A qualcuno può servire

pubblicato da Giulia martedì, Agosto 22, 2006 20:55
Aggiunto alla categoria Bric à brac

Un post di servizio

Venti giorni fa, misteriosamente, la connessione wireless del mio PC smette di funzionare. Problema di Libero? Può essere. Ma i problemi di Libero, in generale, si risolvono entro poche ore: venti giorni di stop sono un periodo di tempo improbabile per un malfunzionamento.
Il 155 decide di sostituire il nostro router. Male non può fare, visto che ce ne mandano uno nuovo e più bello. Il router arriva, lo installiamo, ma ancora niente wireless.
I parametri sono a posto. Da Gestione periferiche risulta che la scheda funziona (ettecredo: il notebook è nuovo di zecca). Presa dalla disperazione, vado sul sito Intel e ri-scarico i driver: tra non usarla perché non funziona e non usarla perché ho sbagliato driver, preferisco la seconda. E’ più facilmente rimediabile.

La nuova versione dei driver della mia scheda è munita di un simpatico cruscotto di manutenzione e gestione. Il notebook continua a non essere connesso in rete, ma il cruscotto mi intima di “Accenderla dall’interruttore hardware”.

E cosa cazzo è l’interruttore hardware, adesso?

Per un po’ mi trastullo con l’idea che si tratti di un modo creativo per nominare una funzione del pannello di gestione delle periferiche. Ritento l’installazione dei driver da lì. Riuscita. Ma ancora niente. Accendere dall’interruttore hardware.
Google.

Risulta che queste diavolerie di ultima generazione possiedono un interruttore che governa la scheda wireless. Un interruttore proprio, accendi-spegni. Nel mio (un Sony VAIO), si trova sul davanti, vicino al microfono che secondo il produttore neanche doveva esserci. Nero su nero, per cui col cavolo che lo vedevo. Devo averlo disattivato per sbaglio, tenendomi il notebook sulle ginocchia. Sai che è venuta l’ora di fare più addominali quando riesci a spegnere la scheda wireless del tuo computer con la pancia.

Le morali della favola sono due. La prima è: fate come le mamme di altri tempi. Rigirate il pargolo in tutti i versi, verificate ogni presa, ogni buco, ogni bottone, e consultate il manualetto per vedere cosa fanno.

La seconda è:
l’interruttore è sul davanti.

Commenti e ping chiusi.

18 commenti to “A qualcuno può servire”

  1. paolo says:

    Agosto 22nd, 2006 at 9:06

    morale della favola: anche se si è un professionista del settore, una scorsa al manuale non può far male…

  2. Ziggy says:

    Agosto 22nd, 2006 at 11:52

    Ovvero: certi designer dovrebbero tornare a scuola.

    Nel mio VAIO, che evidentemente è un modello diverso progettato da qualcun altro, il suddetto interruttore è bello grande, grigio metallizzato su fondo nero, e a fianco c’è scritto WIRELESS OFF/ON. Come se non bastasse, se lo si accende appare una bella scritta luminosa verde “WLAN”.

    Quando l’utente non riesce a fare cose semplici, non sempre la colpa è dell’utente.

  3. Giulia says:

    Agosto 23rd, 2006 at 12:14

    Il mio, oltre ad essere nero su nero, ha la scritta on/off in nero sopra. WLAN è scritto piccolino. Insomma, morale: se non ci guardi, non lo vedi.
    Meno male che so usare Gugol 😀

  4. Marco says:

    Agosto 23rd, 2006 at 1:05

    “Ma i problemi di Libero, in generale, si risolvono entro poche ore”? Solo a me dà problemi Libero? Prima ci mette un mese per attivarmi l’adsl, poi un’altra settimana per configurare il modem, poi mi sospende la preselezione delle chiamate senza dire nulla, poi mi doveva togliere Telecom in questi giorni, invece è rimandata a dicembre… Scusate lo sfogo, ma vista l’ora… :/

  5. seralf says:

    Agosto 23rd, 2006 at 11:12

    😀

  6. Andrea Beggi says:

    Agosto 23rd, 2006 at 11:21

    Addendum: mica per tutti è sul davanti. Alcuni lo hanno sopra, vicino alla cerniera dello schermo, altri di lato. La visibilità varia dallo stile “enorme pulsante di autodistruzione rosso con scritte minacciose” a “insignificante switch senza scritte, nero su nero, non citato sul manuale”.
    Viva i designer.

  7. JackRyan says:

    Agosto 23rd, 2006 at 12:46

    si in effetti l’ho visto nei posti più strani, su un notebook, non mi ricordo la marca, stava nello spigolo anteriore sinistro, però a guardare bene si vedeva, grigio su grigio con il disegnino (ovviamente) grigio.

  8. NickNite says:

    Agosto 23rd, 2006 at 2:54

    No ma è che queste cose le fanno per vedere se siamo attenti…Per metterci alla prova. ahaha

  9. Blimunda says:

    Agosto 23rd, 2006 at 5:08

    Stavo per acquistare un Vaio ma ero un po’in imbarazzo di fronte al costo.
    Grazie per avermi fornito l’alibi ufficiale, mi sento molto meno tirchia 😉

  10. Giulia says:

    Agosto 23rd, 2006 at 5:28

    Il Vaio è bello, ma tu prendi un Toshiba.

  11. Jester says:

    Agosto 23rd, 2006 at 9:14

    Se la cosa può consolare, una cosa simile è successa a me.
    Stavamo cercando di mettere in rete un Toshiba (mi pare) di un amico via Wifi. Avevo modificato le impostazioni del router, ma niente. Non lo vedeva.

    Alla fine leggiamo il manuale di istruzioni e scopro questo “pulsante del wireless”.
    Ma dico, ma a cosa serve un pulsante del genere?

    Sarà che sul mio Ibook non c’è, ma francamente non ne vedo affatto l’utilità.

    Per Blimunda: comprati un Macbook 🙂

  12. Giulia says:

    Agosto 23rd, 2006 at 9:30

    La nuova moda di oggi è: la connessione wireless funziona, ma a tratti non esce in rete.
    Così.
    A cazzo.
    Amo la tecnologia. Davvero.

  13. luis says:

    Agosto 24th, 2006 at 11:49

    @jester: il pulsante wireless che per qualche motivo tende a mimetizzarsi serve soprattutto se vai a batteria perché consuma molto tenerlo sempre acceso. Tutto qua.
    Da possessore di un Toshiba (dell’anno scorso questo, un Satellite) li consiglio caldamente, tranne per il lettore ottico, lì risparmiano per qualche misteriosissimo motivo e ti becchi delle porcherie (che neanche puoi..ahem…flashare come si deve). Vaio, uno ne ho avuto, appena l’ho guardato mi sono innamorato poi l’ho portato a casa e la relazione si è interrotta rapidamente per il suo progressimo sfracellamento. A _Me_ è successo, non è indice di alcune generalizzazione. casual rant.

  14. nonimporta says:

    Agosto 30th, 2006 at 8:13

    La mia perplessità di fronte al mancato funzionamento della scheda wireless di un Sony Vaio è durata circa due minuti, il tempo di consultare il manuale (che danno con il computer stesso in formato pdf) e verificare l’esistenza di un interruttore, la posizione di suddetto interruttore e configurare il tutto. Più che un ipotetico risparmio energetico (la potenza utilizzata per le emissioni wireless è bassissima, nell’ordine dei decimi di watt, a cui si somma qualcosa per il funzionamento dell’elettronica di controllo che essendo integrata ha un consumo decisamente inferiore a quello di dispositivi esterni) esistono più serie ragioni di privacy e di sicurezza. Per esempio su un aereo, dove spegnere i dispositivi wireless (e tutti gli altri strumenti il cui funzionamento implica l’emissione di onde elettromagnetiche) evita qualche remota possibilità di schiantarsi.
    I designer, soprattutto quelli di Sony, sanno il fatto loro. Chiunque si occupi di ergonomia e di design naturale infatti sa che la cosa più difficile da ottenere è un perfetto equilibrio tra fattori funzionali (anche quelli che l’utilizzatore finale NON CONSIDERA) e fattori estetici, e il software di controllo di Sony è ESPLICITO riguardo al funzionamento della rete wireless: basta solo controllare quel software per conoscere la posizione dell’interruttore. Quell’interruttore ha delle conseguenze sull’hardware, e su come viene visto dalla macchina, e sono conseguenze facili da controllare. Troppo spesso la colpa ricade sui designer, come se fosse facile riportare il successo di capolavori universalmente riconosciuti come la Moka Bialetti nel mondo dell’informatica. Ma si sa, ormai la gente crede che usare un computer e una caffettiera sia grossomodo la stessa cosa e si accorge della complessità di una macchina solo quando ci sono rogne, per poi puntare il dito contro il lavoro di qualcun altro. Non mi è mai piaciuta la risposta tipica che viene dati in questi casi, ma a giudicare dall’attitudine vincente in questo post, è del tutto meritata. RTFM, ovverosia: read the fucking manual.

  15. Giulia says:

    Agosto 30th, 2006 at 11:40

    Sei così simpatico anche nella vita reale, o sei un designer?

    Comunque, per tua informazione: se non vuoi fornire un indirizzo e-mail valido, non sei tenuto a commentare un blog. Se tieni tanto alla privacy, intendo.

  16. nonimporta says:

    Agosto 31st, 2006 at 1:02

    Giusto, hai ragione. In effetti è inutile partecipare, non discuto su cose ridicole come quelle che hai affermato nel tuo ultimo commento: hanno il sapore di un attacco personale, per cui non avrai alcuna soddisfazione da parte mia. Che cosa ridicola attaccare un anonimo. Ma la comprendo: in assenza di argomentazioni non si può fare altro.

  17. Giulia says:

    Agosto 31st, 2006 at 2:01

    Ma caro: ti pare che io potessi avere voglia di discutere con uno che lascia un commento acido come il tuo sopra, per giunta anonimo? Discutere di cosa? Del fatto che non trovavo l’interruttore hardware e ho fatto un post per dire: oh, io non lo trovavo, l’ho trovato, magari vi serve saperlo?

    Non mi interessa, capisci? Preferisco vivere. E preferisco la gente ben disposta.

  18. iole says:

    Agosto 7th, 2011 at 10:41

    Tu sei una grande!!!!! l’ho trovato anche io!!!!!!!!!!!