Lucciole e lanterne

pubblicato da Giulia domenica, Ottobre 8, 2006 19:44

Il disaccordo con Vladimir Luxuria sulla questione sollevata da Giuliano Amato è una posizione difficile da sostenere. Amato, per farla breve, sostiene di essere completamente a favore di provvedimenti punitivi per i clienti delle prostitute, della cui privacy non gli importa molto dato che li considera degli “squallidi”. Luxuria ha criticato la posizione del ministro dell’Interno, sostenendo (non a torto) che la prostituzione non è reato, se chi la esercita è maggiorenne e l’ha scelta liberamente; e che a cercare la compagnia delle mercenarie sono spesso anziani, vedovi o uomini di scarsissima attrattiva.

Obiettare all’obiezione è, come già detto, difficile. Per sua stessa aperta ammissione, l’onorevole Luxuria ha esperienza di prima mano del mondo della prostituzione, e di conseguenza c’è da crederle se dice che esistono delle distinzioni fra chi sfrutta minorenni e schiave (e con questo si intendono sia il magnaccia che il cliente) e chi frequenta prostitute maggiorenni e padrone di se stesse. Il processo alle intenzioni non tiene: la prostituta non regge un cartello identificativo di nome, età e grado di indipendenza, e chi la frequenta difficilmente riuscirà ad estorcerle informazioni veritiere (posto che sia effettivamente interessato). La si ascolta, Vladimir, perché lei c’era: e sa cosa dice. La si ascolta come sarebbe opportuno ascoltare una madre che ha concepito attraverso la fecondazione eterologa, o una donna che ha abortito quando l’aborto era una pratica clandestina.

A me, che del mondo del meretricio conosco solo le sagome delle ragazze appostate all’angolo della via Prenestina quando torno dal lavoro, questa posizione risulta comunque difficile da condividere. Sarà perché quelle che vedo per strada, vestite di nulla con qualsiasi tempo e qualsiasi clima pur avendo l’aria di venire da posti ben più caldi, non mi danno l’impressione di essere lì per libera scelta. O forse sarà perché comincia a sembrarmi stancante questa abitudine di considerare l’essere umano maschio come un animale che deve avere il suo sfogo, senza per questo avere l’obbligo di rendersi presentabile ad una partner sessuale. Riducendo il discorso al minimo comune denominatore, se sei vecchio, brutto o vedovo puoi tranquillamente andare a comprarti mezz’oretta di essere umano, da trattare come ti pare perché tanto paghi, senza la necessità di lavarti, fare conversazione, comunicare, interessarti all’altra persona. L’importante, per carità, è che la controparte non sia sfruttata da qualcun altro. In pratica, l’equivalente del commercio equo e solidale: compro, ma compro pulito. Mi lavo la coscienza, mi scarico le gonadi e non infastidisco le signore perbene.

Una mentalità da riduzione del danno che non riduce nessun danno. I clienti delle prostitute non sono esclusivamente vecchietti soli: sono ben più spesso uomini giovani, perfettamente in grado (se non fossero emotivamente handicappati) di stabilire un contatto con donne pari età e requisiti. Le violenze su queste ragazze sono all’ordine del giorno, come del resto le violenze su molte donne. Cominciare a diffondere, anche con metodi duri, l’idea che comprarsi una persona per strada sia fondamentalmente sbagliato e lesivo della dignità dell’acquirente e dell’acquisito potrebbe contribuire a far calare la domanda, e di conseguenza l’offerta.

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72 commenti to “Lucciole e lanterne”

  1. Giulia says:

    Ottobre 10th, 2006 at 2:22

    Joe: tutto legittimo, per carità, ma come al solito stiamo alle carote e ai broccoli che sono uguali alle persone.
    Chi si ferma a contrattare un bocchino con un’adolescente albanese in mutande, a meno che non sia un completo coglione (OK, io penso che lo sia lo stesso, ma è un’opinione mia) sa che la ragazza, al 99%, è prigioniera di un racket. Non solo non gliene frega niente di introdursi a forza nel corpo di una donna che non lo vuole e che farebbe volentieri a meno di accoglierlo, ma finanzia anche chi la tiene sulla strada con qualsiasi tempo, e la corca di botte se non porta a casa abbastanza soldi.

    In linea di principio il garantismo, in questo caso, è fondamentale. Nessuno andrà a colpire le prostitute che esercitano liberamente a casa propria: per quanto la cosa possa farmi fondamentalmente schifo, è libero commercio, e rimane solo da risolvere un problema mica poco grave di oggettificazione della donna da parte dei clienti. Sono incline ad essere meno garantista con chi si apparta con una prostituta raccattata per strada. Incontri che, più spesso che no, finiscono in minacce, percosse e umiliazioni per la ragazza coinvolta, perché tanto chi la compra sicuramente non la rispetta.

    Allora possiamo anche fare finta che le battone siano tutte libere professioniste, e come detto nel mio post, è oggettivamente impossibile saperlo con certezza: sicuro è che in Italia esiste una cultura dominante che chiude serenamente un occhio sullo sfruttamento,non premurandosi minimamente di colpire chi approfitta della disperazione di migliaia di ragazze: sfruttatori e clienti, per me, pari sono.

    (Poi: non credo sia necessario ribadire che tutto quanto dico è opinabile perché è un’opinione: mi pare che qui non siamo d’accordo nemmeno sulla dignità dell’essere umano.)

  2. ciccio says:

    Ottobre 10th, 2006 at 3:24

    non credo sia esatto dividere in bianco e nero. non è giusto ridurre tutto ad una semplice transazione economica (evidentemente non lo è) ma non è altrettanto giusto assimilare le schiave che si vedono per le strade o nei bordelli alle migliaia di ragazze e ragazzi che, consapevoli della propria avvenza decidono di farla fruttare. sono due mondi totalmente diversi. la discriminante fondamentale dal mio punto di vista è lo sfruttamento. chi carica una ragazzina da un marciapiede sa per certo di contribuire ad uno dei crimini più disumani che si possa perpetrare, se ne rende complice, su questo non possono esserci dubbi ( e quindi dovrebbe scattare lapunizione). ma negli altri casi, al limite si può pensare ( ed io lo penso) che chi lo fa sia un pirla ma niente di più…. la differenza è davvero macroscopica.

  3. WFL says:

    Ottobre 10th, 2006 at 3:27

    WLF: non sono d’accordo con la tassazione della prostituzione: non voglio soldi dall’intimità delle persone

    ma sulla salute della gente li vuoi?(tradotto sulle sigarette, che sono stratassate?)

    “Cominciare a diffondere, anche con metodi duri, l’idea che comprarsi una persona per strada sia fondamentalmente sbagliato e lesivo della dignità dell’acquirente”
    il problema sta nel comprarsi una persona o nel comprarsela per strada, perchè se il problema è il comprarsi una persona, non sono d’accordo visto che
    tra i compiti dello stato c’è la punizione dei reati e non dei peccati, per questo condanno la frase di Amato, non è compito di un ministro del governo giudicare se uno è squallido o no. sul comprarsela per strada posso essere d’accordo ma solo per motivi di ordine pubblico e di sicurezza stradale

  4. tb says:

    Ottobre 10th, 2006 at 4:35

    l’uomo è pigro.
    è impegnato, non ha tempo di coltivare una relazione. una relazione che non preveda l’innamoramento si intende. una relazione che porti ad una sana scopata senza implicazioni. una scopata consenziente.
    ma si sa l’uomo è pigro e fa molto prima a comprarsela quella scopata.
    non si cura della violenza morale e psicologica che compie. non è una violenza fisica perchè da molto la prostituta (e non puttana) ha smesso di considerarsi un oggetto e, incurante del male che subisce, si concede silenziosa anche al più schifoso e puzzolente. si concede perchè, se si rifiuta, viene massacrata, bastonata e i pochi soldi che gudagna non vengono spediti dai papponi alle famiglie.
    esiste la superzoccola da 350 euro a botta che lavora in casa con il cellulare e gira in mercedes slk e fa anche la selezione (se sei un cesso non te la scopi). ma non credo che si stesse parlando di questa prostituzione (in crescita comunque).
    credo che si stesse parlando invece di quel fenomeno criminale che vede ragazze anche minorenni vendersi perche costrette.
    costrette – costrette – costrette – costrette.
    ma ancora si vuol credere alla favola che battere è un mestiere come un altro?

  5. Joe Tempesta says:

    Ottobre 10th, 2006 at 6:09

    Ripeto, ché forse non si capiva: dal punto di vista dello sfruttamento c’hai perfettamente ragione, e la penso come te. Il cliente non può non sapere che quelle in strada sono schiave e non prostitute consenzienti.
    Non parlavo di loro, ma della prostituzione in generale. Il problema di fare in modo di vietare (o scoraggiare a suon di multe) ai cliente delle schiave di pagarle per fare sesso non eliminerebbe le schiave né gli schiavisti. Semplicemente li sposterebbe in casa, con annunci, siti internet e quant’altro, mescolandole quindi a quelle che lo fanno per scelta propria. A quel punto diventerebbe impossibile anche incontrarle, quelle ragazze, a meno che non ci fossero squadre di poliziotti il cui compito dovrebbe essere quello di sfogliare internet e i giornali di annunci per fissare appuntamenti con ognuna di loro. Non mi pare fattibile.
    Ogni questione che riguardi le libertà personali, dalla droga all’alcol, dall’alcol fino all’aborto, ovviamente anche la prostituzione di ogni tipo, non è affrontabile con il proibizionismo: in ogni momento e in ogni paese che lo si sia fatto non è servito a null’altro che a creare e ingrandire un mercato illegale. La legalizzazione e la regolarizzazione è l’unica via per eliminare o quantomeno limitare i fenomeni criminosi come lo sfruttamento nel caso della prostituzione.
    Il problema della dignità umana, te ne dò atto, rimane: ma il problema è che non posso decidere io, né tu, né nessuno se venderla e in questo caso a che prezzo. Non sono cose che possono essere imposte per legge, semplicemente perché non funziona.
    Ma non credere che non capisca la frustrazione di chi vede una situazione sgradevole e vorrebbe far qualcosa per migliorarla, anche a costo di usare la forza come farebbe un padre dando un ceffone ai propri figli. L’unico problema è che non sono nostri figli, né noi loro padre.

  6. Aioros says:

    Ottobre 10th, 2006 at 7:11

    Io la penso esattamente come Joe. Il discorso sulla dignità umana e sul sesso più o meno sano non è esattamente una questione legale. Se invece il problema è combattere lo sfruttamento (e lo è), multare i clienti non porta a niente (però ci si fa un po’ di soldi facili, in effetti).

  7. Medo says:

    Ottobre 10th, 2006 at 7:19

    Farsi pagare 100 Euro per fare 15 minuti di sesso è prostituzione.

    Farsi pagare 800 per tenere il proprio corpo 8 ore al giorno, per 11 mesi all’anno, per 35 anni dietro una scrivania a fare la simpatica quando il capo ti fa le battutine invece com’è che si chiama?

    Chi può dire bellamente che la prima va debellata con tutto il vigore della società civile mentre la seconda addirittura la possiamo promuovere?

  8. Y says:

    Ottobre 10th, 2006 at 10:46

    ECCHEPPALLE!!!
    Meno male che noi froci abbiamo superato il problema (vero solo in parte… tse’ tse’).
    A quanto pare i gay riescono ad avere meno problemi con il sesso e a farlo più promiscuamente senza tutte ‘ste pippe dell’uomo etero che non ha tempo per le relazioni serie ecc ecc e allora si giustifica se poi non si cura delle violenze psicologiche che procura bla bla bla…
    A me sembra un gran bel nascondersi dietro ad un dito. Non si tratta forse di FARE FINTA DI NIENTE?
    Ho come l’impressione che in questi ultimi vent’anni si faccia di tutto (e in tutti i campi) per insegnarci a fare finta di niente…
    Giulia, forse potrebbe collegarsi alla storia di Mignolo, ricordi? Forse il problema alla fine cresce a dismisura e diventa questa enorme piaga sociale che alimenta i fiorenti mercati della prostituzione.
    CERTO CHE BISOGNA MULTARE I Clienti! Semplicemente perché sono l’ultimo anello della catena, ma non per questo sono meno responsabili di tutto il sistema dal quale bellamente prelevano a piene mani.
    NO CLIENTI=MENO DONNE SFRUTTATE= MENO SFRUTTATORI= MENO CRIMINALITA’ ORG STRANIERA(che già ci bastava la nostra, grazie)= MENO IMMIGRAZIONE CLANDESTINA e così via…
    Ma lo so che è solo utopia…
    E tutto questo non ha nulla a che fare con le libertà sessuali… E proprio un fatto di cultura. E Fanculo gli ipocriti…

  9. Aioros says:

    Ottobre 11th, 2006 at 1:42

    Y, la catena di uguaglianze è (quasi) giusta. Il problema è che MULTARE I CLIENTI non è uguale a NO CLIENTI.

  10. Joe Tempesta says:

    Ottobre 11th, 2006 at 2:38

    Probabilmente Y era talmente ebbro del suono delle sue ditine sulla tastiera, convinto di star dicendo cose intelligenti e anche “scomode”, che si è scordato di fare qualche analogia, prima di scrivere.
    Si sarebbe potuto chiedere, ad esempio, come mai nonostante il commercio di droga sia illegale e che da un po’ di tempo anche il consumo sia un illecito (sebbene solo amministrativo) esista una criminalità organizzata, italiane e straniera, che ha nella droga il suo core business.

  11. Joe Tempesta says:

    Ottobre 11th, 2006 at 2:43

    Una segnalazione, ché magari almeno vi ricordate di quello a cui la multa la fecero davvero, e lui si suicidò.
    http://www.cgil.it/org.diritti/esclusio/sentenza.htm

  12. Medo says:

    Ottobre 11th, 2006 at 9:59

    Meno male che “voi froci avete superato il problema” della prostituzione. E che “a quanto pare i gay hanno meno problemi col sesso”. Mi rassicura perchè gli amici gay che ho mi han detto cose molto diverse fino a poco tempo fa.

    Si vede che il mondo è cambiato da un minuto all’altro mentre ero distratto.

    Però il problema delal viltà o della paura, in uan parola dell’anomimato, caro Y, non l’hai ancora superato.

  13. luz says:

    Ottobre 11th, 2006 at 2:44

    cara giulia
    leggevo ora un’interessante intervista a cera catharine mackinnon (“are women human?”),
    sapevi che la svezia nel’99 ha stabilito che la prostituzione è una forma di violenza maschile nei confronti delle donne?
    e parliamo di un paese all’avanguardia.

  14. Y says:

    Ottobre 11th, 2006 at 4:22

    medo: scusami, ovviamente si parla sempre per la propria esperienza, non per quella universale, non sia mai che ritengo di avere in tasca le verità del mondo. per quanto riguarda invece la paura, la viltà e l’anonimato giudicati a partire da un commento lasciato su un blog non mi pare possano portare molto oltre ad una lettera o ad un nickname, almeno che non ci siano in gioco altri fattori. il tuo nome a me non dice proprio nulla, mi dicono qualcosa solo le tue parole. e io inoltre un blog non ce l’ho. mi spiace.

    Aioros: Si lo so bene che non è la stessa cosa. Ma un deterrente potrebbe essere un buon inizio, no?

    Joe Tempesta: ho solo provato ad esprimere (e pure in fretta che sono al lavoro, sigh) un parere personale. Intelligente o no ok, mica si può accogliere l’accordo di tutti. Scomodo chissenefrega, non ci avevo proprio pensato. In più credo che le analogie tra prostituzione e droga siano assai approssimative. Senza negare che ci sarebbero una marea di considerazioni a rigurado, ma non mi sembra questo il luogo e soprattutto non da qui partiva il post di Giulia.

  15. Giulia says:

    Ottobre 11th, 2006 at 4:57

    Medo, numero uno datti una calmata.
    Numero due: abbiamo capito, tu consideri il lavoro d’ufficio una prostituzione. A me, personalmente, questa opinione non fa né caldo né freddo, mi sembra solo piuttosto presuntuosa: c’è anche gente a cui il lavoro d’ufficio piace. Chi sei tu per dargli delle puttane, di grazia?

    Joe: gli squilibri mentali di chi prima va a puttane e siccome lo beccano ha il senso di colpa cattolico e si ammazza mi sembrano esulare dal punto. Mi dispiace per lui, poverino: non doveva stare troppo bene. Ma lui è uno. Gli altri? Si può fare del poverinismo con tutti?

  16. menphis says:

    Ottobre 11th, 2006 at 6:18

    Non volevo più intervenire perché ci si sta troppo spostando dal tema principale della discussione. Non per difendere Medo ma forse quello che ha scritto sulla segretaria era nel senso che in ufficio molte volte sei “costretto” a subire anche delle molestie verbali che in altra sede non tollereresti. Siccome il termine prostituzione può indicare che si è abbandonato un ideale per denaro o convenienza anche il lavoro d’ufficio talvolta diventa prostituzione perché ti tocca accettare situazioni che faresti a meno ….. Come scrivi che c’è gente a cui il lavoro d’ufficio piace, ci sono persone a cui piace il sesso e se possono farci del denaro tanto meglio e non si capisce perché tu non lo possa considerare del sesso sano. In un precedente post si è parlato che il denaro può avere una valenza di valore aggiunto. Ci sono persone che devono avere la sensazione di possedere l’altro e in questo entra in gioco il denaro per avere un rapporto appagante (che abbia dei problemi oppure no sono affari suoi!!! Sta tranquilla che la prostituta glielo fa soltanto credere che è lui che dirige il tutto. Forse quando ancora è “inesperta” è il cliente che domina la situazione!!!
    Per rilassarvi un po’ e ripassare un po’ di storia date una letta qui:
    http://www.alalba.it/Roma-antica-Prostituzione.htm

  17. Medo says:

    Ottobre 11th, 2006 at 7:04

    Alt: io considero

    a) dar ragione al capo/a e alle sue malizie
    b) concedergli il 75% del tempo della propria vita e la propria vita stessa in cambio di due lire
    c) fare tutto questo stando zitti/e

    prostituzione.

    Non sono delle puttane quelle che lo scelgono (di prostituirsi “in modo aziendale”, diciamo). Trovo invece di cattivo gusto l’equazione prostituirsi = essere puttane, oltre che piuttosto qualunquista. Che magari la 12enne tailandese sbattuta tra le vie turistiche si offende pure, che si prostituisce ma non è una puttana. Io mi scaldo perchè la mia vicina di casa ghanese, della cui famiglia sono stretto amico, i primi anni in Italia li ha passati a fare la prostituta e ora fa la magazziniera e viene trattata come una bestia, toccata e palpeggiata molto peggio di quando era per la strada.

    Questo, per la precisione e per esperienza personale. Scusami.

  18. Joe Tempesta says:

    Ottobre 12th, 2006 at 12:54

    Bah, senti, se questo deve essere il livello della discussione (ma quel “fottersene della privacy di squallidi individui” non stigmatizzato doveva avvertirmi fin da subito, errore mio), mi ritiro e vi lascio al vostro divertimento di rilasciare patenti di squilibrati a chi vi pare.

  19. Giulia says:

    Ottobre 12th, 2006 at 8:50

    Joe, guarda che è un punto serio: cosa si fa? Li si lascia scorrazzare e comprarsi ragazzine? Nessuno parla di gogna mediatica: ci si domanda (seriamente) se fermare i clienti non possa essere una forma di limitazione del danno. Sui provvedimenti da prendere siamo tutti in disaccordo, ma che ci siano provvedimenti da prendere siamo d’accordo tutti o no?

    Per il resto, ripeto: non mi va di fare del poverinismo su gente che sfrutta la disperazione altrui. Come magnaccia o come cliente. In entrambi i casi, dimostra di avere una considerazione dell’essere umano vicina allo zero assoluto. Una donna che non può dire di no a un rapporto sessuale è una donna che subisce uno stupro: allora, gli stupratori in galera sì, i “clienti” delle poverecriste seminate sulla Prenestina no, perché quelli pagano? Cinquanta euro fanno la differenza? Costa così poco, la dignità di una persona?

  20. MrWhite says:

    Ottobre 12th, 2006 at 12:56

    Alziamo i prezzi, allora. 😛

    Scherzi a parte, l’applicabilità del diritto non dovrebbe essere così flessibile. Non è che per far valere i diritti di una parte (la prostituta) – potenzialmente lesi – possiamo incidere su quelli di un’altra (il cliente). Quello che si sottointende qui è che la prostituzione sia reato; lo è, sempre? E se non lo è sempre, è possibile risolvere il tutto con una semplice generalizzazione?

    Ancora: estendendo il ragionamento, perchè non rendere pubblici anche i film consultati da ciascuno in videoteca, o sul satellite? Sbugiardiamo anche chi si fa una pippa di fronte a d un film porno: in fin dei conti, sfrutta per la propria libido un’esibizione di persone mercificate, ridotte a meri oggetti di piacere. Chi lo sa, probabilmente tante “attrici” dell’est europeo si riducono a simili interpretazioni proprio per disperazione…
    Si ragiona per assurdo, okay, ma è così semplice capire dove si tira la linea di confine?

  21. WFL says:

    Ottobre 12th, 2006 at 2:02

    beh tassare già sarebbe un disincentivo, visto che i prezzi salirebbero

  22. Onga says:

    Ottobre 26th, 2006 at 12:48

    arrivo in ritardone sulla discussione, solo per dire che sto dalla parte della teoria di Giulia. troppa gente che conosco ha ancora l’idea che la percentuale delle ragazze sfruttate sia in realtà bassa e che molte siano “nel businness” perchè si fanno un sacco di soldi.
    la mia opinione è che sia un continuo perpetrarsi di una ideologia machista e maschilista diffusa in ogni dove e che, cosa a mio avviso ridicola, è riuscita a condizionare pure qualche mente femminile.
    io, se posso, la butterei sull’uguaglianza dei sessi, sui pari diritti, anche culturalmente, cercando di sradicare questa cultura del maschio dominante a cui si scusa tutto. è un cammino duro e lungo, si sa, ma insomma, da qualche parte bisogna pure cominciare (orco can, siamo andati sulla Luna, abbiam buttato giù il muro di Berlino.. ne abbiam fatte di cose che sembravano impossibili in giro per il mondo… )
    certo è che se devo scegliere tra l’impopolarità di una multa ai clienti e il calpestare la dignità di essere umani, io faccio mettere mano al portafoglio, che di questi tempi per molti è più sacro di una persona. e anche questo mi fa schifo assai.
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