrini sostiene che bastano cinque anni, mentre Rosy Bindi preme per allungare il tutto a dieci, se non quindici.
L’esistenza stessa di una soglia di durata da superare per essere degni di tutela è bizzarra: come a dire, brutti zozzoni renitenti al matrimonio o peggio, inclini a pratiche contronatura, provateci che siete una coppia resistente. Un simile esame di durata, applicato alle coppie sposate, darebbe risultati deprimenti: statisticamente, il 51,2% delle coppie si lascia tra il terzo e il quinto anno di matrimonio. Al di là di queste considerazioni, diventa difficile capire come mai Pollastrini & Bindi, ma soprattutto la seconda, vogliano mettere in difficoltà le coppie atipiche. E con coppie atipiche non intendo quelle omosessuali, che per quanto mi riguarda sono tipiche quanto quelle eterosessuali, ma le coppie o le convivenze non unite da legami affettivi o di parentela. Due anziani rimasti soli al mondo che decidano di convivere per ottimizzare le spese e darsi reciproca assistenza in caso di difficoltà, e che decidano di sottoscrivere un patto di solidarietà civile, fanno una scommessa con il loro destino biologico: se va bene e si campa oltre i cinque anni, si eredita tutto. Se va male, e si crepa o peggio, la spunta la Bindi e gli anni diventano dieci o quindici, il Pacs è un Pacs a metà. Il tentativo di colpire le coppie omosessuali, come già con la legge 40, si ritorcerebbe contro tutte le coppie conviventi.

Io qui aspetto, e tengo gli occhi aperti. Voglio vedere come va a finire.

* Dalle statistiche di questo blog, risulta che questo post è stato a lungo uno dei più visitati in assoluto. Qualcosa vorrà dire.

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