So ’90s

pubblicato da Giulia sabato, Agosto 19, 2006 11:50
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei

Diapositive delle vacanze, parte seconda.

Il nostro viaggio a Budapest ha coinciso con un evento. Un eventone: un lunghissimo, mastodontico, disordinatissimo e coloratissimo festival musicale, noto come Sziget. Sziget, in ungherese, vuol dire “isola”, ed è proprio su un’isola, quella di Obuda, che ogni anno si riversano folle di metallari, fricchettoni, indierocker (in percentuale non consistente) punk e fattoni da tutta Europa. Una Babele di lingue, colori, acconciature, stand di ogni tipo (“Cinque minuti col rabbino” vince su tutti, ma anche quello dei cappelli a forma di animale non scherzava; abbiamo scoperto poi che in uno era ospitato il concorso Miss Maglietta Bagnata, ma il festival era così gigantesco che ce lo siamo perso), cibi da ogni angolo del creato.

Il report di Emiliano, comprensivo di foto, è migliore di quanto potrei mai fare io in qualsiasi circostanza, per cui leggetevelo. Mi limito ad aggiungere alcune note a margine:

Jake Shears degli Scissor Sisters deve essere stato uno di quei bambini che cantavano Wind Beneath My Wings davanti allo specchio usando la spazzola come microfono. Uno di quelli definiti “estrosi” dalle maestre. Lo show del suo gruppo (chiamarlo “concerto” sarebbe contemporaneamente riduttivo ed esagerato, dato che musicalmente le Sorelle Forbici sono quanto di più inconsistente esista sulla piazza) è un trionfo del suo sogno, e dietro il divertimento c’è anche un po’ di commozione. Vederlo sul palco con Ana Matronic mi ha confermato che dentro di me c’è un maschio gay che lotta per venire fuori.

Cinque ragioni per cui non mi sono granché goduta i Gogol Bordello: 1. non pogo più da quando al Velvet, durante una canzone dei Verdena, un tizio è atterrato sul mio naso con tutta la spalla; 2. ODIO il crowdsurfing, specialmente quando il piede infangato di un tizio lercissimo mi colpisce a tradimento fra il collo e la spalla; 3. so che fa bene ai capelli, ma la doccia di birra mi fa schifo lo stesso; 4. i volumi alti sono cosa buona e giusta, ma due giorni di sordità sono un prezzo un po’ altino da pagare per un concerto; 5. un’ora va bene, un’ora e mezza va benino, ma due ore di punk balcanico mi sembrano troppe.

– I Radiohead sono meravigliosi. Lo dico anche perché non mi aspettavo che mi piacessero così tanto. Sono una di quelle che, da Kid A in poi, ha perso l’amore conservando l’ammirazione. Allo Sziget mi hanno aperto il cuore; non so cosa sarebbe successo se fossi stata più vicina al palco e fossi riuscita a sentire bene tutte le canzoni. Exit Music (for a Film) sentita come un’eco fra le chiacchiere dei metallari ha perso molto della sua quieta magnificenza.

– E’ stato, come dice anche Emiliano, un festival terribilmente nineties. La prospettiva di un revival anni ’90 mi riempie di angoscia, per ragioni in parte anagrafiche e in parte estetiche. A Budapest il revival sembra essere già iniziato, a giudicare dalle folle radunate dai tristissimi Prodigy (due vocalist da discoteca su un background di pezzi tutti uguali) e dai bollitissimi Therapy?

– Le ragazzine gotiche non conoscono mezze misure: o sono mezze nude, o girano interamente coperte di velluto e pelle nera, con stivali al ginocchio e lunghe chiome corvine sulle spalle. Nei pomeriggi sotto il sole estivo, mi sono domandata come facessero a non collassare per il caldo.

– Per i primi cinque minuti del concerto di Iggy and the Stooges ti viene da ridere. Iggy ha cinquantanove anni, è una prugnetta secca con la pelle cascante e un inizio di pancia là dove prima c’erano solo muscoli tesi. Sculetta come un viado e ha in testa delle mèches che neanche Jennifer Aniston. Poi all’improvviso, il miracolo. La trasfigurazione. Iggy non è più vecchio, non è più nemmeno interamente umano. E’ un sacerdote invaso dal dio, e la sua esibizione è una liturgia, una celebrazione dionisiaca. Va visto almeno una volta nella vita per capire veramente, fino in fondo, l’essenza del rock’n’roll.

– Durante il concerto dei dEUS, Tom Barman (forse posseduto anche lui dal dio) inciampa, cade lungo disteso all’indietro sul palco, si rialza e si rimette a cantare senza mai smettere di suonare. Io voglio bene a Tom Barman. Davvero. Gli voglio bene da dieci anni, da quando si è fermato mezz’ora a chiacchierare con me su una panchina ad un festival di Jesolo, e gli ho raccontato di come l’apprendimento della sua lingua natale, per me, sia stato fonte di traumi infiniti. Al punto che, a sette e passa anni dalla laurea, non la comprendo e non la parlo più. Per niente.

– Non aiuta il fatto che il festival fosse pieno di olandesi e fiamminghi persi in un costante incomprensibile chiacchiericcio. Mia somma vergogna. Se torno a nascere, studio lo spagnolo.

– Il novanta per cento dei concerti dello Sziget è di un’inutilità stupefacente. Non esagero. Non andateci, quindi, per la musica; andateci con la gioia nel cuore, invece, se siete dei fricchettoni che possono vivere serenamente senza lavarsi o pisciare in un bagno pulito per sette giorni di fila. L’ultimo giorno, i cessi chimici puzzavano a dieci metri di distanza. Però era possibile farsi fare le treccine dalle ragazze africane, intraprendere la strada del t’ai-chi o dei fiori di Bach, imparare l’ungherese in 24 ore, convertirsi a una religione a caso e fumare tabacco fruttato dal narghilè.

– Evitare di entrare nei suddetti cessi per tutta la durata del festival non ha impedito che io tornassi a casa covando un gigantesco raffreddore. Ed è fra fiumi di muco nasale e mal di gola che chiudo questo ultimo (giuro) post a tema estivo.

Commenti e ping chiusi.

16 commenti to “So ’90s”

  1. Disorder says:

    Agosto 19th, 2006 at 12:16

    Ho caldo solo al pensiero delle bambine gotiche in pelle (è vero, viste ovunque ai concerti estivi coi 40 gradi).

    Ma il “gay intrappolato nel corpo di una donna” non era Madonna (citazione di R.Everett, se non ricordo male)? Non ti darai mica alle croci di Swarosky vero? 😀

  2. Giulia says:

    Agosto 19th, 2006 at 12:19

    No, per carità! Sono una ragazza minimal 🙂

    In realtà, questa cosa di Madonna me la ricordavo in maniera inconscia. Lo sanno tutti che sono frocia dentro, io (tomini in testa!) 😀

  3. Andrea Beggi says:

    Agosto 19th, 2006 at 12:49

    Che differenza c’è tra il crowdsurfing e lo stagediving?

  4. Giulia says:

    Agosto 19th, 2006 at 1:32

    Lo stagediving è quando ti butti dal palco sulla gente sotto (ed eventualmente puoi fare crowdsurfing, se qualcuno ti raccoglie). Il crowdsurfing si può fare anche facendosi sollevare dagli amici stando in mezzo alla folla.

  5. Disorder says:

    Agosto 19th, 2006 at 2:07

    In pratica allora il crowdsurfing è un modo figo per descrivere la coreografia anni 90 (e 80?) che nelle discoteche del pomeriggio (diochetristezza) accompagnava l’arrivo di un inatteso (?) regalo: “si trasforma in un lanciamissile ecc..” (solo io mi ricordo dell’aeroplanino umano che partiva, sollevato dagli amici?).

    No, dopo questa madeleine anch’io dico decisamente basta al revival ’90s!

  6. seralf says:

    Agosto 20th, 2006 at 5:36

    i prodigy sono una delle cose più noiose e patetiche prodotte negli anni 90. Mi sono sempre stupito di come ad esempio abbiano avuto molto più successo dei chemical brothers, che pur essendo anch’essi ripetitivi, avevano tirato fuori diversi cosette ascoltabili. la cosa di cui avrei più paura in un revival dei 90 sarebbe un revival del grunge: io adoravo (e amo tutt’ora) parecchi dei gruppi etichettati in quell’ambito, ma ho sempre cordialmente detestato la maggior parte dei personaggi intorno che girava vestita come un boscaiolo della provincia americana, ed ascoltava solo cose per poter scuotere la testa: immagino che sarebbero ancora più patetici ora, privi delle chiome per tenere il tempo, e con le geometrie degli scacchi deformate come in escher dalle incipienti pancette 😉

  7. Giulia says:

    Agosto 20th, 2006 at 10:36

    seralf, guarda che quelli che ascoltavano il grunge hanno trent’anni, adesso, mica ottanta 😀

    Comunque io ho visto da poco i Mudhoney (Mark Arm è un figo), e i Dinosaur Jr (che con il grunge c’entrano relativamente ma l’epoca è la stessa). I dinosauri sono stati fantastici.

  8. seralf says:

    Agosto 20th, 2006 at 11:00

    beh i dinosauri sono sempre stati fantastici!
    quindi dici che la pancetta è un problema solo mio? 😀

    (PS in tema di cose che non c’entrano col grunge: ho tirato le orecchie alla tua dolce metà che m’ha stroncato i ling colour, di cui ho auspicato per anni la riconciliazione 🙂

  9. PatBateman says:

    Agosto 22nd, 2006 at 11:43

    Dai Giulia non mi trattare così i Therapy? che sono
    ricordo giovanilistico tra i più felici che possiedo 🙂

  10. piva says:

    Agosto 22nd, 2006 at 1:47

    anche io voglio vedere i radiohead!!
    sai per caso se passino qui in italia?

  11. Tripudiatore says:

    Agosto 22nd, 2006 at 11:44

    “Cinque ragioni per cui non mi sono granché goduta i Gogol Bordello”: Giù,sichiama ETA’! 😀
    Bentrovata

  12. Giulia says:

    Agosto 23rd, 2006 at 12:15

    Mabafangulo, Trippe! 😀
    ‘ndo stai?

  13. Ggioia says:

    Agosto 23rd, 2006 at 9:47

    Ho adorato l’atmosfera dello Sziget qualche anno fa…
    Mi sentivo davvero a casa.

  14. blixa says:

    Agosto 23rd, 2006 at 2:06

    il revival anni ’90 no, vi prego!!!

    però vivasempreviva le ragazzine gotiche, dell’una e dell’altra maniera…a me metton simpatia!:)

  15. Pollicino says:

    Agosto 24th, 2006 at 11:16

    Giulia, ho fatto lo stesso pensiero: se torno indietro studio lo spagnolo. Non sei un’eccecione!!!

  16. Giulia says:

    Agosto 25th, 2006 at 10:26

    Buaaaarghhhhhhh :D:D:D:D:D:D